venerdì 19 gennaio 2024

TUTTI I PARTICOLARI IN CRONACA

 





Tutti i particolari in cronaca - Antonio Manzini -

recensione a cura di Ornella Donna


Antonio Manzini pubblica il suo primo libro dell’anno in corso, il 2024, in una prestigiosa collana, Il Giallo Mondadori, intitolato Tutti i particolari in cronaca. Un giallo che non vede più protagonista l’amato vicequestore Rocco Schiavone, ma non meno importante per qualità di linguaggio e trama concepita.

In questo romanzo i personaggi ,di cui leggiamo le gesta, sono due: da una parte l’archivista Carlo Cappai, che lavora in tribunale; eWalter Andretti che, dalla cronaca sportiva è stato “buttato” direttamente alla Cronaca giudiziaria, cosa che lui proprio non riesce a digerire. Cosa hanno in comune questi due personaggi? Procediamo con ordine.

Carlo Cappai è il prototipo del classico impiegato, o travet che dir si voglia. Un uomo molto solo, invisibile, che tutti i giorni compie gli stessi gesti e azioni. Si reca al lavoro, torna a casa e alle dieci di sera a letto. Una vita ordinaria, buia, spenta. In realtà non è proprio così. Perché quei faldoni, quella carta che lui tiene in grande ordine, gli parla, gli grida una verità difficile e assai tragica, ovvero:

       “Quello che avevano seminato ancora gridava da molto dei faldoni che lui accudiva come orfani bisogni di affetto.”

E lo scatolone che grida di più è quello:

      “Effe. Sezione F, scaffale 7, ripiano 9, busta 82. Che raccontava nero su bianco l’assoluzione di Luigi Sesti, il figlio del grande avvocato; e di una vittima rimasta sola, spoglia e nuda.”

E lui la vittima la conosceva molto bene. Era Giada,

     “La sua unica e vera amica, col sangue raggrumato sulla fronte e gli occhi chiusi per sempre. Nessuno le aveva reso giustizia”.

Sarà lui, novello giustiziere della notte, a farle giustizia per sempre? E come?

Dall’altra parte c’è il personaggio di Walter Andretti, cronista di Nera, che all’inizio si approccia ad una serie di omicidi alquanto strani ed insoluti, in maniera goffa e ridicola, proprio perché lui è avverso a questo tipo di giornalismo. Ma poi , piano piano, dopo un incontro risolutore con uno strano personaggio, incomincia ad incuriosirsi e ad appassionarsi. Così che:

      “L’omicidio di Zigan non è più un bell’articolo sul giornale, mi si è incistato nella mente e non riesco più a scacciarlo. Penso solo a quello.”

Due personaggi, due vite diverse. Come convergeranno in un unico punto, in un’unica indagine forzosa e alquanto avvincente? Alla lettura la risposta.

Antonio Manzini torna con un grande giallo, il cui tema di sottofondo è assai delicato , e , purtroppo, di grande attualità. La legge mette sempre in atto la Giustizia? I giochi di avvocati, privi di scrupoli, quali conseguenze hanno per chi subisce e soffre? Spesso,

        “Che nei tribunali il più delle volte si giocava con le procedure e i codici, che spesso si perdeva di vista il motivo per cui quei tribunali esistevano.”

Dilemmi profondi, risposte amletiche, scritti con un linguaggio preciso, privo di inutili fronzoli , ma assai reali. Una trama avvincente e personaggi descritti anche in modo assai intimo ed intimistico sono i pilastri fondanti di un romanzo che cattura ed avvince. Sicuramente un romanzo differente da quelli che raccontano le gesta del vicequestore prestato ad Aosta, ma molto profondo e narrativamente completo. Ne consegue una lettura destinata ad un pubblico che adora il giallo italiano; ma non solo. Anche a chi ama riflettere sui grandi temi morali legati alla giustizia e alla legge. Un inizio di anno di buona lettura, che si apre ad altre dello stesso livello. O almeno si spera. Ottimo esordio in casa Giallo Mondadori.!

genere: giallo

anno di pubblicazione: 2024

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