Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitare
l’autore Fabio Rennani. Benvenuto nel blog Giallo e cucina e grazie per avermi
dedicato un po’ del tuo tempo.
Ciao Gino e grazie per la grande opportunità che dai agli
autori emergenti di farsi conoscere. Il mio nome è uno pseudonimo. Io sono un
ingegnere e sono responsabile della logistica di una grande azienda italiana.
Sono nato e cresciuto a Roma e l’anno prossimo compirò i fatidici 50 anni. Da
quando sono ragazzo ho sempre avuto la passione per le lettere e la lettura e
ho una grandissima cultura classica, tanto che arrivato il momento di scegliere
l’università ero fortemente indeciso tra un percorso tecnico ed uno umanistico.
Alla fine ho scelto la tecnica… e per carità, non me ne pento! Ma la passione è
rimasta e quindi ho continuato a leggere di tutto, dai classici alle avventure,
dalle poesie ai romanzi. Da qualche tempo mi ero ripromesso di iniziare a
scrivere qualcosa di mio… e nel corso del 2021, un giorno mi sono guardato allo
specchio e mi sono detto: se non ora quando? Ne è nato in qualche mese un libro
e poi subito un altro. Mi sono divertito talmente tanto che ora sto scrivendo
il terzo!
Oltre a scrivere sei anche un lettore? Hai un genere preferito?
Preferisci gli ebook o il libro cartaceo?
Preferisco il cartaceo… l’odore e il fruscio della carta non
si batte, tuttavia c’è poco da fare, l’ebook è molto più pratico. Quindi ora
leggo per di più in digitale, anche se quello che mi piace, spesso, lo acquisto
anche cartaceo.
Da dove nascono le tue storie? Elabori notizie che leggi
o sono esclusivamente di fantasia? I personaggi del tuo libro sono stati
ispirati da persone reali?
In genere si scrive quello che si conosce, quindi le
ambientazioni e i personaggi sono rielaborazioni di cose che ho vissuto o che
ho conosciuto. Poi ovviamente la fantasia la fa da padrone e quindi rielaboro
totalmente le storie, l’ambientazione e le caratteristiche dei personaggi
Hai solitamente una scaletta prefissata o ti fai condurre
dalla narrazione?
In genere elaboro le storie in mente, non scrivo mai
canovacci o schemi. Le parole fluiscono naturalmente quasi tutte in sequenza. E
poi ogni idea mi porta ad una nuova idea e quindi il racconto gradualmente
prende forma
Scrivi quando riesci o preferisci un momento particolare
della giornata?
Avendo un lavoro impegnativo, una famiglia, due figli, due
gatti, scrivo quando riesco, in genere un’oretta al giorno di media. Suddivido
l’impegno in due fasi: la scrittura di parti nuove e la correzione di quanto
già scritto
Per le mie interviste cerco spesso di chiacchierare con
autori non ancora noti del tutto, emergenti o esordienti, per cercare di farli
conoscere meglio ai lettori. Spesso, molti di loro, scelgono la via della auto
pubblicazione per mettere sul mercato il proprio libro. Tanto che io vedo il
self publishing un po’ come una sorta di gavetta di passaggio quasi obbligato
(o consigliabile) per chi è all’inizio della sua avventura di scrittore. Poi le
strade sono due o prosegui col self se, per tanti motivi, ritieni che quella
sia la strada a te più congeniale oppure, contando sulla bontà e sul successo
del tuo romanzo, attendi la chiamata di una casa editrice. Io stesso tengo
molto in considerazione il mondo del self publishing. Non lo ritengo affatto un
mercato di serie B. In esso ci sono autori di assoluto rilievo e che meritano
un’alta considerazione. Per te affidarti alla pubblicazione in proprio è stata
una scelta precisa o necessaria? Parlaci della tua esperienza. Ti avvali di
professionisti “esterni” per la copertina, l’editing, l’impaginazione o fai
tutto da solo?
Grazie per la domanda, perché è un aspetto che mi piace
chiarire. Ho scritto e terminato il mio primo libro Astuti Inganni senza avere
la minima idea di pubblicarlo. Volevo che fosse un mio gioco esclusivo, farlo
leggere alla mia famiglia e a qualche amico. Così è stato letto da qualcuno che
ha iniziato a lodare il mio lavoro e mi ha consigliato di pubblicarlo.
