domenica 14 settembre 2025

IL NIX

 




Il Nix - Nathan Hill -

recensione a cura di Lilli Luini

 

Uscito nel 2016, opera d’esordio di un autore allora 40enne, venne acclamato come caso editoriale dalla critica Usa. Un tomo di circa 800 pagine, strettamente connesso con la storia americana degli ultimi cinquant’anni.

Un accenno di trama: la scena si apre nel 2011 a Chicago, dove Samuel è un quarantenne irrisolto e in grandi difficoltà. Docente di letteratura americana in una piccola università, nelle ore notturne si dedica compulsivamente a un gioco online dove, con altri giocatori, cattura draghi in una sorta di realtà parallela abitata da elfi e quant’altro. Dieci anni prima un editore gli ha versato un congruo anticipo per un libro che Samuel non ha mai scritto, anticipo che ora gli viene chiesto di restituire. Solo che non ce l’ha più, si è comprato una casa. Come se non bastasse, una studentessa svogliata lo accusa di averla ferita psicologicamente, con conseguente rischio di licenziamento.

Il fatto che dà l’avvio alla storia è l’aggressione, con tiro di sassi, al candidato repubblicano alle elezioni. La scena viene ripresa e postata online con il risultato che diventa virale. La donna viene identificata e denunciata: è Faye, la madre di Samuel. Solo che lui non la vede e non la sente da vent’anni, da quando una mattina lo ha svegliato e gli ha detto “vado via per un po’, non aver paura”. Non avrebbe nessuna intenzione di contattarla ma il suo editore lo mette di fronte a una scelta: se mi scrivi un instant book su di lei, non dovrai pagarmi penali.

Ed è così che Samuel si mette sulle tracce della storia di Faye e impatta sulla Storia.

I vari filoni si intersecano. Dalla giovinezza di Faye in un piccolo borgo dell’Iowa, dove suo padre è approdato in fuga dalla Norvegia, fino alle rivolte di Chicago del 1968. Dalle notti di Samuel a caccia di draghi, fino al mondo del terzo millennio, con le informazioni travisate e le verità manipolate che entrano nella vita delle persone con prepotenza. La crisi della società borghese di periferia dopo il 2008, con i valori andati a farsi benedire insieme al quieto benessere che credeva di aver raggiunto.

Samuel ricostruisce la figura della madre e Faye quella di suo padre e della sua famiglia d’origine, in Norvegia.

E cos’è il Nix del titolo? È uno spirito mutaforma della tradizione norvegese, che a volte assume la forma di un cavallo bianco e rapisce i bambini. Altre volte assume forma umana, spesso delle persone che amiamo di più, e come tale appare e scompare dalle nostre vite. “Di chiunque ti innamori prima di essere adulto, probabilmente è un Nix”, leggiamo sullo strillo di copertina. Insomma, è ciò che ci esalta e ci distrugge.

Non è un romanzo facile, all’inizio ho fatto fatica, ci sono capitoli interi dedicati al gioco online, ma lo spaesamento dura un centinaio di pagine, forse meno. E le leggi comunque perché hai la sensazione di essere incappata in qualcosa di estremamente interessante, in un autore fantasmagorico, capace di una scrittura bellissima, con momenti emozionanti e altri esilaranti. Una volta entrati, però, si legge scivolando via tanto che, a conti fatti, l’ho finito in pochi giorni. Non dico che sia esente da difetti, oltre all’inizio ostico ci sono lungaggini qua e là, ma il compito era immane e l’autore lo ha portato a termine con mano ferma, dandoci un grande affresco collettivo e individuale, sui rapporti familiari, sulle scelte obbligate e sul riflesso del mondo esterno sulle vite della gente comune.

Una voce nuova da seguire, quella di Nathan Hill

 
genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2016


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