La carne – Emma Glass -
recensione a cura di Alice Bassoli
Emma Glass esordisce con un romanzo breve e
potentissimo, La carne, che scardina ogni aspettativa narrativa per
affondare il bisturi in una materia viva, pulsante, disturbante. È la storia di
uno stupro, sì, ma raccontata come fosse una fiaba grottesca, surreale,
claustrofobica, in cui i confini del reale si liquefanno, lasciando spazio a un
delirio poetico di carne, ossa, grasso e sangue.
La protagonista, una ragazza vegetariana, subisce una
violenza da parte di un “uomo fatto di salsicce”. Quella che a prima vista
potrebbe sembrare una trovata assurda, da libro per bambini, si rivela invece
una potente metafora dell’orrore, dell’invasione corporea, dell’alienazione
successiva al trauma. L’uomo fatto di carne diventa l’incarnazione del
patriarcato, del desiderio maschile predatorio, della sopraffazione.
Glass non racconta la violenza con il realismo del reportage
o del romanzo civile: la descrive con immagini visionarie, in una lingua
scarnificata e ritmica. Il lessico è ossessivo, sensoriale, a tratti nauseante,
come a voler far percepire fisicamente al lettore l’invasione, il dolore, la
dissociazione.
La ragazza si sutura da sola, cerca di tornare alla
normalità, ma il trauma la perseguita, prende forme mostruose, invade i sogni e
la veglia, la casa, la scuola, l’acqua della piscina. L’unica soluzione sembra
essere il ribaltamento della violenza: il barbecue finale, quasi cannibalico,
in cui la vittima diventa carnefice, è al tempo stesso vendetta, catarsi e
dissoluzione.
Il corpo diventa protagonista assoluto: corpo violato, corpo
che muta, corpo che implode. E infine si spolpa, si riduce a osso, a nulla. Il
finale, spiazzante, sembra dirci che non sempre si sopravvive al male, nemmeno
quando lo si combatte.
La carne è un romanzo difficile, non per tutti.
Non concede sconti, non offre redenzioni facili, non si preoccupa di risultare
gradevole. È breve ma intensissimo, un pugno nello stomaco che continua a farsi
sentire anche dopo la lettura. È una fiaba nera, una parabola sull’orrore e
sulla trasformazione, una riflessione poetica sull’irreparabile.
In un panorama editoriale spesso rassicurante, Emma Glass
emerge come una voce nuova, radicale, coraggiosa. La carne è
un esordio che lascia il segno. E che difficilmente si dimentica.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2018
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