CON L'ARTE E CON L'INGANNO V. Corciolani
Con l’arte e con l’inganno è l’ultima fatica data alle stampe (e che stampe!) da Valeria Corciolani. L’autrice ligure con questo romanzo fa il suo esordio in una casa editrice mainstream (la Rizzoli), dopo un lungo periodo di gavetta, fatto di pubblicazioni self publishing o con case editrici indipendenti. E non poteva essere altrimenti, dopo i grandi successi di vendite, e di consensi (io sono uno di questi), ottenuti con la serie dedicata ad Alma e Jules. Sei episodi, uno più divertente dell’altro, che gli hanno aperto la strada a questo risultato. Una storia tutta nuova dunque, ed una protagonista inedita ed originale. Partiamo da lei allora, Edna Silvera, storica dell’arte e ottima restauratrice. Una donna non più giovanissima, che cela un sacco di sorprese, che verranno via via svelate durante il racconto dell’avventura che si troverà, suo malgrado, a vivere. Ma andiamo con ordine. Il libro si apre con Edna disperata perché è dovuta correre a casa della mamma, ma non per un evento drammatico, tranquilli, almeno non in senso stretto. Il problema, il grosso problema, è che in quel momento la badante della mamma sta preparando le valigie per fuggire dalle grinfie di Zara, ottuagenaria con un carattere “appena” un po’ spigoloso, che ha già fatto fuggire a gambe levate le cinque badanti precedenti, e con questa fanno sei. Edna non sa proprio più a che santo votarsi per far tornare alla ragione la madre, che ha un’indole a dir poco fumantina e che tratta a male parole tutti coloro che non gli vanno a genio. Questo è solo il primo curioso personaggio che incontriamo nel romanzo, ce ne saranno tanti altri, ma mamma Zara rimane impressa nel cuore di chi legge, e ci rimane anche dopo il termine del libro. Man mano che il romanzo avanza conosciamo sempre meglio Edna, che vive in una villetta non lontano dal mare, ma sufficientemente distante dai bagordi turistici che lei rifugge, con la compagnia di un gatto e di alcune galline, che ascoltano musica anni 80 ed hanno i nomi delle grandi dive del cinema internazionale. Ha abbandonato la sua cattedra all’università per divergenze con il vicerettore e con altri professori, anche se saltuariamente viene chiamata per dei convegni e degli incontri pubblici. Proprio durante i preparativi di uno di questi, dedicato a Dante, scopre il cadavere di un uomo. Un antiquario, o meglio un rigattiere, morto all’interno del suo laboratorio. Da questo punto in avanti si innescano tutta una serie di situazioni spassose e divertenti che porteranno comunque a far chiarezza su quanto accaduto. Anche questo romanzo contiene tutte le peculiarità che si riconoscono alla penna della Corciolani. Brillantezza dei dialoghi e delle descrizioni. Simpatia dei tanti personaggi che intervengono nel romanzo. Molto ritmo e divertimento. Un plauso va anche fatto alla trama che l’autrice mette in piedi. Una storia studiata con cura ed attenzione. Che però diventa, in alcuni frangenti, a mio avviso, anche l’unico difetto del romanzo. Si perché forse le eccessive spiegazioni che riguardano i quadri, con il racconto approfondito dell’origine di particolari tecniche di pittura, hanno appesantito eccessivamente il racconto. Anche se mi rendo conto che erano comunque necessarie, per fornire al lettore le chiavi per comprendere al meglio la vicenda che si stava sviluppando. Il rischio però così è quello di rendere il romanzo un po’ farraginoso e meno fluido. Questo inevitabile piccolo “difetto” non inficia comunque la bellezza di un romanzo che conferma le eccellenti doti narrative della Corciolani. Un ottimo esordio tra i “grandi” quindi, che spero venga presto bissato da una nuova avventura con protagonista Edna Silvera.
valutazione: buono
genere: 1giallo
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