La ragazza del fiume - Nicola Rocca -
recensione a cura di Stefania Calà
Attratta dalla suggestiva copertina e dopo aver letto la trama e qualche
recensione, in cerca di un buon thriller, mi sono immersa nella lettura di
questo romanzo che è il settimo della serie con protagonista il commissario
Walker, accompagnato dal fido ispettore Scola. Nonostante faccia parte di una
serie, il romanzo è autoconclusivo e l'indagine ha un inizio e una fine.
La storia è quella del ritrovamento del cadavere di una giovane ragazza,
Eleonora, che emerge dalle acque del fiume Adda.
Più gli investigatori si addentrano nella vita di Eleonora, acquisendo
informazioni sulle sue abitudini e sulle sue frequentazioni, e più le carte si
mescolano. Quella che inizialmente sembrava la classica bella e brava ragazza
si rivela, invece, una persona con mille segreti.
E la mia mente mi ha riportato indietro nel tempo, più precisamente a Laura
Palmer e ai segreti di Twin Peaks.
La penna di Nicola Rocca è senza alcun dubbio piacevole, la narrazione
scorrevole, utilizza molto i dialoghi e raramente si dilunga in
descrizioni/digressioni. Questo, però, potrebbe essere anche un limite.
L'equilibrio tra dialoghi e descrizioni non è molto bilanciato, propendendo
soprattutto per i primi.
Mi è piaciuto l'utilizzo dei flashback, l'andirivieni tra presente e passato,
nonché il cambio di prospettiva della narrazione, dando la possibilità al
lettore di guardare la vicenda attraverso gli occhi degli altri soggetti
coinvolti nell'indagine.
Ma non è un thriller, decisamente no. È di certo un giallo poliziesco in cui le
indagini vengono condotte con il classico metodo dell'acquisizione di
informazioni.
Per quanto riguarda la scrittura, ho riscontrato qualche refuso (pochi) e un
uso eccessivo di virgole, soprattutto nelle frasi brevi e, anche, tra soggetto
e predicato. Inizialmente pensavo fossero sviste, poi ho compreso che l'autore
le utilizza quasi fossero un vezzo, un tratto distintivo: è il suo modo di
scrivere (che, sinceramente, a me non piace). Un'altra cosa che non ho gradito
è il fatto che lo stesso concetto venga ripetuto più volte, per esempio in uno
stesso dialogo il commissario fa una domanda, l'altra persona risponde e il
commissario ripete il concetto, quasi a volerlo imprimere nella memoria del
lettore. Non ce n'è bisogno, il lettore attento ci farà comunque attenzione, e
non sempre "repetita iuvant" (a volte disturba).
Il romanzo, comunque, si lascia leggere, è ben congegnato, e i capitoli brevi
mantengono alta l'attenzione. Il finale sorprende, ragion per cui per me merita
la sufficienza.
Voto 6/10
CIT. "In superficie, ogni cosa appare perfetta. Tutti si mostrano come
vorrebbero che gli altri li vedessero."
CIT. "La vita dell'investigatore è un po' come quella dei giocatori di
poker: a volte, per avere la meglio sull'avversario, devi fargli credere di
avere delle carte che in realtà non hai."
genere: giallo
anno di pubblicazione: 2025
Nessun commento:
Posta un commento