domenica 14 aprile 2024

SCIGHERA

 




Scighera – Maria Rosaria Pugliese -

Recensione a cura di Dario Brunetti


Dopo la pubblicazione dei romanzi Omicidio ad alta quota e Fuochi d’artificio per il commissario de Santis, ritorna l’autrice Maria Rosaria Pugliese con un giallo moderno dal titolo Scighera, uscito per la casa editrice genovese Fratelli Frilli editori.

Prima di introdurre questo nuovo romanzo sarebbe doveroso partire dal suo titolo Scighera.

Una parola usata nel dialetto milanese che vuole indicare una nebbia molto fitta e intensa, quasi accecante infatti nella sua etimologia, deriva dal latino caecus (cieco).

Il romanzo è ambientato in un condominio denominato Ballabanzer, un palazzo in stile Liberty composto da sei piani e dodici appartamenti e governato dall’amministratore, l’avvocato Mastretta, un personaggio assai discutibile e dal modo di fare un po' ambiguo che deve comunque tenere a bada tante situazioni.

Sappiamo bene che molto spesso nei condominii avvengono litigi, pettegolezzi e a volte si consumano purtroppo anche degli omicidi.

Il commissario de Santis e la sua squadra perché proprio al Ballabanzer, una donna sembra essersi gettata dal sesto piano; si tratta di Vittoria Serravalle.

Gli inquirenti cercheranno di ricostruirne la dinamica dei fatti, perché a insospettirli sarà un vistoso taglio sul braccio.

Qui mi sembra più che doveroso non andare oltre per lasciare al lettore gustarsi un giallo scritto con maestria dall’autrice partenopea, dove con molta cura descrive tutti i personaggi della storia dando loro la giusta credibilità facendo parte di una realtà quotidiana.

I condominii sono lo spaccato di una società che si porta con sé, gioie e dolori, frustrazioni e tormenti e la Pugliese ne focalizza al meglio l’attenzione attraverso uno schema narrativo ben strutturato e con una scrittura lineare e alquanto scorrevole che rende funzionale lo sviluppo della storia.

Il romanzo viene impreziosito inoltre da riferimenti storici, grazie a una documentazione certosina dell’autrice che dedica dei cenni riguardanti all’esodo della Dalmazia e dall’Istria, un evento consistito nell’emigrazione forzata di cittadini che si verificò durante la fine della seconda guerra mondiale e nel decennio successivo.

Nelle mura domestiche c’è quel male che serpeggia infimo, ma il commissario de Santis grazie al suo acume investigativo e allo spiccato senso della giustizia riuscirà a fiutare la pista giusta e a risolvere più di un enigma.

Attraverso il suo personaggio, la Pugliese ci riporta a quel metodo di indagine di stampo classico che ricorda quel commissario Ambrosio di Renato Olivieri o l’Arrigoni di Dario Crapanzano dove i rispettivi protagonisti preferiscono il dialogo, lo spirito di osservazione e la conoscenza. Saranno metodi totalmente opposti a quelli ortodossi visti in precedenza dal personaggio di Duca Lamberti dalla magistrale penna di Giorgio Scerbanenco.

Milano ci cattura ancora una volta attraverso le sue atmosfere malinconiche, mentre la scighera avvolge il palazzo con il suo manto sottile, ma non si porterà mai via quei misteri e segreti, perché prima o poi sono destinati a venire alla luce. Buona lettura!


genere: giallo

anno di pubblicazione: 2022


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