L'ASSASSINO CI VEDE BENISSIMO C. Frascella
L’assassino ci vede benissimo è il terzo romanzo, scritto da
Christian Frascella, con protagonista l’ex poliziotto, ora investigatore
privato, Contrera. Questa nuova (dis)avventura di Contrera si sviluppa, nel tempo
di 24 ore di un novembre freddo e nebbioso, nel solito quartiere multietnico di
Torino: Barriera di Milano. Quartiere nel quale sono ambientati tutti i gialli
con protagonista l’investigatore privato più scalcinato e combina guai del
globo. Più che un quartiere multietnico, Barriera di Milano è diventato ormai
terreno franco per ogni genere di commercio: spaccio, ricettazione,
prostituzione ecc… Gli abitanti onesti del quartiere, italiani e non, sono
esasperati e temono che presto si arriverà ad una violenta resa dei conti. La
convivenza tra varie etnie sta diventando sempre più difficile, ed alcune
frange di violenti stanno ultimando i preparativi per compiere pericolose rappresaglie.
In questo clima di grande tensione comincia la giornata di Contrera che,
lasciata la casa di Erica, la donna che ama, si reca nel suo “ufficio”: un
angolo di una lavanderia a gettoni costituito da due sedie ed un frigo zeppo di
birre Corona. La lavanderia è gestita dal suo amico Mohamed ed è proprio lui ad
affibbiargli il primo incarico di giornata, farsi restituire i soldi da un
concessionario disonesto e maneggione che ha venduto un’auto ammalorata al suo
amico Abdellah, che lo ha lasciato a piedi pochi km dopo essere uscito dal
concessionario. A nulla sono valsi i suoi tentativi di farsi ridare i soldi. Qui
entra in gioco Contrera: cercare di riavere, dal concessionario, quanto pagato
da Abdellah. Questo è solo il primo degli accidenti che deve risolvere il
detective quel giorno, perché ormai deve accettare qualsiasi tipo di incarico,
bello o brutto che sia, visto le sue notevoli difficoltà economiche. Siamo giunti
al terzo appuntamento delle indagini di Contrera e per chi conosce i precedenti
romanzi la sua storia non fa più specie. Si sa che è un ex poliziotto,
defenestrato dall’arma per aver tentato di smerciare droga sequestrata durante
una retata. Da lì è cominciata la sua inesorabile discesa all’inferno. Quella
scelta scellerata, quell’impulso dettato dall’avidità, lo ha rovinato per
sempre. Il padre, valoroso poliziotto integerrimo e coraggioso, si è suicidato
per il dolore. La moglie lo ha lasciato. La figlia ha preso ad odiarlo. Tutti
gli hanno voltato le spalle trattandolo come un appestato. Ora, senza più soldi
ed una casa, vive da sua sorella, adorato dai nipoti ma detestato dal cognato.
Vive grazie ai casi che gli affidano gli abitanti di Barriera di Milano, che gli
permettono cosi di sfruttare la licenza da investigatore privato avuta grazie
ai buoni auspici del tenente Baseggi, l’unico che in polizia ancora lo
sopporta. I suoi compiti principali ora sono quelli di pizzicare coniugi
infedeli e figli tossici, o spacciatori, all’insaputa dei genitori. Qualche volta
salta fuori qualche incarico “particolare”, spesso invece i guai se li va a
cercare lui stesso, perché ovunque vada succede sempre qualcosa. Come in questa
terzo capitolo, quando si trova da Basim per mangiare un kebab, e mentre si
trova nel retro, alla ricerca di un bagno, nel locale viene compiuto un
omicidio, anzi due. Lui si trova in qualche modo invischiato e non può far
altro che occuparsene. I romanzi con protagonista Contrera sono un appuntamento
imperdibile per i fans, come me, di Frascella. Il suo modo di scrivere
conquista, coinvolge e diverte. Scrive sempre storie molto originali, intrise
di ironia e sarcasmo, con dialoghi brillanti e personaggi irresistibili. Come in
questo. L’ennesimo romanzo scritto da Frascella che scende piacevolmente giù
nello stomaco: veloce, fresco, frizzante, proprio come una birra Corona. Questa
volta però bisogna sottolineare che Contrera, per mano di Frascella, ha probabilmente
passato il segno. Pur riconoscendogli il solito istrionismo e la solita sfacciataggine
nell’affrontare il pericolo, ed anche l’ennesima prova di altruismo verso gli
ultimi, va rimarcato come questo suo lasciar correre nei confronti di
spacciatori e delinquenti, a vario titolo, che “operano” in Barriera forse è
eccessivo. E’ vero che sono persone che lui sente particolarmente vicine,
essendo lui stesso un individuo corrotto ed inaffidabile, però rischia, unito
al suo palese fallimento come uomo, padre e compagno, di farlo diventare un
personaggio eccessivamente negativo. Finale dolceamaro che lascia molte cose in
sospeso. Sperando che nel prossimo romanzo la vita di Contrera possa trovare un
po’ di pace faccio i complimenti all’autore per questa ennesima ottima prova.
Consigliato.
valutazione: buono
genere: 1giallo
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