sabato 19 luglio 2025

LA CARNE

 




La carne – Emma Glass -

recensione a cura di Alice Bassoli

 

Emma Glass esordisce con un romanzo breve e potentissimo, La carne, che scardina ogni aspettativa narrativa per affondare il bisturi in una materia viva, pulsante, disturbante. È la storia di uno stupro, sì, ma raccontata come fosse una fiaba grottesca, surreale, claustrofobica, in cui i confini del reale si liquefanno, lasciando spazio a un delirio poetico di carne, ossa, grasso e sangue.

La protagonista, una ragazza vegetariana, subisce una violenza da parte di un “uomo fatto di salsicce”. Quella che a prima vista potrebbe sembrare una trovata assurda, da libro per bambini, si rivela invece una potente metafora dell’orrore, dell’invasione corporea, dell’alienazione successiva al trauma. L’uomo fatto di carne diventa l’incarnazione del patriarcato, del desiderio maschile predatorio, della sopraffazione.

Glass non racconta la violenza con il realismo del reportage o del romanzo civile: la descrive con immagini visionarie, in una lingua scarnificata e ritmica. Il lessico è ossessivo, sensoriale, a tratti nauseante, come a voler far percepire fisicamente al lettore l’invasione, il dolore, la dissociazione.

La ragazza si sutura da sola, cerca di tornare alla normalità, ma il trauma la perseguita, prende forme mostruose, invade i sogni e la veglia, la casa, la scuola, l’acqua della piscina. L’unica soluzione sembra essere il ribaltamento della violenza: il barbecue finale, quasi cannibalico, in cui la vittima diventa carnefice, è al tempo stesso vendetta, catarsi e dissoluzione.

Il corpo diventa protagonista assoluto: corpo violato, corpo che muta, corpo che implode. E infine si spolpa, si riduce a osso, a nulla. Il finale, spiazzante, sembra dirci che non sempre si sopravvive al male, nemmeno quando lo si combatte.

La carne è un romanzo difficile, non per tutti. Non concede sconti, non offre redenzioni facili, non si preoccupa di risultare gradevole. È breve ma intensissimo, un pugno nello stomaco che continua a farsi sentire anche dopo la lettura. È una fiaba nera, una parabola sull’orrore e sulla trasformazione, una riflessione poetica sull’irreparabile.

In un panorama editoriale spesso rassicurante, Emma Glass emerge come una voce nuova, radicale, coraggiosa. La carne è un esordio che lascia il segno. E che difficilmente si dimentica.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2018

 


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