IL GIALLO DI VIA POMA M. Lugli
Il delitto di via Poma è un libro giallo, scritto da Massimo
Lugli e da Antonio del Greco ed edito dalla Newton Compton. Ero molto curioso
di leggere questo romanzo. Conoscevo bene la vicenda raccontata ma non
conoscevo la scrittura di Lugli. Negli ultimi anni l’autore ha spesso scritto i
suoi romanzi creando un mix tra realtà e finzione raccontando dei feroci personaggi
o dei cruenti fatti di cronaca che sono avvenuti in Italia negli anni recenti.
Ne sono esempio i suoi romanzi dedicati alla mala romana come Quelli cattivi o
Nel mondo di mezzo il romanzo di mafia capitale. Anche Il giallo di via Poma
appartiene a questo filone narrativo anche se in questo caso, come per Il
giallo Pasolini, viene raccontata la storia di uno dei delitti più enigmatici
avvenuti nel nostro paese. L'omicidio di Simonetta Cesaroni, una ragazza di
soli 20 anni, consumatosi il 7 agosto del 1990 in un quartiere bene di Roma. Il
2020 oltre ad averci lasciato in eredità un virus letale, ed ancora molto
lontano dall’essere debellato, è anche l’anno in cui ricorrono anniversari
importanti e dolorosi per la storia italiana. Proprio quest’anno infatti è caduto
il 40esimo anniversario dell’attentato alla stazione di bologna che il 2 agosto
del 1980 fece 85 vittime, e proprio quest’anno, appunto, cadono i 30 anni dal
delitto di via Poma tutt’ora insoluto. Non mi dilungo sul racconto della trama
del romanzo perchè ripercorre abbastanza fedelmente, se pur con qualche licenza
a volte anche troppo ardita, tutti i fatti che accaddero quel 7 agosto di 30
anni fa e poi tutte le indagini e gli sviluppi che seguirono alla scoperta di
quel delitto. Più significativo evidenziare, come anche il libro sottintende
nel raccontare l'intera vicenda, come le indagini, pur se in buona fede, siano
state condotte con forse troppa superficialità e poco raziocinio. Gli
inquirenti si erano forse troppo innamorati delle conclusioni a cui erano
arrivati, decidendo che quella dovesse essere “per forza” la verità, ma
purtroppo non ressero alla prova del giudice, e via via i vari accusati del
delitto vennero tutti prosciolti. Fu cosi per il portiere dello stabile, per il
nipote dell’anziano proprietario dell’intero palazzo e anche per l’allora
fidanzato di Simonetta, Raniero Busco, accusato dell’omicidio ben 21 anni dopo,
mandato a processo ma poi prosciolto. Insomma è vero che i mezzi di cui
disponeva all’epoca la polizia non erano certo quelli attuali, ad esempio 30
anni fa non esisteva l’esame del DNA, non esisteva la possibilità di analizzare
i tabulati telefonici e neppure quella di “congelare” la scena di un crimine ma
comunque, rimane evidente che le indagini furono approssimative e che molte
strade investigative non furono approfondite o non vennero neppure prese in
esame. Tornando a parlare del romanzo va detto che ovviamente i nomi utilizzati
per i vari personaggi sono diversi da quelli veri, anche se sono facilmente
identificabili. Chiaramente poi, nel racconto si dà ampio spazio alla fantasia
inventando personaggi, come il giornalista di Repubblica, Marco Scalesi, ed
altri che contribuiscono a rendere più accattivante la storia. A proposito di questo mi viene da fare una
considerazione. E’ sempre complicato scrivere un racconto sotto forma di
romanzo parlando però di un fatto reale. Soprattutto quando come in questo caso
i fatti reali non fanno solo parte del libro ma sono l’essenza del libro
stesso. Emergono chiaramente, nel racconto, (tranne per qualche esagerazione),
le capacità narrative di Massimo Lugli, anche perché si sta sempre più
specializzando in questo genere di romanzi, ma spesso la parte fantasiosa del
racconto diventa preponderante rispetto ai fatti reali. Confondendo un po’ il
lettore, non permettendogli di capire bene dove finisce la cronaca ed inizia la
fiction. Per questo io propendo sempre per tenere ben separati i due ambiti
quello reale e quello del romanzo. In definitiva un libro godibilissimo che
però, secondo me, va letto considerandolo come una vicenda slegata dai fatti
reali ai quali si ispira. A parer mio è il modo migliore per poterlo apprezzare
appieno. Deve considerarsi semplicemente un buon romanzo giallo, ma non può
essere utilizzato per conoscere i fatti che avvennero quel pomeriggio del 7
agosto di 30 anni fa in via Poma, per quello ci vuole un libro di inchiesta ad
hoc.
valutazione: più che discreto
genere: giallo
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