sabato 10 aprile 2021

QUANDO IL DELITTO E' ARTE

 


QUANDO IL DELITTO E' ARTE T. Viganò

Quando il delitto è arte è il secondo romanzo scritto da Tiziana Viganò con protagonista il capitano Adelio Rusconi, e la sua squadra, ed edito dalla Golem. Il primo era stato Sinfonia nera in quattro tempi ed in quella indagine Rusconi era ancora maresciallo. Sono passati 3 anni da allora e molte cose sono cambiate. Sia nella sua vita privata che in quella professionale. In questo romanzo lo vediamo impegnato per risolvere un caso davvero complesso ed inquietante. Tutto ha inizio quando viene scoperto il cadavere di Silvia Leonardi, una psicologa. Il cadavere è composto sul letto in maniera molto particolare. Non ci sono segni di violenza evidenti sul corpo, che è stato truccato e posizionato in modo che l'insieme ricordi una famosa opera pittorica. In più c'è da dire che a quella visione il medico legale, Greta Hofer, ha avuto un crollo emotivo ed è fuggita via, senza fare i rilievi di routine. Cosa le ha causato questa reazione? Rusconi vuole capire cosa sia successo al membro della sua squadra, e scopre che la morte della Leonardi ricorda molto da vicino l'omicidio avvenuto tempo prima della allora coinquilina della Hofer, Lara De Santis. Per quel caso era stato arrestato il suo fidanzato. Per quel delitto, per il quale si è sempre proclamato innocente, l’uomo ha appena finito di scontare 14 anni di prigione. I sospetti cadono ovviamente di nuovo su di lui. Anche perché il modus operandi sembra proprio lo stesso. Ma ha un alibi, se pur traballante. Ci sono quindi molti aspetti da chiarire e la squadra del capitano è chiamata a fare un profondo lavoro di indagine. Intanto gli omicidi continuano, e sono sempre più efferati. Qualcosa non quadra e si deve ricominciare tutto da capo. Rusconi comincia a dubitare delle sue capacità investigative ed attraversa un momento di forte crisi personale. Per fortuna, ma anche per la grande abnegazione della squadra, le indagini imboccano finalmente la strada giusta che li porterà fino al serial killer. La Viganò confeziona un racconto giallo molto accattivante. Pieno di sorprese e di frequenti cambi di prospettiva. Ritmo sostenuto, situazioni coinvolgenti e verosimili. Nessuna evidente forzatura nella trama. Un thriller classico nella accezione più positiva del termine. Un thriller che oltre alle consuete indagini ed agli spietati omicidi del serial killer mette in campo un interrogativo importante. Il colpevole di cruenti omicidi e poi veramente sempre "colpevole"? Senz'altro togliere la vita a qualcuno è sempre comunque un crimine orribile ed ingiustificabile, ma qualche volta chi lo commette lo fa sentendosi praticamente obbligato a farlo, perché, nel suo distorto percorso mentale, non aveva alternative. Chi è stato ucciso, ai suoi occhi, meritava di morire. L'aver subito violenze e soprusi non giustifica la vendetta. Ma non è proprio mai ammissibile? In nessun caso? Chi ha subito violenze fisiche e psicologiche da parte di qualcuno può permettersi di vendicarsi su chi è stato responsabile di quei crimini? Questi comportamenti certamente sbagliati meritano solo biasimo o qualche volta anche pieta e compassione? Sono gli interrogativi che attraverso questa vicenda l'autrice consegna al lettore che è così chiamato in coscienza a dare un parere. In ultima analisi un romanzo ben costruito, non banale che permette di trascorrere piacevoli ore leggendo una storia sempre interessante.

Valutazione: buono

genere: 1giallo


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