I quaderni botanici di Madame Lucie - Melissa Da Costa –
recensione a cura di Francesca Simoncelli
Sono talmente stravolta da questo romanzo, da avere
difficoltà a mettere in parole il turbamento che ho dentro il cuore ed il
groviglio che ho nella testa.
Il pensiero di Amande, che lotta con il destino che è stato
tanto ingiusto, della piccola Manon, che non avrà la possibilità di crescere e
conoscere il mondo, di Benjamin, strappato alla vita e all’amore dei suoi cari,
di Anne e Richard, perché un genitore che perde un figlio ha un dolore incommensurabile:
tutti questi pensieri mi hanno accompagnato in ogni momento, da quando ho
iniziato a leggere questo libro.
Porto nella mia mente questo racconto ogni attimo della
giornata, mi domando come reagirei io al posto di Amande o di Anne e Richard.
Sarà vero che la forza di reagire è dentro ognuno di noi e,
quando non si ha alternativa, la tiriamo fuori e combattiamo per sopravvivere?
Oppure solo alcuni di noi nascono con questa misteriosa
forza e agli altri non rimane che soccombere al destino, se messi duramente
alla prova?
Il turbamento per la crudele sorte di Benjamin e Manon mi ha
colpito fin dalle prime pagine; ho accompagnato Amande nei mesi che si sono
susseguiti alla tragedia: la nuova casa; l’isolamento; le prime confidenze con
i quaderni botanici di madame Lucie e con il suo giardino; sperimentare come
farsi adottare da un gattino malandato e iniziare a prendersi cura dell’orto
possa piano piano aprirci nuovamente alla vita; comprendere che il contatto con
la natura porta alla scoperta di una spiritualità che è sopra ogni religione;
capire che le persone che amiamo possono continuare a vivere nella natura, in
un albero, in un fiore.
Ho preso parte alla rinascita di una donna distrutta da un
dolore indicibile, che ha trovato la forza dentro di lei, nell'universo, nelle
persone che il destino le ha messo accanto: vecchie conoscenze e nuove
amicizie, perché quello che la vita toglie, la vita restituisce.
Spesso si sente dire “ti amo da morire”, Amande mi ha
insegnato ad “amare da vivere”, perché la luce di chi ci ha lasciato, il nostro
amore perduto, illumina il nostro cammino ogni istante ed il dolore straziante
forse un giorno diventerà più mite e riusciremo a far affiorare un piccolo
sorriso sulle nostre labbra, dolce e amaro, perché chi abbiamo amato vive
sempre in noi.
Ho iniziato le prime righe di questo romanzo con le lacrime
agli occhi e l'ho terminato in un pianto inconsolabile: dolore, amore,
tristezza, voglia di rinascita, ricerca di serenità… troppe emozioni per il mio
fragile cuore!
Coinvolgente, dolce e straziante, è uno dei romanzi più
belli che io abbia mai letto.
“Non presterò attenzione al mio cuore a pezzi, non saremo
tristi del tutto, perché non saremo soli, con noi ci sarà il nostro amore per
te, un amore da morire, ma soprattutto un amore da vivere, ancora e per sempre,
per fare onore alla luce che ci hai lasciato dietro di te”
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