In un mare senza blu – Francesco Paolo Oreste -
recensione a cura di Lilli Luini
Mi sono imbattuta in questo libro
seguendo una presentazione online. Fin dalle prime battute mi è scattato un
interesse che mi ha spinto a comprare subito il libro. Non mi sono sbagliata:
non è facile trovare voci nuove così potenti, così personali. La vicenda è dura
e dolorosa. Siamo nella Napoli ai margini, nei bassi umidi e senza luce. Si
chiama Vico Stella la strada dove incontriamo per la prima volta Michele, Ciro
e Mario, bambini che vivono ai margini dei margini. Michele ha un padre
violento, Mario una madre prigioniera in casa, Ciro subisce le molestie dei
bulli. Ma poi si trovano, e in tre diventano uno. Insieme si sentono
invincibili, fino a che la tragedia piomba sulle loro vite in modo crudele e
inaspettato.
Vico Stella diventa allora Vico Nero e
lì crescono senza riuscire a sottrarsi al loro destino.
Michele è troppo arrabbiato per
riuscire a dire di no ai criminali che reclutano, Ciro è troppo fragile, troppo
diverso per non finire in pasto al peggio della razza umana. Ma qualcosa
sopravvive: la loro amicizia, come un faro nella notte, una notte dove
incontrano il crimine, la pedofilia, la prostituzione, fino all’omicidio.
L’autore ci racconta tutto questo con
una scrittura scarna, essenziale, priva di qualsiasi fronzolo eppure poetica,
una scrittura che personalmente ho trovato splendida.
Ci sono immagini che restano impresse,
come Michele che, nel carcere minorile di Nisida, trova la pace guardando il
mare dalla finestra della cella. O Ciro che, mentre sua madre parrucchiera
pettina le clienti, finge di avere ospiti immaginari a cui offrire il caffè. E
il primo giorno di scuola di Mario, biondo e bellissimo, che riconosce la
povertà sua e degli altri bambini dai vestiti che indossano.
Un quadro quanto mai contemporaneo,
una realtà che ci viene messa sotto agli occhi così com’è, senza sentenze né
moralismi inutili. Leggi e pensi a tutti coloro che quotidianamente lavorano
per dare una possibilità a questi ragazzi, lottando contro la miseria che è
terreno fertile per la criminalità organizzata.
Ho scoperto che tra loro c’è anche
l’autore e questo rende il romanzo ancora più importante, perché la
consapevolezza che questo romanzo nasce da storie, parole, esperienze vissute
in prima persona ci impedisce di girare la faccia dall’altra parte, consolandoci
con l’idea che sia solo, appunto, un romanzo.
genere: giallo
anno di pubblicazione: 2024
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