L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera
recensione a cura di Francesca Simoncelli
Storia di intrighi amorosi, tradimenti, sofferenza ed
egoismo, nella Praga del 1968, con la guerra sullo sfondo.
Il racconto narra l’intreccio delle vite di quattro
personaggi: Tomas, la sua compagna Tereze, la sua amante Sabine e l’amante di
Sabine, Franz.
Tereze rappresenta la pesantezza e la debolezza, perché vive
nella paura di perdere Tomas ed e tormentata dai suoi tradimenti, ma rimane
comunque con lui, perché lo ama.
Tomas rappresenta, invece, la leggerezza; la sua filosofia
di vita consiste nel pensare che ci sono infinite possibilità e quindi lui
“sceglie di non scegliere” per poter assaporare ogni aspetto della sua
esistenza; ne consegue che, anche se innamorato di Tereze, non rinuncia ad
avere altre storie ed amanti.
La sua leggerezza, però, diventa insostenibile quando si
accorge che la sua condotta fa soffrire Tereze e che quindi l’illimitata
libertà è illusoria, perché ha come limite la sofferenza che si provoca agli
altri.
“L’ insostenibile leggerezza dell’essere” è un romanzo
filosofico, pieno di spunti di riflessione.
L’ autore si pone domande sull’etica, chiedendosi “come si
deve vivere?”
Cercherà le risposte attraverso le differenti vite dei
suoi personaggi: è meglio vivere nella leggerezza? Ma quali sono poi le
controindicazioni? E’ giusto vivere senza limiti morali? Oppure è meglio vivere
nella pesantezza, ancorati bene a terra, essendo sensibili ad ogni dettaglio
della vita propria e di quella altrui? Fino a che punto l’intensità emotiva che
ne consegue non danneggia la nostra esistenza?
Come tutte le riflessioni filosofiche, non vuole arrivare ad
una conclusione definitiva, bensì offre punti di partenza per nuove
considerazioni.
L’ opera di Kundera è uno scritto complesso, a tratti lento
ed angosciante, pesante, pur raccontando una storia piuttosto “banale”
Secondo la mia personale opinione, è uno di quei libri che
si odia o si ama, senza mezze misure, perché, per poter piacere, si deve
entrare in sintonia con i personaggi e la storia.
Ho deciso di imbarcarmi nella lettura di questo romanzo,
perché è ritenuto uno dei grandi classici della letteratura, quindi mi
incuriosiva particolarmente e poi, non posso negarlo, il titolo ha in sé grandi
aspettative.
Sono convinta che ci sono opere che vanno lette solo in un
determinato momento della nostra vita, perché deve arrivare l’attimo giusto,
nel quale si è pronti ad affrontare argomenti di imponente intensità.
Sinceramente non sono riuscita ad empatizzare con i
protagonisti della storia e con la narrazione, ma indubbiamente la lettura di
questo libro mi ha lasciato ingenti incentivi a riflessioni morali ed
esistenziali.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 1984
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