Olga - Bernard Schilnk -
recensione a cura di Rossella Lombardi
La lettura di questo libro è
scorrevole e coinvolgente. La struttura narrativa è molto semplice: la
storia si sviluppa infatti in soli tre
capitoli. Nella prima parte vengono presentati
dal 1913 in poi i due protagonisti, durante la loro adolescenza. Olga,
originaria di Breslavia in Polonia, viene trasferita in Germania, in un piccolo
villaggio, dopo la morte di entrambi i genitori, presso la nonna, dura ed
anaffettiva. Lì incontra un suo coetaneo, Herbert, appartenente ad una famiglia
ricca e molto diverso da lei. Herbert è un personaggio originale, un sognatore,
un avventuriero e molto inquieto. Insieme scoprono i primi turbamenti amorosi
che lo scrittore descrive con estrema tenerezza. Mentre Olga coltiva il
desiderio di studiare, di diventare insegnante, Herbert è pieno di dubbi e di
domande: “Esiste l’infinito? Dio e l’infinito sono la stessa cosa? Ciò che è
infinito è irraggiungibile? “Olga
più volte gli domanda: “Ma tu cosa cerchi?” e la sua risposta è sempre “Cerco
la vastità infinita! Io voglio di più!” Olga allora percepisce in lui una
disperazione di cui lui non è ancora consapevole.
Poi Herbert viene affascinato dalla
filosofia di Nietzsche, dal quale si aspettava risposte alle sue innumerevoli
domande. Decide di diventare egli stesso un “Super- uomo “, di non fermarsi
prima di aver reso Grande la Germania, per rendere Grande anche se stesso. Si
arruola per la campagna di colonizzazione dell’Africa del Nord. Dopo alcuni
anni parte per l’Argentina e più avanti organizza una spedizione al Polo per
riuscire a tracciare un passaggio a nord-ovest.
Questo primo capitolo del libro
è, a mio parere, forse il più bello ed emozionante: è interessante seguire la
crescita, sia personale che di coppia, dei due protagonisti, apprezzando di
entrambi la tenacia e la determinazione. Nella seconda parte vengono narrate le
vicende di Olga, ormai adulta ed insegnante, il suo difficile rapporto con
Herbert, i suoi tentativi di rivendicare i diritti delle donne, in una Germania
rigidamente maschilista e autoritaria e i suoi scontri con il regime
nazista. Nel 1971, ormai molto anziana,
con un colpo di scena, la sua vita finisce tragicamente.
La terza parte del libro,
sicuramente la più intima, è una raccolta di lettere che Olga ha scritto a
Herbert durante tutta l sua vita, nelle quali vengono svelati dei segreti,
descritte esperienze forti della sua vita durante la guerra ed alcuni stati
d’animo che la nostra meravigliosa protagonista prova nell’affrontare le
numerose e diverse difficoltà della sua esistenza.
Accanto alla descrizione di una
splendida figura femminile, fin troppo perfetta e positiva, viene fotografata
la tragedia di quegli anni in una Germania diventata matrigna anche per il suo
popolo.
Forse avrei gradito che l’autore
indagasse in modo più approfondito alcuni aspetti della vita dei protagonisti:
il desiderio di maternità di Olga, le difficoltà incontrate in età matura, alla
comparsa della sordità (forse metafora
della sua scelta di non voler più ascoltare le voci del contesto umano ma di
poter scegliere di interpretare il linguaggio delle labbra di chi e quando lo
ritenesse opportuno e utile), ma anche le difficoltà pratiche e psicologiche incontrate da Herbert nella realizzazione dei
suoi ambiziosi progetti, scavando nelle ragioni più profonde.
Sono comunque molto soddisfatta di questa lettura e colpita che una penna maschile possa aver descritto con tanta delicatezza una figura così intensa come quella di Olga.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2021
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