Scighera – Maria Rosaria Pugliese -
Recensione
a cura di Dario Brunetti
Dopo la
pubblicazione dei romanzi Omicidio ad alta quota e Fuochi d’artificio
per il commissario de Santis, ritorna l’autrice Maria Rosaria Pugliese con
un giallo moderno dal titolo Scighera, uscito per la casa editrice
genovese Fratelli Frilli editori.
Prima di
introdurre questo nuovo romanzo sarebbe doveroso partire dal suo titolo Scighera.
Una parola
usata nel dialetto milanese che vuole indicare una nebbia molto fitta e
intensa, quasi accecante infatti nella sua etimologia, deriva dal latino caecus
(cieco).
Il romanzo
è ambientato in un condominio denominato Ballabanzer, un palazzo in
stile Liberty composto da sei piani e dodici appartamenti e governato
dall’amministratore, l’avvocato Mastretta, un personaggio assai discutibile e
dal modo di fare un po' ambiguo che deve comunque tenere a bada tante
situazioni.
Sappiamo
bene che molto spesso nei condominii avvengono litigi, pettegolezzi e a volte
si consumano purtroppo anche degli omicidi.
Il
commissario de Santis e la sua squadra perché proprio al Ballabanzer, una
donna sembra essersi gettata dal sesto piano; si tratta di Vittoria Serravalle.
Gli
inquirenti cercheranno di ricostruirne la dinamica dei fatti, perché a
insospettirli sarà un vistoso taglio sul braccio.
Qui mi
sembra più che doveroso non andare oltre per lasciare al lettore gustarsi un
giallo scritto con maestria dall’autrice partenopea, dove con molta cura
descrive tutti i personaggi della storia dando loro la giusta credibilità facendo
parte di una realtà quotidiana.
I
condominii sono lo spaccato di una società che si porta con sé, gioie e dolori,
frustrazioni e tormenti e la Pugliese ne focalizza al meglio l’attenzione
attraverso uno schema narrativo ben strutturato e con una scrittura lineare e
alquanto scorrevole che rende funzionale lo sviluppo della storia.
Il romanzo
viene impreziosito inoltre da riferimenti storici, grazie a una documentazione
certosina dell’autrice che dedica dei cenni riguardanti all’esodo della
Dalmazia e dall’Istria, un evento consistito nell’emigrazione forzata di
cittadini che si verificò durante la fine della seconda guerra mondiale e nel
decennio successivo.
Nelle mura
domestiche c’è quel male che serpeggia infimo, ma il commissario de Santis
grazie al suo acume investigativo e allo spiccato senso della giustizia
riuscirà a fiutare la pista giusta e a risolvere più di un enigma.
Attraverso
il suo personaggio, la Pugliese ci riporta a quel metodo di indagine di stampo
classico che ricorda quel commissario Ambrosio di Renato Olivieri o l’Arrigoni
di Dario Crapanzano dove i rispettivi protagonisti preferiscono il dialogo, lo
spirito di osservazione e la conoscenza. Saranno metodi totalmente opposti a
quelli ortodossi visti in precedenza dal personaggio di Duca Lamberti dalla
magistrale penna di Giorgio Scerbanenco.
Milano ci cattura ancora una volta attraverso le sue atmosfere malinconiche, mentre la scighera avvolge il palazzo con il suo manto sottile, ma non si porterà mai via quei misteri e segreti, perché prima o poi sono destinati a venire alla luce. Buona lettura!
genere: giallo
anno di pubblicazione: 2022
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