giovedì 21 maggio 2020

INTERVISTA A NICOLA ROCCA









Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitare l’autore Nicola Rocca. Grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo.  
Grazie a te e a tuoi lettori per l'invito.

Prima se posso ti faccio volentieri qualche domanda di carattere generale per conoscerti un po’ meglio…no, non ti preoccupare nulla di personale. Solo domande riguardanti al nostro amato mondo dei libri.  Allora Nicola raccontaci un po’ di te dove nasci e vivi, la tua formazione, qual è il tuo lavoro e poi dicci come nasce l’idea di scrivere romanzi.
Dunque, sono nato a Bergamo molti più anni fa di quanti in realtà me ne senta, 37 per la precisione. Vivo in un piccolo paesello della provincia. Riguardo alla mia formazione, ad essere sincero non ho mai avuto una gran voglia di studiare. Infatti, abbandonai gli studi giovanissimo, per poi riprenderli più avanti e conseguire il diploma in un istituto tecnico. Fu proprio lì, che una giovane professoressa di lettere, leggendo i miei temi, mi stimolò ad approfondire questo mondo magico che è la scrittura. Che sia benedetta la Prof. Palazzi. Era il lontano 2007, quando abbozzai il mio primo racconto. Per mia fortuna, il primo di una lunga serie.

Oltre a scrivere sei anche un lettore? Hai un genere preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo? Consigliaci un libro di un tuo/a “collega”.
Non esiste scrittore che non sia lettore, questa è una regola non scritta. Un principio assoluto. Ovviamente il genere che preferisco leggere è quello che amo scrivere: il Thriller. Da anni, leggo soltanto in digitale. Nonostante questo, talvolta capita che legga anche un cartaceo. Più che il libro di un collega, vi consiglio quello di un maestro: Donato Carrisi. Ho terminato qualche settimana fa il suo ultimo capolavoro, La Casa Delle Voci. 

Da dove nascono le tue storie. Elabori notizie che leggi o sono esclusivamente di fantasia?
Osservo tutto ciò che mi sta attorno e lo assorbo, proprio come una spugna. Poi, da una banalissima situazione scaturisce l'idea. A quel punto, non mi resta che portare la banale situazione all'estremo, trasformandola in una condizione borderline. Del resto, le cose che ci fanno più paura sono anche le più semplici. Ormai, il vero mostro non spaventa più nessuno. A fare davvero paura sono i pensieri bui dell'essere umano. E, per chi ancora non lo sapesse, tutti gli esseri umani hanno pensieri bui.

 La tua scrittura si colloca in un genere preciso o non si possono inquadrare in un unico filone?
Come già anticipato, la mia scrittura spazia dal thriller al noir. Dove c'è morte, mistero, sangue, suspense, delitti e ogni tipo di malfatto, ci sono io con le mie storie. Nonostante ciò, nei miei libri si trovano anche sfumature amorose. Perché, come ripeto sempre io, morte e amore vanno di pari passo. Sono sempre lì, insieme, a mietere vittime.

Sei un autore che auto pubblica i suoi libri. Anzi, hai addirittura creato una casa editrice per pubblicare i tuoi libri. Parlaci un po’ di questa scelta. Non deve essere facile dover occuparsi di tutti gli aspetti di “contorno”: copertina, editing, impaginazione, stampa…Parlaci della tua esperienza. 
In realtà, non si tratta di una vera e propria casa editrice. Diciamo che ho creato un marchio. Il mio marchio, con cui pubblico le mie opere. EnneErre era già nella mia testa molti anni prima che arrivasse la passione per la scrittura. Avevo una buona idea e volevo depositarne il brevetto, con quel marchio, ovviamente. Poi, i costi per il deposito mi hanno un po’ frenato. Quindi, ancora non ho depositato il brevetto, ma ho impiegato il marchio nel migliore dei modi. Confermo che non è facile seguire tutti gli aspetti della pubblicazione, ma essendo un tipo molto preciso e perfezionista mi impegno al massimo, al fine di ottenere un ottimo prodotto. Molti di questi aspetti non potrei seguirli personalmente, se avessi firmato un contratto con una casa editrice. Nonostante sia un autore indipendente, sono comunque circondato da professionisti del settore. La mia squadra vede la presenza di editor, grafici, lettori e lettrici di fiducia… La maggior parte dei miei collaboratori è di sesso femminile. Perché? Perché le donne hanno una marcia in più!

