Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di
ospitare l’autore Nicola Rocca. Grazie per averci dedicato un po’ del tuo
tempo.
Grazie a te e a tuoi lettori per l'invito.
Prima se posso ti faccio volentieri qualche domanda di
carattere generale per conoscerti un po’ meglio…no, non ti preoccupare nulla di
personale. Solo domande riguardanti al nostro amato mondo dei libri.
Allora Nicola raccontaci un po’ di te dove nasci e vivi, la tua formazione,
qual è il tuo lavoro e poi dicci come nasce l’idea di scrivere romanzi.
Dunque, sono nato a Bergamo molti più anni fa di quanti in
realtà me ne senta, 37 per la precisione. Vivo in un piccolo paesello della
provincia. Riguardo alla mia formazione, ad essere sincero non ho mai avuto una
gran voglia di studiare. Infatti, abbandonai gli studi giovanissimo, per poi
riprenderli più avanti e conseguire il diploma in un istituto tecnico. Fu
proprio lì, che una giovane professoressa di lettere, leggendo i miei temi, mi
stimolò ad approfondire questo mondo magico che è la scrittura. Che sia
benedetta la Prof. Palazzi. Era il lontano 2007, quando abbozzai il mio primo
racconto. Per mia fortuna, il primo di una lunga serie.
Oltre a scrivere sei anche un lettore? Hai un genere
preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo? Consigliaci un libro di un
tuo/a “collega”.
Non esiste scrittore che non sia lettore, questa è una
regola non scritta. Un principio assoluto. Ovviamente il genere che preferisco
leggere è quello che amo scrivere: il Thriller. Da anni, leggo soltanto in
digitale. Nonostante questo, talvolta capita che legga anche un cartaceo. Più
che il libro di un collega, vi consiglio quello di un maestro: Donato Carrisi.
Ho terminato qualche settimana fa il suo ultimo capolavoro, La Casa Delle
Voci.
Da dove nascono le tue storie. Elabori notizie che leggi
o sono esclusivamente di fantasia?
Osservo tutto ciò che mi sta attorno e lo assorbo, proprio
come una spugna. Poi, da una banalissima situazione scaturisce l'idea. A
quel punto, non mi resta che portare la banale situazione all'estremo,
trasformandola in una condizione borderline. Del resto, le cose che ci fanno
più paura sono anche le più semplici. Ormai, il vero mostro non spaventa più
nessuno. A fare davvero paura sono i pensieri bui dell'essere umano. E, per chi
ancora non lo sapesse, tutti gli esseri umani hanno pensieri bui.
La tua scrittura si colloca in un genere preciso o
non si possono inquadrare in un unico filone?
Come già anticipato, la mia scrittura spazia dal thriller al
noir. Dove c'è morte, mistero, sangue, suspense, delitti e ogni tipo di
malfatto, ci sono io con le mie storie. Nonostante ciò, nei miei libri si
trovano anche sfumature amorose. Perché, come ripeto sempre io, morte e
amore vanno di pari passo. Sono sempre lì, insieme, a mietere vittime.
Sei un autore che auto pubblica i suoi libri. Anzi, hai
addirittura creato una casa editrice per pubblicare i tuoi libri. Parlaci un
po’ di questa scelta. Non deve essere facile dover occuparsi di tutti gli
aspetti di “contorno”: copertina, editing, impaginazione, stampa…Parlaci della
tua esperienza.
In realtà, non si tratta di una vera e propria casa
editrice. Diciamo che ho creato un marchio. Il mio marchio, con cui pubblico le
mie opere. EnneErre era già nella mia testa molti anni prima che arrivasse
la passione per la scrittura. Avevo una buona idea e volevo depositarne il
brevetto, con quel marchio, ovviamente. Poi, i costi per il deposito mi hanno
un po’ frenato. Quindi, ancora non ho depositato il brevetto, ma ho impiegato
il marchio nel migliore dei modi. Confermo che non è facile seguire tutti gli
aspetti della pubblicazione, ma essendo un tipo molto preciso e perfezionista
mi impegno al massimo, al fine di ottenere un ottimo prodotto. Molti di questi
aspetti non potrei seguirli personalmente, se avessi firmato un contratto con
una casa editrice. Nonostante sia un autore indipendente, sono comunque
circondato da professionisti del settore. La mia squadra vede la presenza di editor,
grafici, lettori e lettrici di fiducia… La maggior parte dei miei collaboratori
è di sesso femminile. Perché? Perché le donne hanno una marcia in più!
