domenica 17 marzo 2024

QUERIDA

 




Querida - Carmen Nolasco -

recensione a cura di Gino Campaner


Lo dico sinceramente, non sarà facile per me scrivere con obiettività una recensione su di un romanzo di Carmen Nolasco. Lo dichiaro apertamente da subito, anche se, per chi mi conosce, sa che difficilmente faccio sconti agli autori, soprattutto se hanno scritto un romanzo che mi ha poco emozionato, magari lo esterno con estrema diplomazia ma tra le righe della mia recensione la delusione si percepisce. Detto questo ribadisco che io adoro la penna della Nolasco. Mi viene difficile scriverne male. Lei comunque mi agevola spesso il compito perché i suoi romanzi sono sempre impeccabili. Cercherò allora di mantenere una certa sobrietà di giudizio. Ogni volta che la Nolasco pubblica un libro, già prima di leggerlo, ho aspettative altissime. Le ho da quando lessi Sposo di sangue, il primo romanzo che ho letto scritto da lei. Da allora posso dire che non ha mai sbagliato un colpo. Quindi anche da Querida mi aspettavo tantissimo. Ed anche questa volta sono rimasto pienamente soddisfatto. In Querida c’è tutta la sua consueta penna con in più una parte in cui il romanzo fa riflettere il lettore per i temi che tratta. Si parla infatti di un argomento attualissimo: l’intelligenza artificiale; la possibilità che dei robot, con sembianze più o meno umane, possano diventare nostri interlocutori diretti. Fin dove sarà lecito spingere la ricerca? Fin dove gli sarà permesso di arrivare? Quanto condizioneranno la nostra vita? Saranno in grado di evolvere autonomamente o agiranno solo dietro direttive imposte, di volta in volta, dai loro creatori? Assolveranno solo a compiti “ludici” o potranno anche avere sentimenti? Ci si può innamorare di un cyborg? Può sostituire una persona che abbiamo perduto ed alla quale eravamo profondamente legati? Tantissime domande e altrettante considerazioni nascono dalla lettura di questa parte di romanzo. Poi c’è una buona parte di romanzo (ovviamente le due parti sono perfettamente integrate) con una Nolasco più “tradizionale”, nel quale affronta temi più vicini ai suoi romanzi precedenti. L’amore platonico, quello passionale, l’abbandono, il dolore e la rinascita. Il ritorno alla vita. Il tutto immerso in descrizioni che fanno venire i brividi tanto sono vivide, facendo sentire il lettore quasi come realmente presente in quel contesto. La descrizione del mare della sua furia e del suo ritorno alla calma la presenza costante del vento che scompiglia ogni cosa: le fronde degli alberi o i capelli, i pensieri o le proprie paure. Tutto con una ricchezza di vocaboli e di suggestioni che ti fanno sussultare ti trasmettono emozioni continue. Al di là del racconto in sé quello che adoro della Nolasco è la sua penna: ricca, evocativa, pertinente, mai banale. Se tutto il romanzo sorprende e delizia il finale lascerà ad occhi spalancati e riproporrà i mille interrogativi che avevamo abbandonato per seguire la vicenda personale di Melissa. Carmen Nolasco non mi hai stupito, non più, mi hai semplicemente confermato ancora una volta le tue grandi doti di narratrice e di puntuale analizzatrice della società attuale. Complimenti.

valutazione: buono

genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2024

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