Ambisci prima o poi a scrivere per una casa editrice? Ti contattasse una piccola C.E. la prenderesti in considerazione o miri eventualmente al grande salto?
Come detto nella risposta precedente, ho esordito con una piccola c.e., con la raccolta di racconti Frammenti di follia. Poi, l'anno seguente, con un'altra c.e. ho pubblicato il mio primo romanzo, Chi era mio padre? Un'esperienza fondamentale, quindi, quella avuto con le case editrici ma un'esperienza che non rifarò più, a meno che non si tratti di una casa editrice da “grande salto", come lo hai definito tu. Un passaggio che da sogno si trasforma in realtà.

Quando scrivi deve esserci assoluto silenzio o ti concentri meglio con una buona base musicale? Scrivi quando riesci o preferisci un momento particolare della giornata?
Ovviamente, prima di iniziare a scrivere, serve un’idea. Una buona idea. A quel punto, ogni momento è buono per scriverla, compatibilmente con gli impegni della giornata. Anche se, la scrittura occupa nella mia vita una delle priorità fondamentali. Se non scrivo è un po’ come se non respirassi. Durante la vera stesura, niente musica. Silenzio assoluto. Tra uno stacco e l’altro, allora mi concedo qualche canzone, meglio se di cantautori italiani.

Ti è capitato di presentare un tuo libro in pubblico? Preferisci un moderatore che ti pone le domande “giuste” o preferisci lasciare far fare le domande direttamente al pubblico?
Sì, diciamo che ormai ne ho già organizzate diverse. Mi piace l’idea del moderatore all’inizio, in maniera tale che sia io che il pubblico si rompa il ghiaccio. Poi, una volta sciolti, è bello chiacchierare liberamente. Io, il pubblico, il moderatore, come se fossimo amici di vecchia data.

Di norma preferisci scrivere libri autoconclusivi che non danno origine a serie o il personaggio principale da te creato in una storia lo ritroviamo in tanti tuoi romanzi?
Fino ad ora ho scritto soltanto storie autoconclusive, con personaggi diversi ogni volta. Quest’anno, però, ci sarà una novità: uscirà il sequel di uno dei miei migliori romanzi, La Morte Ha L’Oro In Bocca. Spero che il pubblico apprezzi. Negli anni, mi sono reso conto che la gente si affeziona ai personaggi. Per questo è cosa giusta farli continuare a vivere.

Passiamo ad analizzare il tuo ultimo libro che ha come titolo Stalker. Quando lo hai scritto e cosa ti ha ispirato?
Una sera dello scorso anno, mentre guardavo una puntata de Le Iene, mi sono imbattuto in un servizio sullo stalking. Non era certo una cosa nuova, ma il fatto mi ha colpito particolarmente perché, in quel caso, lo stalker era una donna. Così, ho avuto la folgorazione. Ormai so riconoscere l’ansia che mi si manifesta quando sento che nelle vene mi circola un’idea nuova. Così, in qualche giorno, di getto, di pancia, d’istinto, scrissi STALKER, che è anche il libro gemello di Bugiarde Verità.

Raccontaci un po’ la trama, dove è ambientato, i suoi personaggi principali. Facci venir voglia di leggerlo….incuriosiscici.
Il titolo, come detto poco fa, è STALKER. Facile intuire l’argomento. Con questa breve storia, racconto una storia d’amore come tante. Un approccio in chat, qualche giorno a scambiarsi messaggi sul web, l’incontro, la frequentazione e l’innamoramento. Poi, però, scatta qualcosa: la gelosia, che insieme all’amore a alla morte anche lei e lì per seminare vittime. Il resto lo lascio leggere a voi, non vorrei mai privarvi di questo piacere! Ah, è ambientato in Italia, per il semplice fatto che i personaggi sono italiani. Non ho dato molto risalti all’ambientazione. Ho preferito scavare nell’anima dei personaggi.

Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti trattati o lo hai ambientato in luoghi e descritto situazioni che conosci bene?
Essendo io un malvagio stalker, ho scritto di un argomento che conosco bene. Ovviamente, questa è una battuta! Scherzi a parte, in questo caso non ho avuto bisogno di studiare chissà quali tematiche, cosa che abitualmente faccio durante la stesura dei miei romanzi. Mi sono limitato a prendere la gelosia e portarla all’estremo, fino a raggiungere il punto di rottura.