Ambisci prima o poi a scrivere per una casa editrice? Ti
contattasse una piccola C.E. la prenderesti in considerazione o miri
eventualmente al grande salto?
Come detto nella risposta precedente, ho esordito con una
piccola c.e., con la raccolta di racconti Frammenti di follia. Poi, l'anno
seguente, con un'altra c.e. ho pubblicato il mio primo romanzo, Chi era
mio padre? Un'esperienza fondamentale, quindi, quella avuto con le case
editrici ma un'esperienza che non rifarò più, a meno che non si tratti di
una casa editrice da “grande salto", come lo hai definito tu. Un passaggio
che da sogno si trasforma in realtà.
Quando scrivi deve esserci assoluto silenzio o ti concentri
meglio con una buona base musicale? Scrivi quando riesci o preferisci un
momento particolare della giornata?
Ovviamente, prima di iniziare a scrivere, serve un’idea. Una
buona idea. A quel punto, ogni momento è buono per scriverla, compatibilmente
con gli impegni della giornata. Anche se, la scrittura occupa nella mia vita
una delle priorità fondamentali. Se non scrivo è un po’ come se non respirassi.
Durante la vera stesura, niente musica. Silenzio assoluto. Tra uno stacco e
l’altro, allora mi concedo qualche canzone, meglio se di cantautori italiani.
Ti è capitato di presentare un tuo libro in pubblico?
Preferisci un moderatore che ti pone le domande “giuste” o preferisci lasciare
far fare le domande direttamente al pubblico?
Sì, diciamo che ormai ne ho già organizzate diverse. Mi
piace l’idea del moderatore all’inizio, in maniera tale che sia io che il
pubblico si rompa il ghiaccio. Poi, una volta sciolti, è bello chiacchierare
liberamente. Io, il pubblico, il moderatore, come se fossimo amici di vecchia
data.
Di norma preferisci scrivere libri autoconclusivi che non
danno origine a serie o il personaggio principale da te creato in una storia lo
ritroviamo in tanti tuoi romanzi?
Fino ad ora ho scritto soltanto storie autoconclusive, con
personaggi diversi ogni volta. Quest’anno, però, ci sarà una novità: uscirà il
sequel di uno dei miei migliori romanzi, La Morte Ha L’Oro In Bocca. Spero che
il pubblico apprezzi. Negli anni, mi sono reso conto che la gente si affeziona
ai personaggi. Per questo è cosa giusta farli continuare a vivere.
Passiamo ad analizzare il tuo ultimo libro che ha come titolo Stalker. Quando lo hai
scritto e cosa ti ha ispirato?
Una sera dello scorso anno, mentre guardavo una puntata de
Le Iene, mi sono imbattuto in un servizio sullo stalking. Non era certo una cosa
nuova, ma il fatto mi ha colpito particolarmente perché, in quel caso, lo
stalker era una donna. Così, ho avuto la folgorazione. Ormai so riconoscere
l’ansia che mi si manifesta quando sento che nelle vene mi circola un’idea
nuova. Così, in qualche giorno, di getto, di pancia, d’istinto, scrissi
STALKER, che è anche il libro gemello di Bugiarde Verità.
Raccontaci un po’ la trama, dove è
ambientato, i suoi personaggi principali. Facci venir voglia di
leggerlo….incuriosiscici.
Il titolo, come detto poco fa, è STALKER. Facile intuire
l’argomento. Con questa breve storia, racconto una storia d’amore come tante.
Un approccio in chat, qualche giorno a scambiarsi messaggi sul web, l’incontro,
la frequentazione e l’innamoramento. Poi, però, scatta qualcosa: la gelosia,
che insieme all’amore a alla morte anche lei e lì per seminare vittime. Il
resto lo lascio leggere a voi, non vorrei mai privarvi di questo piacere! Ah, è
ambientato in Italia, per il semplice fatto che i personaggi sono italiani. Non
ho dato molto risalti all’ambientazione. Ho preferito scavare nell’anima dei
personaggi.
Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti
trattati o lo hai ambientato in luoghi e descritto situazioni che conosci bene?
Essendo io un malvagio stalker, ho scritto di un argomento
che conosco bene. Ovviamente, questa è una battuta! Scherzi a parte, in questo
caso non ho avuto bisogno di studiare chissà quali tematiche, cosa che
abitualmente faccio durante la stesura dei miei romanzi. Mi sono limitato a
prendere la gelosia e portarla all’estremo, fino a raggiungere il punto di
rottura.
Secondo te c’è un pubblico specifico per questo libro o
anche chi non è appassionato al genere a cui appartiene può trovarlo
interessante?
