sabato 31 maggio 2025

M IL FIGLIO DEL SECOLO

 





M. Figlio del secolo - Antonio Scurati -

recensione a cura di Lilli Luini

 

Primo volume dell’opera che Scurati ha dedicato alla ricostruzione della parabola di Mussolini e del partito fascista. Confesso di essermi avvicinata con grande titubanza, non per l’argomento, bensì per arroganza. Credevo di sapere tutto di questo periodo storico, grazie alla scuola, all’università, a innumerevoli romanzi e film ambientati nel periodo. Poi lo iniziai e lo abbandonai dopo poche pagine, insomma vinse il pregiudizio.

Non so perché l’ho ripreso, di certo non è complice la serie televisiva, che ho visto dopo la lettura. Ma l’ho ripreso e stavolta sono arrivata in fondo alle 832 pagine, scoprendo ahimè che non sapevo nulla. Scurati affronta la narrazione forte di una documentazione storica molto, molto approfondita e ci narra la storia dal di dentro. Si parte dal primo dopoguerra, si vive il biennio rosso e il suo fallimento, si parte con D’Annunzio per Fiume, si assiste alla fondazione del partito fascista e alle sue iniziali sconfitte. Si vede come sarebbe bastato pochissimo perché la Storia prendesse un’altra direzione. Ma è nel racconto dell’ascesa che Scurati dà il meglio di sé. Perché un conto è leggere sui libri di Storia “si verificarono molti episodi di violenza da parte dello squadrismo fascista”, un conto è assistervi in diretta, a uno a uno, vedere la paura dei contadini all’arrivo delle camionette, alla sofferenza bastonate, tutto narrato sempre al presente. Non è solo la violenza a sconvolgere, è il rendersi conto di come una nazione venga piegata attraverso questa violenza, è l’assistere di come la paura finisca per generare il consenso, un consenso che, una volta acquisito, viene poi blandito con il paternalismo e mantenuto con la paura. É la modalità su cui vivono tutti i poteri tirannici, ma anche la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra.

Quando si arriva alla marcia su Roma, si scopre una realtà diversa da quella che abbiamo immaginato vedendo le copertine della Domenica del Corriere. È stata un’odissea di pochi, sotto una pioggia battente, e sarebbe bastato un niente, da parte del Re, per mandarla in fallimento. Certo, manca la controprova, non possiamo dire cosa sarebbe accaduto, ma nulla è stato fatto per fermare Mussolini. Anche in questa parte della narrazione, la scrittura è talmente alta da farci sentire imbevuti di pioggia, nella campagna romana, pochi sciagurati fradici, molti dei quali finiranno presto in disgrazia.

L’ultima parte del libro ci narra i primissimi anni del fascismo, la lotta quasi solitaria di Giacomo Matteotti, le circostanze e gli uomini che hanno deciso la sua morte, di come avrebbe potuto rappresentare la fine di Mussolini se avesse avuto di fronte qualcuno capace di non abbassare la testa. Non è stato così, è venuto il discorso alle Camere e l’instaurazione ufficiale della dittatura.

Data l’elevata scorrevolezza del testo, nonostante la lunghezza, è un libro affrontabile da tutti, anche dai giovanissimi. Ovviamente lo consiglierei a chi ama la Storia.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2022

 


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