LACRYMA D. Lupia
Sono stato sollecitato a leggere questo romanzo da una
scrittrice (Elisa Mantovani) che io apprezzo molto. Non mi sono fatto pregare
ed ho subito dato seguito al suo suggerimento. Domenica Lupia è l’autrice di
questo romanzo intitolato Lacryma con la “Y”, che lo rende già di per sé
particolare, curioso, attira l’attenzione. Però, molte volte, questi richiami
nel titolo o nella copertina (molto particolare anch’essa) sono solo uno
specchietto per le allodole. Spesso poi il contenuto è deludente e gli unici
che meritano i complimenti sono il grafico e l’ideatore del titolo. Questo caso
è diverso, molto diverso. Si perché ad un titolo accattivante si accompagna
anche un racconto di tutto rispetto, che colpisce, che sbalordisce. Il
protagonista è Michele (la voce narrante) ma in realtà i personaggi principali
sono tre. Michele, Vik e Bea. Questa storia allucinante inizia per colpa di 9
centesimi, quelli che mancano a Michele per comprarsi una birra al
supermercato. Lui senza birra non ci può stare, è il suo modo per concludere la
sua giornata di studio. Michele è infatti uno studente universitario di
filosofia di 25 anni. Nove centesimi, non può rinunciare al suo rituale per
nove centesimi, sta per entrare nel panico quando giunge salvifica la voce di
Vik, che allunga la mano e glieli deposita di fronte. La felicità risiede
spesso nelle piccole cose, nei gesti gentili, pensa Michele. Felice saluta il
suo salvatore e si avvia all’uscita. Si ma, riflette, non posso andarmene così,
devo ringraziarlo, magari offrirgli una sigaretta. Da questa stretta di mano
nasce un romanzo sconvolgente, che trasformerà per sempre la loro vita. Una
storia costruita in maniera impeccabile dall’autrice, che passa da una
situazione assolutamente normale per terminare il racconto con i nostri
personaggi precipitati tra le fiamme dell’inferno. Una vicenda folle, ma
talmente assurda che potrebbe benissimo essere reale. Una storia che pone una
serie infinita di interrogativi, che regala tanti spunti di riflessione.
L’amore può essere così totalizzante da rendere ciechi e portarti
all’autodistruzione, senza riuscire a reagire? L’amore ti può plagiare? Domande
che nascono leggendo questo racconto che non lascia respirare, denso di colpi
di scena, di situazioni al limite, ed anche oltre. Un romanzo nel quale il lettore
è catturato dalle pagine, che divora una dopo l’altra per capire, per sapere. Quando
si pensa di essere giunti al punto più buio dell’incubo ecco che leggiamo
qualcosa che ci fa vedere ancora più nero. Un libro che non regala speranza,
che non concede redenzione. E’ un libro che racconta come un’esistenza banale,
anonima, noiosa possa trasformarsi in una vita degradata, corrotta, deviata. Un
libro che ho letto con molto piacere, complimenti all’autrice e grazie ad Elisa
per il suggerimento. Particolare non di poco conto è stato pubblicato in
proprio, e questo per me rappresenta sempre un punto a favore, a prescindere
dal libro. Il self publishing è una scommessa su sé stessi, dove ci si assume interamente,
e coraggiosamente, il rischio dell’insuccesso ma che può essere anche molto
gratificante. Il grande vantaggio di pubblicare self risiede nell’essere padroni
di se stessi, di poter scrivere senza nessuno che ti obblighi a modificare il
testo, il titolo, il giorno dell’uscita del romanzo o altro ancora. Aspetto
negativo la necessità di gestire tutte le incombenze post scrittura:
correzione, grafica, distribuzione e promozione. La cosa fondamentale però, per
me, è quella di affidarsi ad un valido editor, che sappia, eventualmente,
correggere le imperfezioni. E qui l’editor (Giada Obelisco) è assolutamente di
prim’ordine. In definitiva ottimo Lavoro Domenica Lupia, complimenti.
Valutazione: più che buono
genere: narrativa
Nessun commento:
Posta un commento