La ladra di parole - Abi Darè
Questa
è una storia dolorosa e amara con una protagonista femminile formidabile e
coraggiosa di nome Adunni. Parla dalle pagine del libro con il suo
caratteristico linguaggio sgrammaticato e fa immedesimare nel racconto proprio
per la sua voce autentica. Infatti una nota iniziale avverte i lettori che la
traduzione italiana rispetta il “broken
English” parlato in Nigeria dove comincia la sua storia. Questo modo di
parlare strampalato regala impreviste osservazioni di costume che, unite
all’innocenza e all’ingenuità spiazzante di Adunni, fanno immergere il lettore in
una vicenda penosa e al tempo stesso piena di speranza che vede la nostra
protagonista dolce e instancabile, orgogliosa e determinata alla ricerca di
riscatto.
Un
riscatto che passa attraverso il suo sogno di istruzione, di sapere, di
conoscenza nonostante un destino di morte e schiavitù che passa per
pestaggi, umiliazioni e sfruttamento perpetrati persino dalla famiglia presso
cui ha trovato asilo impiegata come domestica.
Adunni
a quattordici anni viene data in moglie a un vecchio con altre due mogli perché
la famiglia ha bisogno di soldi nonostante il suo sogno sia quello di studiare,
diventare maestra per insegnare alle bambine a liberarsi dalla miseria
attraverso l’istruzione. Dopo un evento tragico riesce a fuggire nella capitale,
Lagos, ma finisce serva di una padrona spietata e tirannica.
Adunni
diventa pertanto una ladra, ruba di nascosto le parole dei vecchi libri di
proprietà della sua ricca padrona. Le parole rubate sono l’unica via di fuga strappata
a giornate estenuanti di lavoro e digiuno sognando sempre di diventare una
maestra.
Il
titolo italiano del libro appare pertanto centrato.
Il
titolo originale “The girl with the
louding voice”, d’altra parte ha la sua ragion d’essere perché Adunni dice:
“Io voglio una voce forte, una voce che
la sentono tutti. Voglio che entro in un posto e le persone mi sentono, anche
prima che ho aperto la bocca. Nella vita voglio aiutare tante persone, così,
quando divento vecchia e muoio, vivo ancora nelle persone che ho aiutato”.
Far
sentire quindi, alzare la propria voce oltre le sofferenze e gli abusi e per
fare questo, per far nascere la speranza e far avverare il sogno l’unica
maniera è andare a scuola, imparare a leggere e scrivere.
Con
fermezza Abi Darè racconta la situazione di migliaia di bambine e bambini
nigeriani sfruttati e fa riflettere sull’influenza dell’istruzione, unico
strumento di riscatto ed emancipazione.
“Per le ragazze
come me il futuro è già deciso. Ma io non mi arrendo nel silenzio. Un giorno
troverò la mia voce” Afferma
Abi Darè attraverso Adunni e c’è riuscita.
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2020
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