UN BAOBAB TOCCO' IL CIELO DELL'AFRICA – Giacomo Pozzi
Recensione a cura di Dario Brunetti
In questo polverio di secoli vengono vissuti granelli di
spazi temporali, ogni città può sembrare sconosciuta ai nostri occhi, se la
nostra vita non accoglie il suo riempimento e non si disperde in quei piccoli
frammenti.
Tale premessa diventa doverosa se il pensiero mi porta ai
protagonisti di questa storia, James ed Helen sono due fratelli uniti da un
legame indissolubile avvolto in un piccolo talismano contenente un seme donato
dall’anziano Ford (l’uomo del bosco) come buon auspicio. Affinché quel seme
possa germogliare bisognerebbe custodirlo e proteggerlo con tutte le forze
necessarie, perché perderlo vorrebbe dire la fine di tutto!
Un Baobab toccò il cielo dell’Africa edito da Tempo
al Libro è un romanzo esistenzialista che vede l’ottimo esordio del
giovanissimo Giacomo Pozzi, nativo di Lugo d Romagna e residente a Imola.
Per assaporare le pagine profumate di questo prezioso volume
non voglio soffermarmi sulla natura degli eventi, ma sul loro significato, sul
valore intrinseco della vita che ci mette costantemente alla prova decidendo il
nostro destino.
Avversità, incidenti e perdite possono segnare una svolta
definitiva alle nostre esistenze, ma in fisica ogni reazione sottopone l’essere
umano a una controreazione e verrebbe da chiedersi siamo realmente preparati a
tutti gli ostacoli che la vita ci pone davanti e in quale modo reagiamo?
L’autore, grazie al suo romanzo ci conduce in un viaggio
attraverso la natura, il bosco diventa luogo di esplorazione dove sembra quasi
necessario perdersi per il gusto di spaventarsi e di mettere alla prova se
stessi, un po' come nelle favole.
Un testo di formazione dalle mille sfumature, ambientato in
un villaggio africano, Jalang in Gambia, in un centro missionario in cui si
pratica la permacultura, tematica su cui si focalizzerà l’attenzione e nella
quale forse coglie i lettori un bel po' impreparati.
Il Baobab citato nel titolo del romanzo, leggendario albero
africano sta a simboleggiare la forza e l’eternità, la terminologia di questa
parola deriva dall’arabo buhobab che sta a significare letteralmente “possedere
molti semi”.
Un Baobab toccò il cielo dell’Africa è un viaggio
introspettivo, mistico a tratti onirico con quel tocco di magia e di poesia in
cui sia la vita che la morte rappresentano gli stadi evolutivi della nostra
anima, entrambi fanno parte di un passaggio, l’anima prosegue il suo cammino
seguendo un processo di trasformazione.
Giacomo Pozzi attraverso una scrittura consapevole e matura
non si pone limiti e ci offre una storia molto suggestiva e particolarmente
intensa che saprà pizzicare bene le corde del nostro cuore riuscendo a
scuoterci e a farci emozionare.
Non ho voluto molto soffermarmi sui protagonisti della
storia, tra l’altro tratteggiati alla perfezione dall’autore perché è giusto
donare il significato di questo testo ai lettori, il suo valore va custodito
proprio come quel minuscolo seme.
Un romanzo di struggente bellezza scritto nella sua purezza
e semplicità, l’autore si è sentito a mio avviso liberato nel narrare una
storia che ci farà cogliere l’essenza della vita e di quei legami di cui
abbiamo necessariamente bisogno e che fanno parte della nostra esistenza.
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