giovedì 6 agosto 2020

INTERNET HA UCCISO IL ROCK





Internet ha ucciso il rock (Boulevard) di [Giancarlo Caracciolo]

INTERNET HA UCCISO IL ROCK G. Caracciolo
Non so precisamente cosa mi aspettassi da questo libro. Ho seguito il consiglio di un amico autore, assolutamente affidabile in quanto a consigli di letture. Non conoscevo il libro ma mi sono fidato. Ed ho fatto benissimo. La casa editrice, Les flaneurs, è una garanzia e forse anche per questo non ho avuto remore. Il libro inizia come un normale romanzo di narrativa. Racconta la storia di Barbara, giovane futura mamma che ogni mattina prende il treno per andare a lavorare. Siamo nel 1949. Conduce una vita tranquilla, addirittura monotona, allietata solo dalle canzoni di Jimmie Rodgers e dalla musica della radio che le fa sognare una vita migliore, più piena. Assieme a suo marito decidono di lasciare l’America e di trasferirsi in Europa. Lascia gli amici e un futuro sicuro per una nuova affascinante avventura, con tante speranze ma anche tante incognite. Da qui in poi in libro prende tutta un’altra piega è diventa non solo più un’opera di narrativa ma anche un saggio. Una commistione di generi che danno vita ad un libro coinvolgente, appassionante ed interessantissimo. Documentato e ben sviluppato parla della storia del rock, della sua evoluzione e della sua progressiva scomparsa. Parte proprio dal 1949. In quel decennio (anni 40) nasce il rock da una mescolanza di generi: il country ed il blues. Un libro che attraverso 11 racconti di narrativa ci svela lo sviluppo di un genere musicale che ha fatto la storia della musica, ma non solo, perché, come ci ricorda l’autore, rock è stato anche un modo di pensare, di affrontare la vita. Il genere rock , fin dalle sue origini, è stato anche utilizzato per veicolare messaggi di protesta da parte del popolo, in disaccordo con le decisioni di chi, in modo arrogante, deteneva il potere. I racconti sono intervallati da stralci di risposte che famosi rocker hanno dato a domande sulle cause che hanno indotto il genere rock ad estinguersi e a note storiche dettagliate e accurate che l’autore fornisce in base all’epoca analizzata. C’è il racconto iniziale ambientato nel 1949 col quale Caracciolo ci racconta la genesi del rock. Ci sono quelli degli anni 60 che l’autore “utilizza” per parlarci degli anni di gloria di Elvis Presley, della nascita della beat music e dei Beatles. I racconti che parlano degli anni della protesta, del 69 e dell’epocale concerto di Woodstock. Seguono poi quelli degli anni 70 con l’arrivo dei Rolling Stone, i Led Zeppelin, i Pink Floyd e la nascita del punk, i Clash i Sex Pistol. Ma anche la creazione dei primi videoclip. I racconti ambientati negli anni 80, nei quali, in campo musicale, si avvertono i primi cambiamenti. Si affievolisce il fuoco della protesta dei movimenti studenteschi e dell’epoca hippy per far posto a cantanti che prestano più attenzione all’immagine, ai vestiti firmati ed al benessere personale, che al contenuto delle canzoni. Approdano cosi al successo band come i Duran Duran o gli A-ah ai quali si contrappone la nascita dell’heavy metal, gli Iron Maiden e i Metallica. Ma ormai il declino del rock è segnato. Non si bada più al testo che non è più portatore, come in origine, di messaggi di protesta o di rivendicazione. Ora fondamentale diventa il look sono gli anni di David Bowie, di Bon Jovi, dei Queen. L’atto di protesta non interessa più, non deve essere la musica ad occuparsene la quale viene “solo” più interpretata come semplice svago e divulgatrice di mode. Con MTV la musica sbarca in televisione ed i video, non più i concerti, diventano il posto dove i cantanti arrivano alla fama. Non esiste più l’aura del mistero intorno ad un cantante del quale una volta se ne conosceva a malapena l’immagine, ora ogni sua azione viene conosciuta ed analizzata. A questo punto il rock è definitivamente scomparso. Nelle band che diventano famose negli anni 90 e nel nuovo millennio non c’è più nulla che ricordi le gloriose formazioni rock di 40 anni prima. I Nirvana i Sonic Youth sono solo surrogati di quella corrente. La definitiva scomparsa del rock, ma non solo, la dà internet.  I Red hot chili peppers o i Green day non riusciranno ad invertire una tendenza ormai inarrestabile. La musica, il rock non si acquista più nei negozi di dischi ma si ascolta sul web attraverso i programmi di condivisione (peer to peer), Napster, Emule. Il primo decennio degli anni 2000 vede la nascita di youtube e di facebook due elementi che portarono definitivamente alla scomparsa della musica come l’avevo conosciuta anch’io.  Nascono i Talent show, che però di talenti ne fanno uscire pochissimi. Fino a qui c’è la storia del rock: nascita, sviluppo, scomparsa. Le ultime pagine l’autore le dedica alle sue considerazioni finali. In questo mirabile excursus su un genere musicale che ha fatto la storia del mondo, non solo della musica, iniziano le prime note dolenti non perché sia scritto male ma perché non mi trova in buona parte d’accordo. Ma questo è un altro discorso. Rimane un’opera splendida soprattutto per me che di anni ne ho già accumulati diversi e quelli raccontati mirabilmente in questo libro li ho, in buona parte, vissuti. Invece Caracciolo di anni non ne ha molti ma scrive come un veterano con un’analisi lucida e sempre chiara e documentata degli avvenimenti. Complimenti.
valutazione: buono
genere: 6narrativa


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