venerdì 8 marzo 2024

RAGIONEVOLI DUBBI

 





Ragionevoli dubbi - Gianrico Carofiglio - 

recensione a cura di Edoardo todaro


Andando a ritroso con Guido Guerrieri l’avvocato descritto, anzi costruito, da Carofiglio, ci imbattiamo con “Ragionevoli dubbi “. Quanto ci descrive Carofiglio, ci porta nella Bari degli anni ’70, anni ’70 che fa di Bari una delle tante città in quel periodo. Guido Guerrieri, anche se marginalmente, ha fatto parte dei gruppi della sinistra extraparlamentare esistenti a Bari negli anni ’70. In contrapposizione a Guido, c’era Fabio Paolicelli, detto Rayban, picchiatore fascista, dedito a rapine a mano armata, frequentatore di campi paramilitari ed attirato dalla mitologia ariana, soprattutto un possibile autore dell’agguato mortale subìto da Benedetto Petrone; una Bari, non solo lei, con le zone della città divise politicamente, oggi “ Rayban “ è dedito al traffico internazionale di stupefacenti e  per questo si trova a scontare 16 anni in carcere. Il carcere, e le accuse rivolte a Paolicelli, mette Guerrieri, l’avvocato Guerrieri, a tu per tu con la propria coscienza: difendere o no, un individuo con cui mai avrebbe pensato di entrare in confidenza, anzi un qualcuno di cui avrebbe desiderato, sicuramente, la morte, con il quale ci sono dei conti in sospeso. Ma siccome come si dice, niente vien da sé, ecco che Guerrieri, il Perry Mason delle Murgie, si deve confrontare, anzi scontrare, lui ed il ricorso alle sigarette per schiarirsi le idee, con un collega, il collega che ha difeso, in precedenza, Paolicelli, un collega che deve fare i conti con accuse piuttosto pesanti. Mai, nel non scritto, è previsto che un avvocato si metta contro ad un altro avvocato. Infatti, cosa avviene? Guerrieri va in contro tendenza ed entra in conflitto con il suo, odiato, collega, un trafficante che si fa scudo dell’essere avvocato. Guerrieri che vaga nelle strade, solo, senza meta, con l’insonnia, la depressione e gli attacchi di panico, che cerca la libreria di riferimento da usare come ansiolitico ed antidepressivo, che odia la domenica in quanto emblema della solitudine, che deve gestire il rapporto, portatore di contraddizioni, con la convivente di un cliente detenuto, con le sue domande senza risposta,  ed il pugilato, anzi gli incontri di boxe, che assumono il modo di porsi rispetto a quanto accade nella vita, perché la sua quotidianità è: pugni al sacco; doccia; panino + birra; il pugilato, metafora della vita, insegnamento per gestire le difficoltà del vivere.  In queste pagine, come nei precedenti romanzi,  incontriamo l’ispettore di polizia, Carmelo Tancredi, capace di leggere nella faccia delle persone;  e Carofiglio ci spinge nell’entrare a conoscere la realtà, la realtà dell’oggi, attraverso la moglie di Paolicelli, Kawabata, l’immigrata, e Bari nella quale non può mancare, fortunatamente, l’associazione di cittadini contro l’installazione dell’impianto per lo smaltimento di rifiuti; ed ”  il menare la birra “, un gioco tra pochi, i pochi raccomandabili; Carofiglio/ Guerrieri ci accompagna nei sotterranei del Palazzo di Giustizia, nel quale le celle di sicurezza sono somiglianti, in tutto e per tutto, alle gabbie per animali da batteria, con la muffa, nafta, umido, i muri scrostati e sudici. Quindi al di là del risultato giudiziario, Carofiglio/Guerrieri ci mette di fronte ai dubbi, il dubbio che ognuno di noi si deve porre per andare avanti, in modo equilibrato con se stesso.


genere: giallo

anno di pubblicazione: 2006



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