mercoledì 10 gennaio 2024

LA DONNA DI GILLES

 




La donna di Gilles - Madeleine Bourdouxhe - 

recensione a cura di Carmen Nolasco


Di questo romanzo ho letto la pubblicazione de Gli Adelphi del 2005. Ma è un’opera che ha già una sua bella età essendo stata stampata e ristampata innumerevoli volte. Ne è stato anche tratto un film diretto da Frédéric Fonteyne e presentato nel 2004 alla Mostra del Cinema di Venezia.

Madeleine Bourdouxhe ha pubblicato nel 1937 questo romanzo d’esordio appena trentenne ed è subito diventato un gioiello della letteratura belga. È una storia d’amore, ma non aspettatevi un racconto sdolcinato e tenero, è una storia crudele e intensa. La trama è davvero molto semplice eppure il romanzo è complesso e memorabile.

Dopo questo capolavoro, irripetibile, l’autrice è rimasta quasi assente, tranne poche apparizioni, dalla scena letteraria. La femme de Gilles è un’opera straordinaria per la minuziosa capacità di indagare, e tradurre in parola, le profonde, dolorose, deliranti emozioni umane.

Elisa non è veramente sé stessa, non è consapevole della propria unicità e del proprio valore, questi sono strettamente connessi all’esistenza di Gilles, ai bisogni di Gilles, alla bellezza di Gilles e alla sua abnegazione per Gilles. Lei è la donna di Gilles, e così sarà fino a quasi la fine del racconto.

Moglie devota? No, oggi diremmo legame patologico, annientamento psicologico. Diremmo dipendenza affettiva.

Gilles, dal suo canto, non è un marito e padre devoto. Un giorno, a smuovere Elisa dalla sua adorazione incondizionata, è l’intuizione e poi la scoperta di un tradimento. Non un tradimento qualsiasi, ma un tradimento che non si dovrebbe mai subire. E lei, Elisa, lo subisce in una forma per nulla indolente, come potrebbe apparire di primo acchito, ma a suo modo attiva e così lontana dall’immaginario collettivo della donna tradita da fare accapponare la pelle.

Cosa non farebbe Elisa, pur di stare accanto al suo Gilles e alleviargli le pene?

Il racconto è così toccante ― e in un certo senso scandaloso ― così privo di qualsiasi teatralità e concentrato sui fatti nudi e crudi, da entrare come un treno in corsa nell’emotività del lettore. Nessuno può restare indifferente di fronte a questa lettura. È come guardare un film e soffrire e sperare nel lieto fine. O nella giustizia. O, ancora, nella riparazione finale del torto.

A un certo punto la narrazione appare perfino grottesca, così incomprensibile e lontana dalle nostre vite da sbigottirci. Oppure, lasciatemelo dire, così vicina alla parte più intima del nostro cuore, da affondare con facilità e naturalezza nel mare oscuro delle nostre vere, umane debolezze.

genere: narrativa

anno di pubblicazione: 1937

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