INTERVISTA A FABIO GIORGINO
Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitare l’autore
Fabio Giorgino. Grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo.
Prima se posso ti faccio volentieri qualche domanda di
carattere generale per conoscerti un po’ meglio…no, non ti preoccupare nulla di
personale. Solo domande riguardanti Il nostro amato mondo dei libri. Allora Fabio raccontaci un po’ di te dove
nasci e vivi, la tua formazione, qual è il tuo lavoro e poi dicci come nasce
l’idea di scrivere romanzi.
Grazie a voi e grazie a te Gino per il tuo tempo.
Sono nato a Maruggio, dove vivo tutt’ora, un piccolo paese
di 5.000 abitanti sulla costa salentina, in provincia di Taranto. Sono un
impiegato pubblico, da sempre appassionato dell’arte declinata in qualsiasi forma.
Mi affascina tutto ciò che è creativo, che è espressione della fantasia e
dell’ingegno, e questa passione ha sempre stimolato la mia curiosità,
spingendomi a cimentarmi in cose nuove. E così è successo dapprima per la
pittura e poi per la scrittura. È partita la sfida con me stesso, volevo vedere
se fossi stato capace di inventarmi un giallo, che doveva essere
necessariamente ambientato nella mia terra. Leggevo un po’ di tutto, ma dal momento
in cui ho preso questa decisione, ho intensificato la lettura di narrativa
gialla e thriller, contemporaneamente ho cominciato a studiare le tecniche di
narrazione qua e la sul web, a ripassare la grammatica, le regole della
sintassi, della punteggiatura, ho frequentato forum dedicati alla scrittura,
partecipato a contest vari, insomma, mi sono dato da fare.
Oltre a scrivere sei anche un lettore? Hai un genere
preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo? Consigliaci un libro di un
tuo/a “collega”.
Credo che non si possa pretendere di scrivere qualcosa di
interessante senza essere un buon lettore. Ho sempre letto un po’ di tutto:
mainstream, avventura, storico, noir, ma prediligo tutto ciò che ha a che fare
con il giallo e le sue varie declinazioni. In genere preferisco il cartaceo,
anche se ho un bel po’ di ebook sul mio dispositivo, per quando non sono a casa
e mi si presenta l’occasione di poter leggere. Un consiglio? Se per collega
intendi un esordiente ti posso consigliare il libro di un amico conosciuto sul
web, conterraneo, che però non è autopubblicato. Lui si chiama Andrea Donaera e
il suo romanzo d’esordio si intitola “Io sono la bestia”.
Da dove nascono le tue storie. Elabori notizie che leggi
o sono esclusivamente di fantasia?
Per il mio primo lavoro si è trattato solo ed esclusivamente
fantasia. Sicuramente sarò stato influenzato inconsciamente da ciò che leggo e
vedo in tv, dalle esperienze personali, come credo succeda a chiunque scriva,
ma non mi sono ispirato consapevolmente a fatti noti.
La tua scrittura
si colloca in un genere preciso o non si può inquadrare in una unica tipologia?
Ho iniziato con un thriller e credo che continuerò con
questo genere. Thriller poliziesco, anche se mi piace metterci dentro storie
che starebbero bene in un romanzo mainstream.
Sei un autore che auto pubblica i suoi libri. La tua è
una scelta voluta oppure ambisci prima o poi a scrivere per una casa editrice
ma ancora non ne hai avuto l’opportunità? Non deve essere facile dover
occuparsi di tutti gli aspetti di “contorno”: copertina, editing,
impaginazione, stampa…Parlaci della tua esperienza.
La mia è stata una scelta obbligata, non voluta. Ho inviato
il mio romanzo a diverse case editrici, e sto continuando ancora oggi a farlo,
ma finora non ho ricevuto risposte. Sì, è molto impegnativo fare tutto da soli.