Parla comunque di un interessante e attuale tematica. Lo
stalking è un problema enorme. C’è gente che pensa addirittura di essere
“proprietaria” del partner. Per questo, il fenomeno stalking è molto più grave
di quanto si possa pensare. Penso che STALKER possa essere un’interessante
lettura anche per chi non ama il genere thriller o noir.
Preferisci i finali accomodanti dove tutti i cerchi vengono
chiusi o spesso lasci qualcosa di non concluso o poco definito o
qualche….cadavere eccellente?
Ti ringrazio per avermi fatto questa domanda. Non me la
porgono mai, mentre io la vorrei ricevere sempre. In un thriller si aprono
molte porte, molti cerchi. È bene chiuderli tutti, il lettore se lo aspetta.
Come dargli torto? Nonostante questo, però, io preferisco lasciare sempre una
piccola porticina aperta. Mi piace chiudere lasciando un velo di mistero
irrisolto, o risolvibile comunque secondo la libera interpretazione di ogni
lettore. Un milione di lettori (me lo auguro), un milione di interpretazioni. I
finali accomodati non fanno per me. Non amo il finale alla “e vissero tutti
felici e contenti”. Non lo amo perché non riflette la realtà della vita che
viviamo. E uno dei miei obiettivi fondamentali è scrivere storie che rasentino
il più possibile la vita reale. Non troverete mai nelle mie storie uomini che
volano, creature mostruose o animali parlanti. A meno che non siano presenti
nella psiche di qualche personaggio.
Facci un piccolo excursus nella tua bibliografia. Hai
pubblicato altri romanzi precedentemente a questo. A quale genere appartengono?
Stai scrivendo qualcosa in questo periodo?
Ho esordito nel 2013 e diciamo che da quel momento non sono rimasto
a fissare il soffitto. Ho all’attivo un bel po’ di opere tra romanzi e
racconti, quasi tutti esclusivamente thriller. Attualmente, sono alle prese
con: l’editing del sequel de La Morte Ha L’Oro In Bocca; La stesura di un nuovo
romanzo; e infine sto abbozzando la struttura per l’ultima novella che chiuderà
la trilogia di Bugiarde Verità e Stalker. Attenzione, parlo di trilogia in
quanto viene affrontato un determinato argomento, ma i personaggi variano ogni
volta. Però, sono convinto che quelle tre storie siano in qualche modo affini e
legate tra di loro.
Prima dei saluti finali mi piacerebbe avere da te
un’opinione del mondo nel quale ti muovi. Perché voi scrittori self siete
considerati autori meno capaci rispetto a quelli che scrivono per le case editrici?
Sono io che vedo le cose in maniera distorta o la pensi anche tu cosi? C’è
un’imperscrutabile ragione per cui un libro autoprodotto non possa essere
presente sugli scaffali di una libreria?
Caro Gino, anche questa è una bella domanda, che mi viene
rivolta molto meno di quanto vorrei. Potremmo passare intere giornate a parlarne,
senza mai trovare la risposta giusta. Perché una risposta giusta non esiste.
Sono d’accordo con te: gli autori self non sono visti di buon occhio, per una
svariata serie di motivi. Tante volte vengo snobbato dai blogger, proprio
perché non ho una casa editrice. Con il tempo ho imparato a farci il callo e a
farmi scivolare di dosso questo tipo di pregiudizi. La stessa difficoltà l’ho
incontrata con le librerie, ancora molto diffidenti nell’ospitare autori
“sciolti” come me, senza una casa editrice. Per fortuna, alla fine del cerchio
(per stare in tema), ci sono i lettori. Sono loro a decidere se hai scritto un
libro che vale la pena di leggere oppure no. Sono loro che fanno davvero la
differenza. Sono loro che alla fine ti giudicano. E il loro riscontro mi dà la
forza e la voglia per continuare a fare ciò che faccio.
Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta
fortuna e spero che non si affievolisca mai la tua voglia di scrivere perché
sei veramente bravo. Se ritieni puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni
importante far sapere ai lettori….
Sono io che ringrazio te e il tuo strepitoso pubblico di
lettori. Posso soltanto dirvi che fino a quando ci sarà qualcuno disposto
a leggere le mie storie, io non smetterò di scriverle. Un abbraccio Thriller e…
mi raccomando, una lama sempre pronta in tasca, non si sa mai!
Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.
Consenso trattamento dati personali
Nota bene: Rispondendo alle domande di questa intervista
viene dato il consenso alla sua pubblicazione sul blog Un libro di emozioni e
sui social ad esso legati.
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