mercoledì 20 marzo 2024

LA LADRA DI PAROLE





 

La ladra di parole - Abi Darè

 Recensione a cura di Miriam Donati

 

Questa è una storia dolorosa e amara con una protagonista femminile formidabile e coraggiosa di nome Adunni. Parla dalle pagine del libro con il suo caratteristico linguaggio sgrammaticato e fa immedesimare nel racconto proprio per la sua voce autentica. Infatti una nota iniziale avverte i lettori che la traduzione italiana rispetta il “broken English” parlato in Nigeria dove comincia la sua storia. Questo modo di parlare strampalato regala impreviste osservazioni di costume che, unite all’innocenza e all’ingenuità spiazzante di Adunni, fanno immergere il lettore in una vicenda penosa e al tempo stesso piena di speranza che vede la nostra protagonista dolce e instancabile, orgogliosa e determinata alla ricerca di riscatto.

Un riscatto che passa attraverso il suo sogno di istruzione, di sapere, di conoscenza nonostante un   destino di morte e schiavitù che passa per pestaggi, umiliazioni e sfruttamento perpetrati persino dalla famiglia presso cui ha trovato asilo impiegata come domestica.

Adunni a quattordici anni viene data in moglie a un vecchio con altre due mogli perché la famiglia ha bisogno di soldi nonostante il suo sogno sia quello di studiare, diventare maestra per insegnare alle bambine a liberarsi dalla miseria attraverso l’istruzione. Dopo un evento tragico riesce a fuggire nella capitale, Lagos, ma finisce serva di una padrona spietata e tirannica.

Adunni diventa pertanto una ladra, ruba di nascosto le parole dei vecchi libri di proprietà della sua ricca padrona. Le parole rubate sono l’unica via di fuga strappata a giornate estenuanti di lavoro e digiuno sognando sempre di diventare una maestra.

Il titolo italiano del libro appare pertanto centrato.

Il titolo originale “The girl with the louding voice”, d’altra parte ha la sua ragion d’essere perché Adunni dice: “Io voglio una voce forte, una voce che la sentono tutti. Voglio che entro in un posto e le persone mi sentono, anche prima che ho aperto la bocca. Nella vita voglio aiutare tante persone, così, quando divento vecchia e muoio, vivo ancora nelle persone che ho aiutato”.

Far sentire quindi, alzare la propria voce oltre le sofferenze e gli abusi e per fare questo, per far nascere la speranza e far avverare il sogno l’unica maniera è andare a scuola, imparare a leggere e scrivere.  

Con fermezza Abi Darè racconta la situazione di migliaia di bambine e bambini nigeriani sfruttati e fa riflettere sull’influenza dell’istruzione, unico strumento di riscatto ed emancipazione.

“Per le ragazze come me il futuro è già deciso. Ma io non mi arrendo nel silenzio. Un giorno troverò la mia voce” Afferma Abi Darè attraverso Adunni e c’è riuscita.

 

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2020 

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