Querida - Carmen Nolasco -
recensione a cura di Gino Campaner
Lo dico
sinceramente, non sarà facile per me scrivere con obiettività una recensione su
di un romanzo di Carmen Nolasco. Lo dichiaro apertamente da subito, anche se,
per chi mi conosce, sa che difficilmente faccio sconti agli autori, soprattutto
se hanno scritto un romanzo che mi ha poco emozionato, magari lo esterno con
estrema diplomazia ma tra le righe della mia recensione la delusione si percepisce.
Detto questo ribadisco che io adoro la penna della Nolasco. Mi viene difficile
scriverne male. Lei comunque mi agevola spesso il compito perché i suoi romanzi
sono sempre impeccabili. Cercherò allora di mantenere una certa sobrietà di
giudizio. Ogni volta che la Nolasco pubblica un libro, già prima di leggerlo,
ho aspettative altissime. Le ho da quando lessi Sposo di sangue, il primo
romanzo che ho letto scritto da lei. Da allora posso dire che non ha mai
sbagliato un colpo. Quindi anche da Querida mi aspettavo tantissimo. Ed anche
questa volta sono rimasto pienamente soddisfatto. In Querida c’è tutta la sua
consueta penna con in più una parte in cui il romanzo fa riflettere il lettore
per i temi che tratta. Si parla infatti di un argomento attualissimo: l’intelligenza
artificiale; la possibilità che dei robot, con sembianze più o meno umane, possano
diventare nostri interlocutori diretti. Fin dove sarà lecito spingere la
ricerca? Fin dove gli sarà permesso di arrivare? Quanto condizioneranno la
nostra vita? Saranno in grado di evolvere autonomamente o agiranno solo dietro
direttive imposte, di volta in volta, dai loro creatori? Assolveranno solo a
compiti “ludici” o potranno anche avere sentimenti? Ci si può innamorare di un
cyborg? Può sostituire una persona che abbiamo perduto ed alla quale eravamo
profondamente legati? Tantissime domande e altrettante considerazioni nascono
dalla lettura di questa parte di romanzo. Poi c’è una buona parte di romanzo
(ovviamente le due parti sono perfettamente integrate) con una Nolasco più
“tradizionale”, nel quale affronta temi più vicini ai suoi romanzi precedenti.
L’amore platonico, quello passionale, l’abbandono, il dolore e la rinascita. Il
ritorno alla vita. Il tutto immerso in descrizioni che fanno venire i brividi
tanto sono vivide, facendo sentire il lettore quasi come realmente presente in
quel contesto. La descrizione del mare della sua furia e del suo ritorno alla
calma la presenza costante del vento che scompiglia ogni cosa: le fronde degli
alberi o i capelli, i pensieri o le proprie paure. Tutto con una ricchezza di
vocaboli e di suggestioni che ti fanno sussultare ti trasmettono emozioni
continue. Al di là del racconto in sé quello che adoro della Nolasco è la sua
penna: ricca, evocativa, pertinente, mai banale. Se tutto il romanzo sorprende
e delizia il finale lascerà ad occhi spalancati e riproporrà i mille
interrogativi che avevamo abbandonato per seguire la vicenda personale di Melissa.
Carmen Nolasco non mi hai stupito, non più, mi hai semplicemente confermato
ancora una volta le tue grandi doti di narratrice e di puntuale analizzatrice
della società attuale. Complimenti.
valutazione: buono
genere: narrativaanno di pubblicazione: 2024
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