Casualmente mi sono imbattuto nel self di Amazon e visto che era semplice e
immediato ho provato lì. Non ho mai inviato nulla alle Case Editrici. Per la
copertina di Astuti Inganni ho preso un disegno fatto insieme a mio figlio, poi
ho impaginato il tutto sul portale di Amazon e non ho utilizzato alcun
professionista esterno. I miei libri non sono editati. Per questo in realtà mi
ha aiutato molto la mia educazione tecnica: so programmare bene e quindi non è
stato un problema l’impaginazione del testo o dell’immagine: ho fatto tutto in
un paio di giorni a libro. Per quanto riguarda l’editing, ho ideato un sistema
un po’ particolare per fare da solo e ridurre i tempi. Divido l’impegno in due
parti: creazione e correzione. Per la creazione utilizzo un file word su cloud
già pronto per essere pubblicato e scrivo da ogni supporto: cellulare, tablet o
pc accedendo sempre allo stesso file.
Per la correzione e editing, invece indosso una cuffia e mi faccio auto leggere
da word il testo tante volte e man mano lo correggo. Alla fine riesco ad
eliminare quasi tutti gli errori di battitura, ma anche le ripetizioni, le
frasi poco musicali, ecc.
Tra l’altro tu ci hai pure messo il carico da 90, perché
oltre ad auto pubblicarti hai pensato bene di tradurre personalmente i tuoi
libri in inglese così da poter entrare anche in quel mercato. Una decisione
abbastanza singolare. Ma poi devono essere anch’essi revisionati? Come
funziona, questo aspetto mi incuriosisce molto.
Si è vero, alla fine, come si dice, ci ho preso gusto. Mi
sono auto tradotto i libri in inglese. Ho utilizzato un traduttore automatico e
poi ho ricorretto frase dopo frase. E’ stato un lavoro lungo che mi ha
impegnato quasi un mese a libro. Poi ho provato a entrare nel mercato estero e
qualche copia l’ho venduta. Ma la promozione non è semplice, ci vuole tanto
tempo e purtroppo quella è una variabile che mi penalizza molto :-)
Passiamo (finalmente dirai tu) ad analizzare i tuoi
libri. Sono due. Il primo si intitola Astuti inganni il secondo Notte senza
luna. Giusta la sequenza temporale? Di che anno sono? Entrambi hanno per
protagonista l’ispettore Innocenti. Sono romanzi gialli, e per quella che è
stata la mia esperienza di lettura, sono costruiti molto bene con una trama
interessante, un buon ritmo, anche divertenti e con un finale non scontato. Parlaci
un po’ tu di loro. Raccontaci la trama, i personaggi. Facci venire voglia di
leggerli.
Si due libri, entrambi scritti nel 2021, entrambi gialli. Il
primo è più noir, drammatico e racconta la storia di un ragazzo che viene
trovato morto di overdose nella sua stanza da letto presa in affitto
all’interno di una casa che condivide con altri inquilini. E’ un classico
giallo a camera chiusa. Potrebbe sembrare un incidente ma in realtà così non è.
Mi sono divertito soprattutto a delineare il carattere dei personaggi, quasi
sempre ambigui, sospetti e sfuggenti. Nel romanzo si scopre che quasi tutti
hanno un movente plausibile o traggono un vantaggio dalla morte del ragazzo. Il
secondo romanzo invece è un giallo più leggero, a tratti divertente, ambientato
in un luogo di mare vicino a Roma, che conosco bene. E’ la storia di un gruppo
di amici e conoscenti che trascorrono alcune settimane insieme tra passioni,
incomprensioni e rivalità. Sembrano tutti amici, eppure qualcosa di tragico
accade. In ogni libro l’ispettore non è solo ma viene aiutato più o meno
inconsapevolmente da un personaggio della scena che poi è determinante nella
soluzione dell’enigma. Le caratteristiche e l’umanità dell’ispettore vengono
via via messe in luce progredendo nella lettura dei due romanzi: nel primo il
suo ruolo è abbozzato, volutamente. E’ una figura di primo piano ma non
delineata completamente. Nel secondo invece il suo ruolo si amplia e si
conoscono anche dettagli della sua vita privata. Nel terzo si conoscerà ancora
di più. E già perché sto scrivendo il terzo e ho già le idee di base del quarto
romanzo. I libri sono tutti sequenziali anche se possono essere letti in ordine
sparso. Inoltre ogni libro è diverso, il primo è un noir, il secondo è leggero
e divertente, il terzo sarà un thriller, il quarto...
