giovedì 28 settembre 2023

TUA

 





TUA - Claudia Pineiro

 

Recensione a cura di Miriam Donati

 

Buenos Aires. Inés, moglie di Ernesto, irreprensibile dirigente di successo, trova per caso nella ventiquattrore del marito un biglietto d'amore scritto con il rossetto e firmato "Tua". Una sera decide di seguirlo fino al parco Bosques de Palermo dove lui e la sua amante si sono dati appuntamento. Iniziano a discutere, lui la spinge violentemente, la donna cade, sbatte la testa contro un sasso e muore.

Questo è l’inizio della storia che è la felice miscela tra umorismo e noir e crea una commedia nera carica di colpi di scena ed emozioni, ferocemente ironica e sorprendente per il ritmo incalzante e la suspense.

È un giallo psicologico raccontato con una sequenza diretta, veloce, dissacrante e tagliente, con un finale intrigante.

Si sviluppa all’interno di un nucleo familiare, dove ognuno dei tre componenti capisce ben presto che non esistono alleati, ma che per salvarsi bisognerà attingere solo ed esclusivamente alle proprie forze.

Una di quelle vicende in cui non si salva veramente nessuno, perché tutti a loro modo hanno la coscienza sporca, fa pensare a un “Fargo” dei fratelli Coen in salsa argentina.

È proprio questa lucidità nel mettere in scena la fondamentale aridità dei personaggi il tratto più interessante del libro, che sfrutta una ingegnosa trama gialla in cui tutti spiano tutti e nessuno parla davvero con nessuno.

Il racconto evidenzia apparentemente in leggerezza un dramma della meschinità: una moglie tradita che scopre il tradimento e non solo.

Ines è una casalinga disperata e servizievole, ha la propensione a mettere tutto in ordine: nulla deve essere fuori posto, figuriamoci un'altra donna, o due, addirittura; compila quindi liste di ipotesi, una più fredda e agghiacciante dell’altra per spiegarsi il comportamento di un marito che è, banalmente, un traditore seriale. Una donna che, con ostinazione, vuole mostrare solo "la facciata", mentendo a se stessa e al mondo intero, pur di non accettare il fallimento e cerca di salvare il salvabile.

Ernesto, il marito fedifrago, un discreto cialtrone, tradisce Ines ripetutamente e in vari modi nel corso della vicenda.

Sono entrambi ciechi nei confronti della figlia, un’adolescente superficiale che odia i genitori e la loro vita fatta di ipocrisie ma che, di suo, non si inventa nulla per sfuggirvi e che, proprio sotto i loro occhi, sta vivendo un grande dramma, ritrovandosi sola e spaesata, costretta a diventare adulta bruscamente. Una figlia vista più come un elemento di disturbo che come persona da crescere e accudire, fintamente ribelle e realmente disillusa, acidissima e scontrosa proprio a causa del comportamento dei genitori. Rappresenta però l’unico sottile filo di speranza del libro a causa di un errore che avrebbe potuto rivelarsi drammatico e che invece la fa maturare.

 

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2013

 


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