Storie di luce e ombra – Maria Simona Cighir -
recensione a cura di Francesca Simoncelli
Storie di luce e ombra è un libro intenso e, allo stesso
tempo, dolce e delicato, che raccoglie le testimonianze di alcuni
anziani, ospiti di una casa di riposo.
Maria Simona, autrice del libro, è un
infermiera e, nel racconto, mette tanto del suo vissuto e, da quello che
si legge, si percepisce che ne ha passate tante nella vita, ma anche che non si
è mai arresa.
Durante i suoi studi si imbatte nella "medicina
narrativa", una cura alternativa fatta attraverso l'ascolto del
paziente, oltre la medicina tradizionale fatta di farmaci.
Decide quindi di intraprendere questo percorso,
incontrando
alcuni anziani, proponendogli di raccontare le
loro vite, mettendo l'ascolto come terapia, per provare l'efficacia dei suoi
studi.
Il libro si suddivide in dieci racconti: dieci
storie di persone che portano dentro di sé gioie, sofferenze, amarezze,
rimpianti e che spesso non sono più neanche abituate a rapportarsi con gli
altri, tanta è la loro solitudine.
Non conoscevo la medicina narrativa e ne sono rimasta
affascinata, anche se mi chiedo come, in una società nella quale la fretta e la
velocità hanno sempre più importanza, in confronto ai valori umani, si possa
trovare, nell'ambito medico, il tempo per ascoltare i propri pazienti, per
capire che, a volte, c'è bisogno di un orecchio teso, di una parola di
conforto o di un attimo di presenza, più che di un farmaco.
La tenerezza di queste storie mi ha commosso, in
ognuna di loro ho trovato un'anima gentile che, quasi alla fine della propria
esistenza, ha fatto un resoconto del proprio vissuto, ognuna a modo suo,
perché "lo sguardo che si sceglie di avere sulle cose può essere
determinante nella vita".
Maria Simona, con questo libro, non soltanto ci fa
conoscere nuovi studi clinici, ma ci connette con un mondo spesso dimenticato,
ricordandoci " l'importanza dell'empatia e della generosità e che
l'amore può provenire da angoli inaspettati".
Il testo è ben scritto, scorrevole, chiaro, considerando poi
che l'autrice non è di madrelingua italiana e si è cimentata in questa
avventura di scrittura e revisione del suo manoscritto, facendo un grande
lavoro linguistico.
Con questo libro ho scoperto non solo un nuovo modo di
approcciarsi alla malattia e al dolore, ma anche una bella persona che
dedica il suo tempo agli altri.
“La solitudine è un'oasi ristoratrice quando la si
cerca, ma quando è l'unico luogo dove possiamo andare diventa una
prigione"
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2024

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