Il priorato dell'albero delle arance - Samantha Shannon -
recensione a cura di Elisa Caccavale
Con la recensione di
questo mese farò un’incursione nel mondo (ed è proprio il caso di usare questa
espressione) del fantasy, presentando il romanzo Il priorato dell’albero
delle arance di Samantha Shannon, in Italia edito nel 2019 da Mondadori. Si
tratta del primo libro della serie The roots of Chaos (nonostante faccia
parte di una serie è un romanzo autoconclusivo, la vicenda narrata nel secondo
libro – Un giorno di notte cadente uscito nel 2023 - richiama personaggi
e situazioni ma molti anni dopo le avventure narrate ne Il priorato
dell’albero delle arance).
📖 Riassumere la trama di questo
romanzo è un’impresa ardua, pertanto, come si fa spesso parlando ad esempio
dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, è possibile individuare alcuni
filoni narrativi principali che poi si intrecciano ed intersecano tra loro,
dando vita ad una complessa narrazione di storie che si incrociano.
👸 Primo filone narrativo: racconta le
vicende del Reginato di Inys, governato da mille anni dalla casata di
Berethnet, una genia tutta al femminile in cui le regine partoriscono un solo
discendente, sempre femmina, che succede al trono al posto della madre. Nella regione si crede che fino a che
governerà questa stirpe di regine il Senza Nome, temibile drago distruttore che
aveva sparso morte, terrore e malattia nella lontana Era Dolente, non potrà
tornare. Tuttavia cupi presagi gravano sulla regina Sabran Nona e la sua corte
e il risveglio dei draghi è ormai una triste certezza, mentre parti del mondo
stanno cadendo sotto il controllo della riformata armata draconica.
🐉 Secondo filone narrativo: al centro
della narrazione si trovano le vicende di Tanè, un’orfana di umili origini che
è stata addestrata per entrare a far parte dei Guardiani dei Mari, guerrieri
che cavalcano i draghi; in questa parte del mondo i draghi sono venerati e per
questo gli abitanti sono ritenuti eretici; tuttavia i draghi orientali sono
creature ben diverse dai crudeli sputafuoco, sono esseri ancestrali e saggi,
celesti e marini allo stesso tempo, nemici dei draghi di fuoco e pronti a
combattere il ritorno del Senza Nome e della sua armata.
🍊 Terzo filone narrativo: al centro si
trova la vicenda del priorato delle arance che dà il titolo al romanzo, un
luogo governato da maghe guerriere che traggono la loro forza dal siden, una
sostanza magica che viene elargita dai frutti dell’antichissimo albero che
sorge all’interno del priorato. Scopo delle sorelle del priorato è combattere i
draghi di fuoco e distruggerli. Una delle sorelle più abili e potenti è Eadaz
du Zala uq- Nara, che viene inviata dalla priora alla corte di Sabran Nona per
proteggerla dai rischi interni alla corte e da quelli esterni, nonostante per
le sorelle del priorato le regine di Inys e tutti gli abitanti della terra di
Virtudom siano dei millantatori che nascondono la vera origine della sconfitta
del Senza Nome …
🔖 A questi tre principali filoni
narrativi si aggiungono molte vicende di collegamento e sfondo, tutte
ugualmente rilevanti, e un arazzo di personaggi immenso e variegato.
🔮 Il priorato dell’albero delle arance
è un fantasy sontuoso che rende omaggio ai grandi classici del genere, ma con
un sapore molto attuale per quanto riguarda la caratterizzazione dei
personaggi: si muovono in questo mondo dal sapore medioevale (pur con accenni
ad epoche più moderne) così ben costruito e strutturato (caratteristica
imprescindibile del fantasy) uomini e donne di una società immaginata
multietnica e multiculturale, mentre trova spazio anche l’amore omosessuale.
♀️ Questo romanzo è stato
definito un fantasy “femminile e femminista”, infatti il ruolo della donna è
prevalente e per molti aspetti predominante: le donne del priorato, ma anche la
stessa Sabran, che rifiuta di affermare se stessa solo generando una figlia,
sono l’immagine di un universo femminile che ha cercato e trovato il suo
riscatto e la sua attestazione, diventando leva e motore del mondo narrato in
questo complesso romanzo.
💬 L’autrice parte da elementi ben noti
non solo agli amanti del genere, ma anche al pubblico più generalista: quasi
tutti i personaggi e le creature da lei immaginate trovano infatti spazio nella
letteratura, mitologia o nel folclore tradizionali ( ad esempio i draghi di
fuoco rimandano a quelli ben conosciuti ne Lo Hobbit o ancor prima nella
leggenda di San Giorgio e il Drago o nei miti nordici, mentre quelli
lacustrini ricordano chiaramente i draghi della tradizione cinese); la stessa
Shannon cita inoltre tra le sue fonti La regina delle fate di Edmund
Spenser e la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, eppure è riuscita a
creare un romanzo originale, accattivante, avvincente, che si legge con avidità
(nonostante le più di 800 pagine … 1027 in versione ebook) e non ha mai un
sapore di “già visto”.
🗺️ Menzione particolare anche per la
puntuale e attenta creazione di Virtudom e del resto di questo mondo sì immaginario,
ma così simile al nostro, soprattutto per quanto riguarda intrighi, bassezze
giochi di potere, ma anche per il coraggio, la dedizione, la solidarietà e,
sopra tutto, l’amore; come ogni fantasy di classe che si rispetti la Shannon
non ha tralasciato un’accurata indagine geografica (con tanto di immancabile
mappa), linguistica ed etimologica. D’altronde da chi ambisce (e riesce) a
scrivere un grande fantasy non ci si può aspettare nulla di meno.
👍 In conclusione dunque un romanzo
caldamente consigliato, soprattutto a chi è già avvezzo e conoscitore del
genere fantasy e non si fa intimorire dalla lunghezza e complessità di un
romanzo e cerca, oltra ad avventura, passione ed epicità, anche temi attuali.
genere: fantasy
anno di pubblicazione: 2023
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