IL SANGUE DEGLI ABETI C. Peli
Il romanzo scritto da Corrado Peli, Il sangue degli abeti, edito
da TimeCrime è un bellissimo noir. Definirlo genericamente un giallo a mio
parere sarebbe riduttivo. Dopo I bambini delle case lunghe, nel quale
protagonista era la nebbia ed i silenzi della frazione di San Felice nella
bassa bolognese, in questo romanzo, altrettanto coinvolgente, a dominare è il
freddo e la neve, l’ambiguità ed il doppiogioco dei protagonisti. Il romanzo è
ambientato in quello che per tutto l’anno è un piccolo paese di montagna, ma
che d’inverno diventa una frequentata stazione sciistica dell’appennino
modenese, dominato dal monte Cimone ed incastrata fra i centri di Pavullo e
Sestola. E’ un noir perché, al di là delle indagini che seguono un crimine, i
protagonisti, che vengono descritti in modo approfondito nei loro comportamenti
e nei loro pensieri, nascondono inconfessabili peccati e segreti. L’autore a
poco a poco ci fa scoprire situazioni ed avvenimenti compiuti da personaggi a
prima vista insospettabili. Tutto è dominato da una atmosfera cupa, fredda e
ambigua. Siamo a Roccacupa, chiamato così perché rimane quasi perennemente in
ombra, a causa della ingombrante presenza del monte Cimone. Il maresciallo
Luigi Morra guida da anni la piccola stazione dei carabinieri del paese. Siamo
vicinissimi a Natale e Morra non vuole scocciature. I turisti stanno per
giungere numerosi, e gli abitanti non aspettano altro che far festa e godersi le
previste abbondanti nevicate. Lui vuole solo trascorrere nell’ozio le giornate
che seguiranno. La sua discutibile linea di condotta è quella di gestire con
accondiscendenza i rapporti con tutti gli abitanti del borgo, chiudendo un
occhio se non due sulle loro piccole e grandi debolezze, magari in cambio di
qualche favore, o di qualche piccola “gratificazione”. Li conosce tutti e di
tutti conosce vizi e virtù. Si comporta ormai come un re con i sudditi usando
con maestria il bastone e la carota. Non vuole grane, se non si solleva troppa
polvere lui, quella poca, farà finta di non averla vista. Tutto procede senza
problemi, senza che nessuno debba dolersi di questo modo di mantenere l’ordine,
fino a quando non viene rinvenuto, da un contadino, impegnato a spazzar la neve
che cade sempre più copiosa, e che si trasformerà col passare dei giorni in una
tormenta, il cadavere di una ragazza, Irina Semyonov. Da quel momento tutti gli
equilibri faticosamente costruiti cominceranno a vacillare. Per quel genere di “inconvenienti”
è infatti competente il comando di Modena e il buon Morra deve cedere
obbligatoriamente il passo. Viene incaricata delle indagini, per quel che si
rivela da subito un omicidio, il tenente Sandra Pianigiani col fido ispettore Andrea
Rocca ad aiutarla. Il tranquillo brigare del paese viene bruscamente
interrotto. Ma l’omicidio di Irina non sarà l’unica situazione poco chiara nella
quale dovrà mettere le mani la Pianigiani. I misteri si moltiplicano, ed i
tentativi di renderle la vita difficile non saranno pochi. Tra gente che mente,
che omette, che depista non sarà facile per il tenente riuscire a trovare la
strada che conduce alla scoperta dei tanti scheletri nell’armadio sapientemente
nascosti. Morra, il sovrano di Roccacupa, durante l’indagine, sarà più volte
messo in discussione, si sentirà sempre più franare il terreno sotto i piedi e
non tarderà a diventare poco collaborativo quando non apertamente ostile. In
questo noir, perfettamente costruito e con una trama complessa e ricca di colpi
di scena, di sorprese e di momenti emozionanti, sono tanti i personaggi che
renderanno la vicenda sempre più intricata. Ognuno con un passato oscuro ed un
presente opaco: Vittoria Segni, Stefano Stanzani, Emiliano Sacchetti, Sabrina
Gatti sono soltanto alcuni dei nomi che animano le pagine di questo romanzo.
Grazie anche all’aiuto di un giornalista, alla fine il tenente riporterà
l’ordine tra i pochi abitanti e i tanti segreti di Roccacupa. Con un epilogo dominato
dalla suspense Peli ci fa vivere momenti frenetici. Con molteplici finali, che
ribaltano continuamente le certezze fino a quel momento acquisite. Con la
speranza di vedere ancora all’opera il tenente Sandra Pianigiani che
meriterebbe un lungo discorso a parte, tanto è profonda e caratterizzata la sua
figura, faccio i complimenti a Corrado Peli per questo secondo ottimo romanzo.
Non fatevelo sfuggire.
valutazione: più che buono
Genere: 3noir
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