Io sono mio fratello - Giorgio Panariello -
recensione a cura di Patrizia Zara
Mentre leggevo, pensavo. Pensavo e pensavo. Se la storia narrata fosse stata di
una persona "qualunque" e non di Giorgio Panariello, personaggio
pubblico che stimo molto, sarebbe stata corretta, attenzionata e soprattutto
pubblicata dalla Mondadori?
E io, lettrice, avrei preso in considerazione la storia di uno
"qualunque"? Boh! Sta di fatto che Panariello è un personaggio
mediatico che ha una storia "comune" e ha voluto la possibilità di
raccontarla e pubblicarla. Punto.
La storia narrata è struggente e soprattutto sincera. Una storia di sentimenti
contrastanti così come lo sono i due fratelli: l'uno con la voglia e la
determinazione di emergere, dare libero sfogo alle passioni in cui crede
rafforzate da una latente forma di benevolo riscatto (Giorgio) e l'altro
determinato a distruggersi, fragile, condannato a precipitare (Franchino).
Due vite parallele destinate a incontrarsi quando è ormai troppo tardi...
Scritto con la genuinità non solo dei ricordi sparsi qua e là, ma soprattutto
con la voglia di sforzarsi per non dimenticare, "Io sono mio
fratello" risulta una lettura dolcissima; un esternare ogni ricordo
possibile per liberare il demone dei sensi colpa ed esorcizzare il dolore.
E così scoprire che, al di là del personaggio pubblico, esiste sempre un uomo
"qualunque" con una dolorosa storia alle spalle; che quando si
spengono le luci della ribalta l'uomo Panariello veste i panni di un persona
qualsiasi e come una persona qualsiasi deve lottare con i fantasmi, demoni
tormentati che si nutrono di quell'impotenza, proprio come in ogni essere
umano. E sebbene la fama e il denaro possano dare sporadiche boccate di respiro
o ritardare l'inevitabile, il senso di frustrazione dovuto all'impossibilità di
raddrizzare il destino, o sorte o casualità, non ha alcun prezzo: bisogna
conviverci e farsene una ragione. E io ne so qualcosa...
Da leggere soprattutto per l'onestà che si respira nella narrazione, l'acutezza
dei sentimenti, lo sforzo di esternare lealmente le emozioni in modo da non
confondere il personaggio Panariello dal Panariello della porta accanto.
"Integrarsi in una società che non ti perdona neanche le colpe che
non ha commesso non era semplice. Non aveva nessun punto di riferimento, un
appiglio al quale aggrapparsi...la sua era una rivoluzione interiore"
genere: biografia
anno di pubblicazione: 2020
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