martedì 2 gennaio 2024

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE

 




L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera 

recensione a cura di Francesca Simoncelli

 

Storia di intrighi amorosi, tradimenti, sofferenza ed egoismo, nella Praga del 1968, con la guerra sullo sfondo. 

Il racconto narra l’intreccio delle vite di quattro personaggi: Tomas, la sua compagna Tereze, la sua amante Sabine e l’amante di Sabine, Franz. 

Tereze rappresenta la pesantezza e la debolezza, perché vive nella paura di perdere Tomas ed e tormentata dai suoi tradimenti, ma rimane comunque con lui, perché lo ama. 

Tomas rappresenta, invece, la leggerezza; la sua filosofia di vita consiste nel pensare che ci sono infinite possibilità e quindi lui “sceglie di non scegliere” per poter assaporare ogni aspetto della sua esistenza; ne consegue che, anche se innamorato di Tereze, non rinuncia ad avere altre storie ed amanti. 

La sua leggerezza, però, diventa insostenibile quando si accorge che la sua condotta fa soffrire Tereze e che quindi l’illimitata libertà è illusoria, perché ha come limite la sofferenza che si provoca agli altri. 

“L’ insostenibile leggerezza dell’essere” è un romanzo filosofico, pieno di spunti di riflessione. 

L’ autore si pone domande sull’etica, chiedendosi “come si deve vivere?” 

 Cercherà le risposte attraverso le differenti vite dei suoi personaggi: è meglio vivere nella leggerezza? Ma quali sono poi le controindicazioni? E’ giusto vivere senza limiti morali? Oppure è meglio vivere nella pesantezza, ancorati bene a terra, essendo sensibili ad ogni dettaglio della vita propria e di quella altrui? Fino a che punto l’intensità emotiva che ne consegue non danneggia la nostra esistenza? 

Come tutte le riflessioni filosofiche, non vuole arrivare ad una conclusione definitiva, bensì offre punti di partenza per nuove considerazioni. 

L’ opera di Kundera è uno scritto complesso, a tratti lento ed angosciante, pesante, pur raccontando una storia piuttosto “banale” 

Secondo la mia personale opinione, è uno di quei libri che si odia o si ama, senza mezze misure, perché, per poter piacere, si deve entrare in sintonia con i personaggi e la storia. 

Ho deciso di imbarcarmi nella lettura di questo romanzo, perché è ritenuto uno dei grandi classici della letteratura, quindi mi incuriosiva particolarmente e poi, non posso negarlo, il titolo ha in sé grandi aspettative. 

Sono convinta che ci sono opere che vanno lette solo in un determinato momento della nostra vita, perché deve arrivare l’attimo giusto, nel quale si è pronti ad affrontare argomenti di imponente intensità. 

Sinceramente non sono riuscita ad empatizzare con i protagonisti della storia e con la narrazione, ma indubbiamente la lettura di questo libro mi ha lasciato ingenti incentivi a riflessioni morali ed esistenziali. 

genere: narrativa

anno di pubblicazione: 1984

 


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