Quando lei era buona - Philip Roth
Dalle interviste sembra che Philip Roth ritenesse questa sua opera giovanile non all’altezza delle altre della maturità. Contiene invece già la prosa caratteristica dell’autore e la caratterizzazione dei personaggi, tutti, anche i minori, è così precisa e analitica da rivelare il suo enorme talento. È l’unico libro di Roth con una protagonista femminile.
Quando lei era
buona
ha un ritmo serrato scandito soprattutto dai dialoghi che marcano i tempi della
vicenda narrata con asprezza e ironia, spesso spinta al sarcasmo.
Il
sentimento prevalente è la rabbia che accompagna la protagonista, ma anche il
lettore nella discesa agli inferi che lo porta in una famiglia americana del
Midwest negli anni cinquanta.
“Non essere ricco,
non essere famoso, non essere potente, nemmeno essere felice, ma essere civile
– questo era il sogno della sua vita”
L’incipit
già ci dice tutto, pur non riferendosi a Lucy, la protagonista del libro, ma
riguarda più o meno tutti i personaggi che ruotano intorno a questa storia.
Il
carattere di Lucy è costruito dai caratteri dei suoi familiari: il nonno
Willard ha avuto un’infanzia difficile e ora desidera solo pace e tranquillità,
la nonna, arcigna, aspira solo a una normalità borghese, la madre, Myra, ha
sposato un poco di buono alcolista e violento che la costringe a vivere con la
figlia presso i nonni. I comportamenti, accomodante del nonno e debole della
madre, sono la gabbia in cui Lucy non vuole farsi rinchiudere e soprattutto una
situazione che non vuole si ripeta.
Quando
però resta incinta del debole, viziato e velleitario Roy e i suoi sogni di
studio sono interrotti, Lucy, per non replicare gli errori che ha sempre avuto
davanti agli occhi, decide di puntare sulla giustizia creando un cortocircuito
di cui è lei stessa vittima più di chiunque altro.
Un
ambiente e una comunità dedita alle apparenze, dove è più grave che una figlia
chiami la polizia per denunciare il padre che il padre si ubriachi ogni sera e
picchi la madre, vinceranno contro di lei. Una società chiusa, piena di
pregiudizi, bigotta, dove tutti sanno tutto di tutti, fanno finta di non
sapere, ma giudicano, dove alcolismo e violenza sulle donne devono essere
affrontati da soli all’interno dei muri di casa per non creare scandalo. E
appunto per evitarlo vengono prese decisioni che portano inevitabilmente alla
tragedia. Il romanzo è un atto di accusa verso un ambiente meschino e ottuso,
ma anche verso Lucy che si è preparata a esserne vittima.
Lucy
detesta la vita che le è capitata, detesta il padre ubriacone e incapace,
detesta la madre debole, detesta l’uomo che sposa pur non amandolo, detesta i
propri parenti e quelli del marito, soprattutto lo zio Julian, che odia a sua
volta Lucy, nella quale ha riconosciuto il suo alter ego onesto e di cui ha
timore; insomma Lucy detesta il mondo perché non si assoggetta alle sue
esigenze morarli e materiali.
Le
scelte di Lucy hanno breve vita, dall’adesione al cattolicesimo, alle amicizie
femminili, solo il ripudio del padre è costante. Si accresce, la pervade e
diventa a lungo andare un istinto distruttivo anche contro se stessa. Pur
consapevole di essere altruista, emancipata, istruita, “buona”, accetta
l’inaccettabile, decidendo di non abortire, sposando controvoglia un
uomo-bambino che non ama, continuando però a contestare la sua cerchia e non
perdonando nemmeno se stessa.
Da
eroina quale sembra essere dalle prime pagine evolve autoconvincendosi di
essere sempre nel giusto a causa del dolore vissuto così che da brava e buona
ragazza, muta, diventa una donna presuntuosa, capace di dire no anche al
marito. Una evoluzione per certi versi positiva che invece Roth riesce a
trasformare in paradosso, dove i cattivi, le nullità e i depravati diventano
all’improvviso i buoni della storia e l’eroina diventa la cattiva. Lucy, che ha
cercato di correggere la vita degli altri con accanimento, l’ha fatto con la
giustizia e il moralismo e questo la porta all’inevitabile disastro mettendo in
gioco persino il proprio equilibrio psichico. La vita è spietata e lei non
riesce a reggere il mondo che si è costruita.
Lucy
è un personaggio difficile da amare per la sua testardaggine e per la sua
caparbia ostilità nei confronti degli altri personaggi anche se la si comprende
benissimo. La sua voglia di essere qualcun altro, il suo desiderio di avere una
vita migliore è talmente forte da renderla in alcune parti irritante e allo
stesso tempo straziante. In ogni pagina si soffre con lei e per lei e si prova
rabbia con lei e per lei.
Genere Narrativa
Anno
di pubblicazione 1967
anno di pubblicazione in Italia 2012
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