Non ricordo più quante volte ho riletto e revisionato il mio romanzo in questi
otto anni. Ho creato da me anche la prima copertina, successivamente ho pensato
di dargli una veste grafica decente e ho incaricato un grafico per quella
attuale. Poi c’è stata la fase della formattazione dell’impaginazione, ma devo
dire che in questo Amazon è dotata di un sistema davvero molto efficiente.
Ma eventualmente ti contattasse una piccola casa editrice
la prenderesti in considerazione o miri proprio al grande salto? O magari
ritieni che il self publishing sia la soluzione più giusta…
Senza nulla togliere alle piccole case editrici, se proprio
non ci fosse alcuna possibilità di entrare nelle grazie di una grande,
preferisco l’autopubblicazione.
Quando scrivi deve esserci assoluto silenzio o ti
concentri meglio con una buona base musicale? Scrivi quando riesci o preferisci
un momento particolare della giornata?
Silenzio assoluto e possibilmente solitudine. Quando ci sono
queste condizioni, qualsiasi momento della giornata va bene.
Ti è capitato di presentare un tuo libro in pubblico?
Eventualmente Preferiresti un moderatore che ti pone le domande “giuste” o
preferiresti lasciare far fare le domande direttamente al pubblico?
L’inverno scorso sono stato invitato da un liceo artistico a
parlare della mia esperienza di scrittura, nell’ambito del progetto
“Libriamoci”. È stato molto interessante, la mia prima uscita in pubblico.
C’era un prof che mi poneva le domande e alla fine si dava la possibilità anche
agli alunni di fare le loro. Credo che questa sia il modo migliore di
organizzare una presentazione di un libro, perché all’inizio l’autore può
parlare della sua esperienza e dei contenuti della sua opera, per poi lasciare
libero sfogo alla curiosità del pubblico.
Di norma preferisci scrivere libri autoconclusivi che non
danno origine a serie o il personaggio principale da te creato in una storia lo
ritroviamo in tanti tuoi romanzi?
Il romanzo che ho scritto è una storia autoconclusiva, nel
senso che la storia si chiude senza lasciare questioni irrisolte, ma il personaggio
principale, il commissario Spiro Fusco, è stato ideato per essere il
protagonista di altri romanzi che mi auguro di scrivere.
Passiamo ad analizzare il tuo ultimo libro. Quando lo hai
scritto e cosa ti ha ispirato?
Era il 2011 quando ho iniziato a buttare giù una prima idea
a livello embrionale della storia. Se proprio vogliamo parlare di ispirazione,
non si è trattato di prendere spunto da fatti realmente accaduti, l’unica cosa
che mi ha ispirato è stata l’idea di dover costruire un thriller con
ambientazione tarantina.
Dicci il titolo e raccontaci un po’ la trama, dove è
ambientato, i suoi personaggi principali. Facci venir voglia di leggerlo….incuriosiscici.
Il titolo è un ossimoro: Le ragioni della follia. Un titolo
venuto subito, spontaneamente. In questo romanzo racconto diverse storie di
follia; sono partito dal concetto che non esiste una sola follia e che per ogni
comportamento folle c’è sempre una ragione, intesa come motivo scatenante. Ed è
questa ragione a rendere quel gesto folle più o meno condivisibile, anche se
non sempre in modo oggettivo, perché si sa che le valutazioni variano da
soggetto a soggetto, in base alle singole convinzioni.
Nel mio romanzo c’è la follia estrema e criminale del serial
killer che ammazza per una propria convinzione insana. Poi c’è quella
altrettanto inconcepibile ma più ordinaria, tra virgolette, della scelta
innaturale di una madre che abbandona la famiglia e la figlia in tenera età. E
ancora quella del personaggio principale, il commissario, il quale ha un lato
oscuro che, in determinate circostanze, lo porta a comportarsi in modo non
convenzionale per un poliziotto.
