mercoledì 31 luglio 2024

1984

 




1984 - George Orwell –

recensione a cura di Francesca Simoncelli

 

Immaginate un mondo diviso in tre grandi potenze: Eurasia, Estasia e Oceania, che sono in guerra tra loro. 

Immaginate che in Oceania, la cui capitale è Londra, ci sia un governo, chiamato Grande Fratello, che nessuno ha mai realmente visto, ma che spia ogni cosa, casa e persona, aiutato dalla psicopolizia che sorveglia, indaga e scova chi non si allinea al pensiero del Grande Fratello. 

Niente leggi, apparentemente, tranne una: non si può pensare con la propria testa. 

Tre slogan riassumono la politica del regime: " la guerra è pace ", "la libertà è schiavitù" , " l'ignoranza è forza ", con la conseguente minaccia di torture fisiche e mentali, allo scopo di annullare i pensieri e le emozioni individuali e uniformare le idee. 

I due protagonisti Winston e Julia cercheranno di sottrarsi e ribellarsi, ma... 

Distopico ed inquietante, questo romanzo ci racconta una società in cui il controllo della popolazione viene fatto tramite l'odio verso un nemico che neanche si conosce, dove ignoranza e disinformazione vengono utilizzate per soggiogare il popolo; attraverso la rimozione delle parole si cerca di eliminare il pensiero personale di ciascuno: senza parole "adatte" nessuno può esprimere la sua opinione e si è costretti a seguire quelle "già pronte" del Grande Fratello. 

Libro attuale più che mai, in questo periodo storico, nel quale viene censurato il nostro passato, nel nome del politicamente corretto: alcune parole vengono eliminate da testi antichi, perché ritenute offensive, ma se si pensa al momento in cui furono scritte, assumono un determinato significato e ci mostrano come la società si sia evoluta, quindi anche se sono parole "spiacevoli" ci raccontano il nostro passato e conoscere il passato è necessario per vivere il presente e per progettare un futuro migliore.  

Scrittore visionario, George Orwell anticipa quello che poi negli anni è diventato purtroppo realtà: una società spiata in ogni momento nel nome della sicurezza, persone che non hanno idee proprie, odio veicolato nel nome di una falsa giustizia. 

Nonostante la tematica trattata sia molto impegnativa, la lettura scorre fluida e quindi credo sia un libro che tutti potrebbero e dovrebbero leggere. 

Romanzo dagli ingenti significati che, malgrado l'angoscia che resta dentro dopo averlo letto, ci apre gli occhi su schematiche e ragionamenti che in apparenza ci possono sembrare giusti, ma che, se osservati da una diversa angolazione, si mostrano per quello che realmente sono: più il pensiero del popolo è esiguo, più può essere ingannato e raggirato; quindi teniamoci strette le nostre idee, a volte giuste, spesso sbagliate, ma comunque nostre. 


genere: narrativa distopica

anno di pubblicazione: 1949

 


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