giovedì 4 luglio 2024

ANIMA

 



Anima - Wajdi Mouawad -

Recensione di Miriam Donati

 

Stomaci deboli e amanti di letture edulcorate astenersi.

Chiuse le 502 pagine si resta fermi in attesa, senza fiato, perché improvvisamente mancano le descrizioni sia liriche, sia spietate. Si cerca di rassicurarsi di aver ben compreso tutto il testo, il sotto testo, il detto e il non detto e soprattutto ci si chiede se la categoria di appartenenza dell’homo sapiens sapiens sia propria del lettore o non sarebbe meglio un’appartenenza animale, come animali sono i narratori che l’autore utilizza per raccontare la vicenda.

Tutti i capitoli delle prime quattro parti infatti sono raccontati dal punto di vista di animali diversi che colgono, secondo le proprie percezioni, quello che succede loro intorno e portano il lettore ad affinare i propri sensi per partecipare o sarebbe meglio dire lasciarsi precipitare in un viaggio che il protagonista compie dentro un inferno che si capisce subito aver poche possibilità di sbocchi verso le stelle.

Quando la scrittura, che in certi passaggi raggiunge vette poetiche, sembra dare tregua e l’intreccio assume un andamento lento, all’improvviso arriva la sferzata cruda, violenta, di una violenza viscerale che blocca sulla pagina e ci si chiede se abbandonare la lettura, ma l’ipnotismo del racconto è tale che è impossibile lasciare e si procede in un coinvolgimento totale sperando di farcela insieme al protagonista.

La prosa dell’autore rimanda lo sguardo dei vari animali facendo sì che il loro modo di pensare trasmetta una visione d’insieme esterna, ma anche una loro visuale interiore che coglie l’essenza, la natura e le tensioni degli umani provando per loro paura, repulsione o simpatia.

Il mondo è vasto, ma gli umani si ostinano ad andare laddove la loro anima si strazia”.

Dovendolo per forza classificare e leggendo l’abstract, “Anima” sembra un noir sui generis; nell’incipit troviamo una moglie incinta assassinata e straziata brutalmente, un marito, Wahhch Debch, che la trova e ne rimane stravolto, si conosce da subito il nome del colpevole, un nativo indiano del Quebec che però non può essere arrestato perché si è rifugiato nella sua riserva.

Da qui in poi inizia il viaggio di Wahhch alla ricerca dell’assassino, non per giustizia o vendetta, ma per vedere in faccia il suo volto e assicurarsi di non contemplare il proprio riflesso in uno specchio. Attraversa le riserve indiane e i confini tra Canada e Stati Uniti in un viaggio non solo fisico, è piuttosto una ricerca nei suoi ricordi alla scoperta della propria storia personale, finisce per trovare una verità impensabile e, purtroppo, la malvagità che abita con lui.

Alla prima morte ne seguono altre in una ambientazione americana che è però un non luogo, dalla rappresentazione della battaglia di Gettysburg fino al New Mexico per finire oltreoceano all’orrore indicibile di Sabra e Chatila.

I narratori di questa storia fosca, gli insetti, gli uccelli, gli animali tutti che uccidono per fame e predano per istinto, partecipando alla vita del protagonista definiscono il messaggio del libro: la bestia è l’uomo. Un messaggio urlato fra righe elegantissime di una prosa che oltre alle numerose citazioni e ai riferimenti poetici ha pagine che toccano per la loro bellezza.

Siamo le polveri antiche di innocenze dimenticate. Esistiamo ancora. Ci saranno sempre delle tenebre dove poter tracciare le nostre linee evanescenti, e questo durerà finché dureranno le notti oscure.” Stanno parlando le lucciole, potrebbero essere le luci delle nostre città.

“Anima” è un libro che calca la mano sulla violenza per non far girare la testa al lettore, è senza speranza, non c’è catarsi e non c’è nulla di consolatorio, è un monito su quello che può essere l’uomo. Solo l’uomo può decidere se far germogliare o meno quel seme violento che si porta dentro.

Le crudeltà raccontate sono perfettamente plausibili, del resto, come ricorda l’autore in un’intervista, Sofocle diceva che nessuno è sicuro che non commetterà l’inimmaginabile.

Un libro che non si dimentica. Alla mente continuano a ritornare passaggi struggenti accanto a descrizioni brutali in una simbiosi innaturale e allo stesso tempo soggiogante.

 

Genere Narrativa

Anno di pubblicazione 2012

In Italia 2015


Nessun commento:

Posta un commento