mercoledì 30 giugno 2021

LACRYMA

 


LACRYMA D. Lupia

Sono stato sollecitato a leggere questo romanzo da una scrittrice (Elisa Mantovani) che io apprezzo molto. Non mi sono fatto pregare ed ho subito dato seguito al suo suggerimento. Domenica Lupia è l’autrice di questo romanzo intitolato Lacryma con la “Y”, che lo rende già di per sé particolare, curioso, attira l’attenzione. Però, molte volte, questi richiami nel titolo o nella copertina (molto particolare anch’essa) sono solo uno specchietto per le allodole. Spesso poi il contenuto è deludente e gli unici che meritano i complimenti sono il grafico e l’ideatore del titolo. Questo caso è diverso, molto diverso. Si perché ad un titolo accattivante si accompagna anche un racconto di tutto rispetto, che colpisce, che sbalordisce. Il protagonista è Michele (la voce narrante) ma in realtà i personaggi principali sono tre. Michele, Vik e Bea. Questa storia allucinante inizia per colpa di 9 centesimi, quelli che mancano a Michele per comprarsi una birra al supermercato. Lui senza birra non ci può stare, è il suo modo per concludere la sua giornata di studio. Michele è infatti uno studente universitario di filosofia di 25 anni. Nove centesimi, non può rinunciare al suo rituale per nove centesimi, sta per entrare nel panico quando giunge salvifica la voce di Vik, che allunga la mano e glieli deposita di fronte. La felicità risiede spesso nelle piccole cose, nei gesti gentili, pensa Michele. Felice saluta il suo salvatore e si avvia all’uscita. Si ma, riflette, non posso andarmene così, devo ringraziarlo, magari offrirgli una sigaretta. Da questa stretta di mano nasce un romanzo sconvolgente, che trasformerà per sempre la loro vita. Una storia costruita in maniera impeccabile dall’autrice, che passa da una situazione assolutamente normale per terminare il racconto con i nostri personaggi precipitati tra le fiamme dell’inferno. Una vicenda folle, ma talmente assurda che potrebbe benissimo essere reale. Una storia che pone una serie infinita di interrogativi, che regala tanti spunti di riflessione. L’amore può essere così totalizzante da rendere ciechi e portarti all’autodistruzione, senza riuscire a reagire? L’amore ti può plagiare? Domande che nascono leggendo questo racconto che non lascia respirare, denso di colpi di scena, di situazioni al limite, ed anche oltre. Un romanzo nel quale il lettore è catturato dalle pagine, che divora una dopo l’altra per capire, per sapere. Quando si pensa di essere giunti al punto più buio dell’incubo ecco che leggiamo qualcosa che ci fa vedere ancora più nero. Un libro che non regala speranza, che non concede redenzione. E’ un libro che racconta come un’esistenza banale, anonima, noiosa possa trasformarsi in una vita degradata, corrotta, deviata. Un libro che ho letto con molto piacere, complimenti all’autrice e grazie ad Elisa per il suggerimento. Particolare non di poco conto è stato pubblicato in proprio, e questo per me rappresenta sempre un punto a favore, a prescindere dal libro. Il self publishing è una scommessa su sé stessi, dove ci si assume interamente, e coraggiosamente, il rischio dell’insuccesso ma che può essere anche molto gratificante. Il grande vantaggio di pubblicare self risiede nell’essere padroni di se stessi, di poter scrivere senza nessuno che ti obblighi a modificare il testo, il titolo, il giorno dell’uscita del romanzo o altro ancora. Aspetto negativo la necessità di gestire tutte le incombenze post scrittura: correzione, grafica, distribuzione e promozione. La cosa fondamentale però, per me, è quella di affidarsi ad un valido editor, che sappia, eventualmente, correggere le imperfezioni. E qui l’editor (Giada Obelisco) è assolutamente di prim’ordine. In definitiva ottimo Lavoro Domenica Lupia, complimenti.

Valutazione: più che buono

genere: narrativa

 


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