Secondo te c’è un pubblico specifico per questo libro o anche chi non è appassionato al genere a cui appartiene può trovarlo interessante?
Parla comunque di un interessante e attuale tematica. Lo stalking è un problema enorme. C’è gente che pensa addirittura di essere “proprietaria” del partner. Per questo, il fenomeno stalking è molto più grave di quanto si possa pensare. Penso che STALKER possa essere un’interessante lettura anche per chi non ama il genere thriller o noir.

Preferisci i finali accomodanti dove tutti i cerchi vengono chiusi o spesso lasci qualcosa di non concluso o poco definito o qualche….cadavere eccellente?
Ti ringrazio per avermi fatto questa domanda. Non me la porgono mai, mentre io la vorrei ricevere sempre. In un thriller si aprono molte porte, molti cerchi. È bene chiuderli tutti, il lettore se lo aspetta. Come dargli torto? Nonostante questo, però, io preferisco lasciare sempre una piccola porticina aperta. Mi piace chiudere lasciando un velo di mistero irrisolto, o risolvibile comunque secondo la libera interpretazione di ogni lettore. Un milione di lettori (me lo auguro), un milione di interpretazioni. I finali accomodati non fanno per me. Non amo il finale alla “e vissero tutti felici e contenti”. Non lo amo perché non riflette la realtà della vita che viviamo. E uno dei miei obiettivi fondamentali è scrivere storie che rasentino il più possibile la vita reale. Non troverete mai nelle mie storie uomini che volano, creature mostruose o animali parlanti. A meno che non siano presenti nella psiche di qualche personaggio.

Facci un piccolo excursus nella tua bibliografia. Hai pubblicato altri romanzi precedentemente a questo. A quale genere appartengono? Stai scrivendo qualcosa in questo periodo? 
Ho esordito nel 2013 e diciamo che da quel momento non sono rimasto a fissare il soffitto. Ho all’attivo un bel po’ di opere tra romanzi e racconti, quasi tutti esclusivamente thriller. Attualmente, sono alle prese con: l’editing del sequel de La Morte Ha L’Oro In Bocca; La stesura di un nuovo romanzo; e infine sto abbozzando la struttura per l’ultima novella che chiuderà la trilogia di Bugiarde Verità e Stalker. Attenzione, parlo di trilogia in quanto viene affrontato un determinato argomento, ma i personaggi variano ogni volta. Però, sono convinto che quelle tre storie siano in qualche modo affini e legate tra di loro.

Prima dei saluti finali mi piacerebbe avere da te un’opinione del mondo nel quale ti muovi. Perché voi scrittori self siete considerati autori meno capaci rispetto a quelli che scrivono per le case editrici? Sono io che vedo le cose in maniera distorta o la pensi anche tu cosi? C’è un’imperscrutabile ragione per cui un libro autoprodotto non possa essere presente sugli scaffali di una libreria?
Caro Gino, anche questa è una bella domanda, che mi viene rivolta molto meno di quanto vorrei. Potremmo passare intere giornate a parlarne, senza mai trovare la risposta giusta. Perché una risposta giusta non esiste. Sono d’accordo con te: gli autori self non sono visti di buon occhio, per una svariata serie di motivi. Tante volte vengo snobbato dai blogger, proprio perché non ho una casa editrice. Con il tempo ho imparato a farci il callo e a farmi scivolare di dosso questo tipo di pregiudizi. La stessa difficoltà l’ho incontrata con le librerie, ancora molto diffidenti nell’ospitare autori “sciolti” come me, senza una casa editrice. Per fortuna, alla fine del cerchio (per stare in tema), ci sono i lettori. Sono loro a decidere se hai scritto un libro che vale la pena di leggere oppure no. Sono loro che fanno davvero la differenza. Sono loro che alla fine ti giudicano. E il loro riscontro mi dà la forza e la voglia per continuare a fare ciò che faccio.

Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta fortuna e spero che non si affievolisca mai la tua voglia di scrivere perché sei veramente bravo. Se ritieni puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni importante far sapere ai lettori….
Sono io che ringrazio te e il tuo strepitoso pubblico di lettori. Posso soltanto dirvi che fino a quando ci sarà qualcuno disposto a leggere le mie storie, io non smetterò di scriverle. Un abbraccio Thriller e… mi raccomando, una lama sempre pronta in tasca, non si sa mai!

Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.


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Nota bene: Rispondendo alle domande di questa intervista viene dato il consenso alla sua pubblicazione sul blog Un libro di emozioni e sui social ad esso legati.


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