giovedì 16 aprile 2020

INTERVISTA A FABIO GIORGINO







INTERVISTA A FABIO GIORGINO
Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitare l’autore Fabio Giorgino. Grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo.

Prima se posso ti faccio volentieri qualche domanda di carattere generale per conoscerti un po’ meglio…no, non ti preoccupare nulla di personale. Solo domande riguardanti Il nostro amato mondo dei libri.  Allora Fabio raccontaci un po’ di te dove nasci e vivi, la tua formazione, qual è il tuo lavoro e poi dicci come nasce l’idea di scrivere romanzi.
Grazie a voi e grazie a te Gino per il tuo tempo.
Sono nato a Maruggio, dove vivo tutt’ora, un piccolo paese di 5.000 abitanti sulla costa salentina, in provincia di Taranto. Sono un impiegato pubblico, da sempre appassionato dell’arte declinata in qualsiasi forma. Mi affascina tutto ciò che è creativo, che è espressione della fantasia e dell’ingegno, e questa passione ha sempre stimolato la mia curiosità, spingendomi a cimentarmi in cose nuove. E così è successo dapprima per la pittura e poi per la scrittura. È partita la sfida con me stesso, volevo vedere se fossi stato capace di inventarmi un giallo, che doveva essere necessariamente ambientato nella mia terra. Leggevo un po’ di tutto, ma dal momento in cui ho preso questa decisione, ho intensificato la lettura di narrativa gialla e thriller, contemporaneamente ho cominciato a studiare le tecniche di narrazione qua e la sul web, a ripassare la grammatica, le regole della sintassi, della punteggiatura, ho frequentato forum dedicati alla scrittura, partecipato a contest vari, insomma, mi sono dato da fare.

Oltre a scrivere sei anche un lettore? Hai un genere preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo? Consigliaci un libro di un tuo/a “collega”.
Credo che non si possa pretendere di scrivere qualcosa di interessante senza essere un buon lettore. Ho sempre letto un po’ di tutto: mainstream, avventura, storico, noir, ma prediligo tutto ciò che ha a che fare con il giallo e le sue varie declinazioni. In genere preferisco il cartaceo, anche se ho un bel po’ di ebook sul mio dispositivo, per quando non sono a casa e mi si presenta l’occasione di poter leggere. Un consiglio? Se per collega intendi un esordiente ti posso consigliare il libro di un amico conosciuto sul web, conterraneo, che però non è autopubblicato. Lui si chiama Andrea Donaera e il suo romanzo d’esordio si intitola “Io sono la bestia”.

Da dove nascono le tue storie. Elabori notizie che leggi o sono esclusivamente di fantasia?
Per il mio primo lavoro si è trattato solo ed esclusivamente fantasia. Sicuramente sarò stato influenzato inconsciamente da ciò che leggo e vedo in tv, dalle esperienze personali, come credo succeda a chiunque scriva, ma non mi sono ispirato consapevolmente a fatti noti.

 La tua scrittura si colloca in un genere preciso o non si può inquadrare in una unica tipologia?
Ho iniziato con un thriller e credo che continuerò con questo genere. Thriller poliziesco, anche se mi piace metterci dentro storie che starebbero bene in un romanzo mainstream.

Sei un autore che auto pubblica i suoi libri. La tua è una scelta voluta oppure ambisci prima o poi a scrivere per una casa editrice ma ancora non ne hai avuto l’opportunità? Non deve essere facile dover occuparsi di tutti gli aspetti di “contorno”: copertina, editing, impaginazione, stampa…Parlaci della tua esperienza.
La mia è stata una scelta obbligata, non voluta. Ho inviato il mio romanzo a diverse case editrici, e sto continuando ancora oggi a farlo, ma finora non ho ricevuto risposte. Sì, è molto impegnativo fare tutto da soli. Non ricordo più quante volte ho riletto e revisionato il mio romanzo in questi otto anni. Ho creato da me anche la prima copertina, successivamente ho pensato di dargli una veste grafica decente e ho incaricato un grafico per quella attuale. Poi c’è stata la fase della formattazione dell’impaginazione, ma devo dire che in questo Amazon è dotata di un sistema davvero molto efficiente.

Ma eventualmente ti contattasse una piccola casa editrice la prenderesti in considerazione o miri proprio al grande salto? O magari ritieni che il self publishing sia la soluzione più giusta…
Senza nulla togliere alle piccole case editrici, se proprio non ci fosse alcuna possibilità di entrare nelle grazie di una grande, preferisco l’autopubblicazione.

Quando scrivi deve esserci assoluto silenzio o ti concentri meglio con una buona base musicale? Scrivi quando riesci o preferisci un momento particolare della giornata?
Silenzio assoluto e possibilmente solitudine. Quando ci sono queste condizioni, qualsiasi momento della giornata va bene.

Ti è capitato di presentare un tuo libro in pubblico? Eventualmente Preferiresti un moderatore che ti pone le domande “giuste” o preferiresti lasciare far fare le domande direttamente al pubblico?
L’inverno scorso sono stato invitato da un liceo artistico a parlare della mia esperienza di scrittura, nell’ambito del progetto “Libriamoci”. È stato molto interessante, la mia prima uscita in pubblico. C’era un prof che mi poneva le domande e alla fine si dava la possibilità anche agli alunni di fare le loro. Credo che questa sia il modo migliore di organizzare una presentazione di un libro, perché all’inizio l’autore può parlare della sua esperienza e dei contenuti della sua opera, per poi lasciare libero sfogo alla curiosità del pubblico.