La storia si svolge principalmente a Taranto, ma ci sono due
altre ambientazioni: una a Lecce, città bellissima della Puglia, e l’altra
nella marina del mio paese. Si comincia in medias res, con la scena del primo
omicidio del serial killer. Il commissario Spiro Fusco indagherà, ma ci farà
conoscere anche molto del suo difficile trascorso famigliare dovuto all’improvvisa
fuga di Angela, la sua compagna, una donna tormentata da un segreto che le ha condizionato
la vita. Fusco ha pertanto dovuto crescere la piccola Vanessa da solo, con
l’aiuto estemporaneo della cognata. A un certo punto delle indagini verrà a
conoscenza di alcuni elementi che sembrano collegare i delitti del serial
killer a quella oscura vicenda del suo passato famigliare. Ma non tutto è come
sembra…
Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti
trattati o lo hai ambientato in luoghi e descritto pratiche che conosci bene?
Ho dovuto fare un bel lavoro di documentazione. Mi sono
state molto utili le letture di genere, ma durante la scrittura, man mano che
si presentava la necessità, ho dovuto documentarmi su argomenti nuovi o approfondire
quelli che conoscevo ma in maniera superficiale. Anche per le stesse
ambientazioni, pur trattandosi di una città che conosco, sono andato a caccia
di particolarità interessanti.
Secondo te c’è un pubblico specifico per questo libro o
anche chi non è appassionato al genere a cui appartiene può trovarlo
interessante?
Credo che possa leggerlo chiunque, perché non contiene scene
di sesso o splatter, e oltre ai classici elementi del thriller, presenta anche
situazioni particolari di vita quotidiana, come quelle inerenti il rapporto
genitori/figli.
Facci un piccolo excursus nella tua bibliografia. Hai
pubblicato altri romanzi precedentemente a questo. A quale genere appartengono?
Stai scrivendo qualcosa in questo periodo? Oppure sei già hai dettagli?
Ho iniziato a scrivere il secondo romanzo con protagonista
il commissario Spiro Fusco a ottobre e sono ancora in fase di prima stesura, ma
in dirittura d’arrivo. Pii lo lascerò decantare per qualche settimana prima di
passare alle revisioni. Posso anticipare che il passato di Spiro Fusco si farà
ancora più interessante.
Prima dei saluti finali mi piacerebbe avere da te
un’opinione del mondo nel quale ti muovi. Come ritieni che le istituzioni si
comportino riguardo l’editoria? Secondo te coloro che propongono cultura in
Italia sono sufficientemente tutelati dalle leggi vigenti? Dovrebbero avere
maggiore visibilità? Penso alla pittura, al teatro, ai musei ed anche ai libri…
Sinceramente non conosco così bene il campo del rapporto
istituzioni/editoria da poter dare una risposta esauriente. Da quello che sento
e leggo capisco che gli investimenti che le istituzioni dedicano all’editoria,
ma in generale al mondo della cultura, sono insufficienti. Si dovrebbe fare in
modo di rendere ogni cosa più facilmente accessibile a tutti; penso a quelle
persone che vorrebbero ma non ne hanno la possibilità economica. Investire
nella cultura, nell’arte, è fondamentale per un paese che aspira a migliorarsi.
D’altro canto credo che anche l’editoria non sia immune dai difetti, mi riferisco
alle tante pubblicazioni di basso livello che le grandi case editrici
propongono solo perché l’autore ha un nome che garantisce alti numeri di vendite, mentre per tanti autori
sconosciuti è quasi impossibile emergere.
Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta
fortuna e spero che non si affievolisca mai la tua voglia di scrivere perché
sei veramente bravo/a. Se ritieni puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni
importante far sapere ai lettori….
E’ stata una bella
chiacchierata abbiamo analizzato tanti aspetti interessanti e per me va
benissimo così grazie.
Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.
Consenso trattamento dati personali
Nota bene: Rispondendo alle domande di questa intervista
viene dato il consenso alla sua pubblicazione sul blog Un libro di emozioni e
sui social ad esso legati.
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