domenica 25 agosto 2024

PIETRA DOLCE

 




Pietra dolce – Valeria Tron

Recensione a cura di Dario Brunetti


Dopo il forte consenso di pubblico e della critica letteraria ottenuto con il romanzo d’esordio L’equilibrio delle lucciole, torna la scrittrice Valeria Tron con la sua seconda opera dal titolo Pietra dolce uscito per Salani editore.

Un altro viaggio letterario ambientato nella sua terra, la Val Germanasca (in antichità denominata la Valle Oscura) che grazie alla stessa Tron abbiamo iniziato a conoscere e ad apprezzare attraverso l’incantevole bellezza dei suoi passaggi e alla cultura del popolo valdese.

Prima di iniziare la lettura del nuovo romanzo diventa impossibile non ricordare le protagoniste della storia precedente, in particolare Nanà, la deliziosa e minuta nonna con gli occhiali di neve, ed è così che sono andato piacevolmente indietro nei ricordi e soprattutto nelle emozioni che mi trasmise il testo.

Le stesse emozioni che ho ritrovato in questo secondo capolavoro che si contraddistingue sia dal punto di vista narrativo che stilistico. Pietra dolce ci porterà alla conoscenza di altri incredibili personaggi ai quali ci affezioneremo, ma l’elemento preponderante sul quale poggia l’intera storia sarà la miniera.

Il rapporto tra il minatore e la roccia sta nel sentirne la giusta vibrazione per dare vita a materie preziose che brillano nell’intensità della luce.

Ma come ben sappiamo l’imprevisto può essere sempre dietro l’angolo; la montagna viene scossa da tre forti boati e sembrano essere scomparsi due minatori. Nel piazzale si scava tra i detriti e ad uscire dal foro di una roccia è un giovane che tutti conoscono. Si tratta di Lisse, il suo corpo è sanguinante, ma le ferite più dolorose saranno quelle dell’anima.

Cerca rifugio a Paraut, nella baracca in cui è nato, dove troverà il suo fedele amico balbuziente Giosuè Frillobec, chiamato da tutti Frillo. Ma non sarà il solo ad accoglierlo, troverà il calore di Mina che per lui è un notevole punto di riferimento dal momento in cui la vede con gli occhi di una madre e poi ci sono il gigante buono Lumiere, conosciuto come l’uomo degli oracoli e il vecchio liutaio Tedesc.

Ma cosa attenderà il giovane Lisse?

Ritroverà l’amore per una ragazza che porta con sé il canto delle Ande, lei è Alma appena arrivata con la sua chitarra sulle spalle dall’Argentina. Sarà solo l’inizio di una speranza che si tramuta in sogno che val la pena iniziare ad assaporare.

Intanto Giosuè Frillobec sembra destinato a lasciare la Valle e si va a rifugiare nelle colline con la sua immancabile corva Bas.

La visita di un ragazzo di nome Jul porterà qualcosa di inaspettato, perché proprio il giovane deve restituire all’uomo, un oggetto a lui molto caro. Il loro incontro andrà a riavvolgere il nastro di una vita e riannodare i fili di una storia che sembra appartenere un po' a tutti i protagonisti del romanzo.

La miniera può assumere un senso metaforico diventando un enorme contenitore di parole che collegano molte piccole storie nelle quali sono racchiuse intere esistenze.

Valeria Tron non è solo artigiana del legno ma dell’uso delle parole al quale da vita attraverso la luce, come se fossero gioielli incastonati di pietre preziose, grazie a una prosa poetica ed elegante scopriremo una storia commovente con dei personaggi memorabili; Lisse è nato tra i boschi, abbandonato dopo che è stato partorito da sua madre svanita nel nulla, viene allattato da una capra. Diventerà un uomo senza identità a cui sembra mancare una U, un viaggiatore senza tempo, scoprirà la necessità di sentirsi un invisibile fino a quando troverà la famiglia che non ha mai avuto a cercare di lenire le ferite di una vita. Per Lisse sarà la salvezza e finalmente saprà cosa vuol dire essere accettato e amato.

La sensibilità e la raffinata grandezza risiedono nell’animo delle persone gentili che conoscono la bontà e sanno offrire un aiuto a chi si trova in difficoltà. I valori della reciprocità e della fratellanza rappresentano qualcosa di autentico ed è quel che la scrittrice vuole trasmetterci e poi c’è la speranza che diventa un’arte di vivere con l’impellente necessità di trasformarla in realtà; in questa peculiarità diventa essenziale intraprendere il vero cammino che sta nella rinascita e nella volontà di trovare la forza di rimettere in gioco sé stessi.

La Val Germanasca diventa un luogo che brilla nella sua semplicità, scopriremo il valore delle piccole cose, l’importanza dei gesti umani che hanno quel qualcosa di antico e di nobile. Grazie a Valeria Tron che ha voluto per la seconda volta donarci una storia potente e toccante che diventa reale attraverso le parole che risiedono in quei libri che custodiamo con cura maniacale, proprio come accade ai personaggi della storia.

Nei libri è nascosta la forza evocativa delle parole che possono andare oltre il suono e l’espressività dando una chiara rappresentazione di noi e del mondo che ci circonda.

 
genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2024


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