Di norma preferisci scrivere libri autoconclusivi che non danno origine a serie o il personaggio principale da te creato in una storia lo ritroviamo in tanti tuoi romanzi?
Il romanzo che ho scritto è una storia autoconclusiva, nel senso che la storia si chiude senza lasciare questioni irrisolte, ma il personaggio principale, il commissario Spiro Fusco, è stato ideato per essere il protagonista di altri romanzi che mi auguro di scrivere.

Passiamo ad analizzare il tuo ultimo libro. Quando lo hai scritto e cosa ti ha ispirato?
Era il 2011 quando ho iniziato a buttare giù una prima idea a livello embrionale della storia. Se proprio vogliamo parlare di ispirazione, non si è trattato di prendere spunto da fatti realmente accaduti, l’unica cosa che mi ha ispirato è stata l’idea di dover costruire un thriller con ambientazione tarantina.

Dicci il titolo e raccontaci un po’ la trama, dove è ambientato, i suoi personaggi principali. Facci venir voglia di leggerlo….incuriosiscici.
Il titolo è un ossimoro: Le ragioni della follia. Un titolo venuto subito, spontaneamente. In questo romanzo racconto diverse storie di follia; sono partito dal concetto che non esiste una sola follia e che per ogni comportamento folle c’è sempre una ragione, intesa come motivo scatenante. Ed è questa ragione a rendere quel gesto folle più o meno condivisibile, anche se non sempre in modo oggettivo, perché si sa che le valutazioni variano da soggetto a soggetto, in base alle singole convinzioni.
Nel mio romanzo c’è la follia estrema e criminale del serial killer che ammazza per una propria convinzione insana. Poi c’è quella altrettanto inconcepibile ma più ordinaria, tra virgolette, della scelta innaturale di una madre che abbandona la famiglia e la figlia in tenera età. E ancora quella del personaggio principale, il commissario, il quale ha un lato oscuro che, in determinate circostanze, lo porta a comportarsi in modo non convenzionale per un poliziotto.
La storia si svolge principalmente a Taranto, ma ci sono due altre ambientazioni: una a Lecce, città bellissima della Puglia, e l’altra nella marina del mio paese. Si comincia in medias res, con la scena del primo omicidio del serial killer. Il commissario Spiro Fusco indagherà, ma ci farà conoscere anche molto del suo difficile trascorso famigliare dovuto all’improvvisa fuga di Angela, la sua compagna, una donna tormentata da un segreto che le ha condizionato la vita. Fusco ha pertanto dovuto crescere la piccola Vanessa da solo, con l’aiuto estemporaneo della cognata. A un certo punto delle indagini verrà a conoscenza di alcuni elementi che sembrano collegare i delitti del serial killer a quella oscura vicenda del suo passato famigliare. Ma non tutto è come sembra…

Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti trattati o lo hai ambientato in luoghi e descritto pratiche che conosci bene?
Ho dovuto fare un bel lavoro di documentazione. Mi sono state molto utili le letture di genere, ma durante la scrittura, man mano che si presentava la necessità, ho dovuto documentarmi su argomenti nuovi o approfondire quelli che conoscevo ma in maniera superficiale. Anche per le stesse ambientazioni, pur trattandosi di una città che conosco, sono andato a caccia di particolarità interessanti.

Secondo te c’è un pubblico specifico per questo libro o anche chi non è appassionato al genere a cui appartiene può trovarlo interessante?
Credo che possa leggerlo chiunque, perché non contiene scene di sesso o splatter, e oltre ai classici elementi del thriller, presenta anche situazioni particolari di vita quotidiana, come quelle inerenti il rapporto genitori/figli.

Facci un piccolo excursus nella tua bibliografia. Hai pubblicato altri romanzi precedentemente a questo. A quale genere appartengono? Stai scrivendo qualcosa in questo periodo? Oppure sei già hai dettagli?
Ho iniziato a scrivere il secondo romanzo con protagonista il commissario Spiro Fusco a ottobre e sono ancora in fase di prima stesura, ma in dirittura d’arrivo. Pii lo lascerò decantare per qualche settimana prima di passare alle revisioni. Posso anticipare che il passato di Spiro Fusco si farà ancora più interessante.

Prima dei saluti finali mi piacerebbe avere da te un’opinione del mondo nel quale ti muovi. Come ritieni che le istituzioni si comportino riguardo l’editoria? Secondo te coloro che propongono cultura in Italia sono sufficientemente tutelati dalle leggi vigenti? Dovrebbero avere maggiore visibilità? Penso alla pittura, al teatro, ai musei ed anche ai libri…
Sinceramente non conosco così bene il campo del rapporto istituzioni/editoria da poter dare una risposta esauriente. Da quello che sento e leggo capisco che gli investimenti che le istituzioni dedicano all’editoria, ma in generale al mondo della cultura, sono insufficienti. Si dovrebbe fare in modo di rendere ogni cosa più facilmente accessibile a tutti; penso a quelle persone che vorrebbero ma non ne hanno la possibilità economica. Investire nella cultura, nell’arte, è fondamentale per un paese che aspira a migliorarsi. D’altro canto credo che anche l’editoria non sia immune dai difetti, mi riferisco alle tante pubblicazioni di basso livello che le grandi case editrici propongono solo perché l’autore ha un nome che garantisce alti numeri  di vendite, mentre per tanti autori sconosciuti è quasi impossibile emergere.

Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta fortuna e spero che non si affievolisca mai la tua voglia di scrivere perché sei veramente bravo/a. Se ritieni puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni importante far sapere ai lettori….
 E’ stata una bella chiacchierata abbiamo analizzato tanti aspetti interessanti e per me va benissimo così grazie.

Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.

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Nota bene: Rispondendo alle domande di questa intervista viene dato il consenso alla sua pubblicazione sul blog Un libro di emozioni e sui social ad esso legati.


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