sabato 12 luglio 2025

MALE DENTRO

 




Male dentro – Jo Burnette -

recensione a cura di Alice Bassoli

 

Da qualche tempo ho finito Male dentro di Jo Burnette e ancora adesso ne porto addosso l’inquietudine. Quel tipo di inquietudine che si incolla alla pelle e rimane lì, anche quando chiudi il libro, spegni la luce, e pensi di aver lasciato tutto alle spalle.

La sensazione è simile a quella che ho provato la prima volta che ho visto Donnie Darko. Un film che è diventato per me un punto di riferimento emotivo, un faro nel buio quando si tratta di storie che sanno scavare nella mente, nel tempo, nella colpa, nei paradossi interiori e temporali. Ecco, Male dentro mi ha dato la stessa vertigine. La stessa sensazione di trovarmi sospesa tra ciò che è reale e ciò che potrebbe non esserlo. Tra un presente fragile e un passato che torna a reclamare tutto. O forse un passato che non è mai stato, ma che avrebbe potuto essere, se solo.

Jo Burnette costruisce un mondo cupo, elettrico, teso come una corda tirata al limite. Berlino Est, 1979. L’aria pesante di una centrale esplosa, le emanazioni tossiche che si insinuano silenziose e invisibili in un corpo innocente. L’inizio sembra quasi scientifico, distaccato. Ma poi comincia la discesa. E non c’è più nulla di razionale, o meglio: ogni razionalità viene riscritta secondo una nuova grammatica, quella del paranormale, della psiche deviata, del legame fraterno che diventa gabbia, incubo, specchio deformante.

E in mezzo a tutto questo, c’è l’adolescenza. Quel periodo instabile, amplificato, dove ogni dolore si moltiplica per mille. Dove la colpa non è mai piccola. Dove i pensieri sono schegge. E Burnette riesce a dare voce proprio a questo: al rumore bianco della mente di un ragazzo che comincia a sentire che qualcosa, dentro di lui, si è spezzato. Forse da sempre. Forse per colpa di qualcun altro. Forse per una maledizione scritta nel sangue, nel DNA, nel destino.

La sua prosa è un pugno. Lirica, tagliente, coraggiosa. Totalmente distante da tutto quello che gira nel panorama mainstream. Male dentro è un romanzo che ha il coraggio di osare: nella struttura, nella lingua, nel messaggio. E non fa sconti. Non cerca di spiegare tutto. Non ti prende per mano: ti butta dentro e ti lascia lì. Sta a te decidere se affondare o galleggiare.

L’ho amato perché mi ha disturbata. Perché mi ha riportata in quel territorio emotivo che conosco bene: quello in cui sogno e realtà si confondono, in cui il dolore si fa lucido, e le immagini ti restano impresse come cicatrici. 


genere: horror

anno di pubblicazione: 2024


Nessun commento:

Posta un commento