UN LUNGO CAPODANNO IN NOIR -
AA.VV
recensione a cura di Edoardo Todaro
Se Sellerio mette in campo, ormai da tempo, una squadra di
tutto rispetto andando a comporla tra i suoi migliori autori, vedi l’ultimo
“Cucina in giallo”, Guanda noir risponde in maniera più che adeguata. 10 dei “suoi”
migliori scrittori scendono in campo in modo del tutto positivo dando vita a
“Un lungo capodanno in noir “. Certamente non voglio dire se è meglio l’uno o
l’atro., mi interessa dire che con estremo piacere vediamo tanti scrittori
cimentarsi in una gara non prevista, una gara di cui i beneficiari non possono
che essere i lettori. Si parte alla grande, con Diego De Silva attraverso “Gli
accidentali “ e l’autostima, l’auto considerazione, la semplificazione ed il
fatto che una volta tanto nella vita è bello mandare tutto alla rovina . E come
secondo? Giancarlo de Cataldo con “‘O zuzzuso“ (lo sporcaccione). Una situazione che si svolge in un contesto
culinario compromesso da informatori, calunniatori, con ricordi ormai svaniti
nel tempo: da Rischiatutto alla SIP all’attentato, tanto per cambiare,
addebitato agli anarchici. Buon terzo,
Leonardo Gori che ci riporta alla storia di Firenze, tra il bando di Graziani,
l’oscuramento e coloro che, se sono politicamente diversi, chi è squadrista e
chi è con i partigiani, hanno lo stesso atteggiamento nel rapporto verso le
donne. Comunque una storia di amori malati che finiscono male. A seguire
abbiamo a che fare con Gian Andrea Cerone e con “Il mistero del condominio “.
Un’indagine condotta dalla moglie di un poliziotto, ma soprattutto di
stringente attualità vista la descrizione che ci viene fatta della cosiddetta
traversata del Mediterraneo compiuta dagli immigrati e la solidarietà che
dimostra come spesso la realtà supera la fantasia, nonostante i tanti sospetti
in circolazione. Che dire di Marco De Franchi con il “Dono“ e le vittime
accomunate dall’essere dei poveracci di cui non importa niente a nessuno. Il
racconto di De Franchi è l’ulteriore dimostrazione, se mai ne avevamo bisogno,
che ogni serial killer ha il suo metodo. Terminato il “Dono “, ecco “Weekend
lungo a Barcellona “ di Gianni Biondillo, cioè come una vacanza si trasforma in
incubo. Dietro ad Antonio, il marito affettuoso si cela, in realtà, un boss
della malavita organizzata che intrattiene affari nel traffico di stupefacenti
e nel riciclaggio di denaro in attività poco legali. Se questo è il marito, che
dire di Marina la moglie, una moglie diabolica. Avviandosi alla conclusione,
ecco Andrea Fazioli con “Il custode dell’abisso“ che ci introduce in mondo con
il quale dovremo, volenti o nolenti, avere a che fare nel prossimo futuro.
L’Intelligenza Artificiale, con un nome: Max, con cui è possibile parlare.
Intelligenza disponibile sempre, giorno e notte, che è come un chiromante che
legge la mano. Quindi è il momento di
Luca Crovi con “Odio il capodanno“. Come accaduto in altri romanzi, Crovi
ricorre al commissario De Vincenzi, creato da Augusto De Angelis negli anni
’30, per parlarci di chi è quell’uomo famoso che è detenuto e che non ha
commesso alcun reato, un commissario che ama la giustizia ma odia il capodanno,
come il famoso detenuto. A Marcello Fois il penultimo racconto con l’ispettore
capo e l’agente scelto con il turno che sfiora la notte di capodanno, un
racconto misterioso ed inquietante come sa fare Fois. In conclusione Marco
Vichi ed “Il bosco “. Intrigante come sempre, in questo caso, tramite Camilla e
Filippo affronta il cosiddetto piacere del proibito tra l’infanzia perduta e
l’adolescenza in arrivo, con il senso di colpa che ti fa sentire più grande. Riprendendo il gergo sportivo usato
all’inizio, posso dire che la partita è finita ma se ci deve essere un
vincitore, questo verrà decretato dai lettori.
genere: noir
anno di pubblicazione: 2023
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