Per scriverli sei stato ispirato da qualche evento in
particolare? Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti trattati o lo
hai ambientato in luoghi e descritto situazioni che conosci bene?
Li ho ambientati in luoghi che conosco bene che però sono
stati rielaborati totalmente con la fantasia
Preferisci di più i finali accomodanti (col lieto fine),
o preferisci lasciare qualcosa di non concluso o poco definito? Ti piacciono i
finali spiazzanti ed un po’ cinici o preferisci il vissero tutti felici e
contenti?
In genere preferisco un finale con un colpo di scena che
però renda l’intero racconto plausibile. Inoltre, come nella realtà, è
impossibile che tutto sia definito e concluso. Quindi lascio in genere qualche
piccolo elemento non definito. La tipologia di finale dipende dalla vena che
caratterizza il giallo: il thriller in genere ha un finale più crudo e cinico,
mentre il giallo leggero lo avrà più leggero.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Darai ancora spazio
all’ispettore Innocenti, che magari diventerà commissario, o hai altri
personaggi e altre storie in caldo da lanciare?
Sto scrivendo il terzo: è la storia di una comune e un po’
anonima signora sessantenne andata in pensione da poco che decide di andare ad
un appuntamento al buio e viene trovata uccisa in un parco. E’ un thriller in
cui verrà coinvolto sempre l’ispettore Innocenti che lo vedrà anche coinvolto
in una storia d’amore con la criminologa del commissariato appena introdotta
nel secondo libro. Il quarto invece verrà ambientato probabilmente in montagna,
durante una settimana bianca. Probabilmente sarà più leggero, scanzonato e
coinvolgerà sempre Innocenti in vacanza con la figlia Alice.
Sei ospite del blog Giallo e cucina e qui le interviste
terminano sempre con due domande obbligatorie: la prima non è proprio una
domanda ma un pensiero gentile. Consiglia, oltre ai tuoi libri, altri due
romanzi che ti hanno colpito, o a cui sei particolarmente legato, e che
vorresti che tutti leggessero.
Sono due i libri che ho più nel cuore e non sono dei gialli.
Il primo è Narciso e Boccadoro di Herman Hesse ed il secondo è l’Alchimista di
Paolo Coelho. Ciò che mi affascina è la ricerca del cammino dell’uomo per la
realizzazione personale. Il non fermarsi mai ma cercare l’essenza profonda
della vita. Inoltre è il constatare che il percorso di ognuno di noi oscilla
sempre tra diversi opposti. Questi opposti hanno sempre caratterizzato la mia
vita interiore e anche umorale un po’ come vita/morte, bianco/nero,
arte/tecnica, ordine/disordine. Un po’ come le canzoni: a me piacciono quelle
che iniziano con un sound e poi cambiano inaspettatamente registro. Lo stupore,
la meraviglia… secondo me l’uomo moderno dovrebbe riscoprire la meraviglia.
La seconda è: qual è il piatto o la pietanza che
preferisci, alla quale non sai proprio resistere e perché (se c’è)?
Mi piace cucinare per la famiglia alcuni piatti specifici
come gli spaghetti alla carbonara o alla amatriciana e tutti i risotti
mantecati. Anche qui due opposti.
Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta
fortuna. Se vuoi puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni importante far
sapere ai lettori….
Innanzitutto ringrazio tutti i lettori, perché mi rende
felice sapere che i miei libri possano suscitare in loro emozioni. Mi piace
molto il confronto e anche i suggerimenti e i quesiti che mi vengono posti da
alcuni di loro e che mi consentono di migliorare il mio gioco preferito.
Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.
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