La donna di Gilles - Madeleine Bourdouxhe -
recensione a cura di Carmen Nolasco
Di questo romanzo ho letto la
pubblicazione de Gli Adelphi del 2005. Ma è un’opera che ha già una sua bella
età essendo stata stampata e ristampata innumerevoli volte. Ne è stato anche
tratto un film diretto da Frédéric Fonteyne e presentato nel 2004 alla Mostra
del Cinema di Venezia.
Madeleine Bourdouxhe ha
pubblicato nel 1937 questo romanzo d’esordio appena trentenne ed è subito
diventato un gioiello della letteratura belga. È una storia d’amore, ma non
aspettatevi un racconto sdolcinato e tenero, è una storia crudele e intensa. La
trama è davvero molto semplice eppure il romanzo è complesso e memorabile.
Dopo questo capolavoro, irripetibile,
l’autrice è rimasta quasi assente, tranne poche apparizioni, dalla scena
letteraria. La femme de Gilles è un’opera straordinaria per la minuziosa
capacità di indagare, e tradurre in parola, le profonde, dolorose, deliranti
emozioni umane.
Elisa non è veramente sé stessa,
non è consapevole della propria unicità e del proprio valore, questi sono
strettamente connessi all’esistenza di Gilles, ai bisogni di Gilles, alla
bellezza di Gilles e alla sua abnegazione per Gilles. Lei è la donna di Gilles,
e così sarà fino a quasi la fine del racconto.
Moglie devota? No, oggi diremmo
legame patologico, annientamento psicologico. Diremmo dipendenza affettiva.
Gilles, dal suo canto, non è un
marito e padre devoto. Un giorno, a smuovere Elisa dalla sua adorazione
incondizionata, è l’intuizione e poi la scoperta di un tradimento. Non un
tradimento qualsiasi, ma un tradimento che non si dovrebbe mai subire. E lei,
Elisa, lo subisce in una forma per nulla indolente, come potrebbe apparire di
primo acchito, ma a suo modo attiva e così lontana dall’immaginario collettivo
della donna tradita da fare accapponare la pelle.
Cosa non farebbe Elisa, pur di
stare accanto al suo Gilles e alleviargli le pene?
Il racconto è così toccante ― e
in un certo senso scandaloso ― così privo di qualsiasi teatralità e concentrato
sui fatti nudi e crudi, da entrare come un treno in corsa nell’emotività del
lettore. Nessuno può restare indifferente di fronte a questa lettura. È come
guardare un film e soffrire e sperare nel lieto fine. O nella giustizia. O,
ancora, nella riparazione finale del torto.
A un certo punto la narrazione
appare perfino grottesca, così incomprensibile e lontana dalle nostre vite da sbigottirci.
Oppure, lasciatemelo dire, così vicina alla parte più intima del nostro cuore,
da affondare con facilità e naturalezza nel mare oscuro delle nostre vere, umane
debolezze.
anno di pubblicazione: 1937
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