Il giro del mondo in ottanta giorni - Jules Verne
recensione a cura di Patrizia Zara
"Impara a credere nelle tue forze e nelle tue scelte, proprio come il protagonista di questo romanzo. Segui sempre le passioni e credi sempre nelle tue idee. Con affetto. C."
Una dedica nella pagina "antiporta" del libro mi ha convinto a rileggere il romanzo di Jules Verne.
Letto appena adolescente, allora l'ho trovato carino e niente più. Un libro di avventura e di grande immaginazione.
Rileggendolo, a distanza di quasi 40 anni, l'effetto è stato diverso.
Mi ha affascinato non tanto l'improbabile viaggio del mondo in un tempo limitato e con mezzi oggi considerati antiquati e lenti, ma il modo con cui il viaggio viene affrontato dall'affascinante protagonista.
E' questo il senso della dedica.
Infatti Phileas Fogg, uomo metodico e riservato dal perfetto stile britannico, insegna a credere nelle proprie convinzioni, ad avere fiducia nelle proprie scelte e ad affrontare gli imprevisti senza mai perdere la propria personalità.
Non è tanto il fine ma quanto il percorso a essere fonte di arricchimento.
Tale romanzo insegna che bisogna essere determinati, generosi, umani.
E invero il protagonista affronta gli imprevisti senza mai perdere la sua dignità, la sua umanità, la sua generosità verso il genere umano più debole.
Phileas Fogg riesce, con la sicurezza dei suoi comportamenti aristocratici, a farsi amare anche dal più acerrimo nemico, spiazzando con il suo nobile cuore ogni forma di ingiustizia.
E pur sapendo che potrebbe perdere la "scommessa" (appunto il giro del mondo in ottanta giorni) non esita a salvare la dolce Adua, destinata a morte sicura, o a togliere dai guai il suo giovane maggiordomo.
Audacia, coraggio e rigore, grandi sentimenti ed elevazione morale: ecco presentati Phileas Fogg e Passepartout!
E, al di là degli insegnamenti,
Il giro del mondo in 80 giorni risulta un romanzo leggero e divertente. La scelta di creare un personaggio così estremo nei suoi comportamenti, tanto da rischiare di essere additato come ossessivo, e di buttarlo in un’avventura che per sua natura è soggetta ai più vari imprevisti, è stata secondo me una scelta perfetta. Un dualismo affascinante, catalizzatore dell'attenzione che, senza dubbio, spinge a proseguire la lettura.
Trucchi, escamotage e fortuna per portare a termine un compito al prezzo di 20.000 sterline, permettendo al lettore di passare dall'Inghilterra all'India, dall'India alla Cina, dalla Cina all'America senza staccare mai il "sedere" dalla sedia di casa, perdendosi nella descrizioni dei luoghi come in un cartolina inviata da amici in vacanza in paesi esotici.
Linguaggio semplice, essenziale che non trascura un po' di puntualizzazioni scientifiche e qualche termine marinaresco per accompagnare un tragitto per lo più fatto in acqua
Sempre piacevole e, per l'epoca di pubblicazione, innovativo è un classico da non sottovalutare!
"Il temperamento silenzioso di Fogg in sostanza così generoso, l'attraeva più di quanto non si rendesse conto ed era quasi a sua insaputa che si lasciava andare a impulsi interiori di cui l'enigmatico Fogg non sembrava minimamente subire l'influenza "
Letto appena adolescente, allora l'ho trovato carino e niente più. Un libro di avventura e di grande immaginazione.
Rileggendolo, a distanza di quasi 40 anni, l'effetto è stato diverso.
Mi ha affascinato non tanto l'improbabile viaggio del mondo in un tempo limitato e con mezzi oggi considerati antiquati e lenti, ma il modo con cui il viaggio viene affrontato dall'affascinante protagonista.
E' questo il senso della dedica.
Infatti Phileas Fogg, uomo metodico e riservato dal perfetto stile britannico, insegna a credere nelle proprie convinzioni, ad avere fiducia nelle proprie scelte e ad affrontare gli imprevisti senza mai perdere la propria personalità.
Non è tanto il fine ma quanto il percorso a essere fonte di arricchimento.
Tale romanzo insegna che bisogna essere determinati, generosi, umani.
E invero il protagonista affronta gli imprevisti senza mai perdere la sua dignità, la sua umanità, la sua generosità verso il genere umano più debole.
Phileas Fogg riesce, con la sicurezza dei suoi comportamenti aristocratici, a farsi amare anche dal più acerrimo nemico, spiazzando con il suo nobile cuore ogni forma di ingiustizia.
E pur sapendo che potrebbe perdere la "scommessa" (appunto il giro del mondo in ottanta giorni) non esita a salvare la dolce Adua, destinata a morte sicura, o a togliere dai guai il suo giovane maggiordomo.
Audacia, coraggio e rigore, grandi sentimenti ed elevazione morale: ecco presentati Phileas Fogg e Passepartout!
E, al di là degli insegnamenti,
Il giro del mondo in 80 giorni risulta un romanzo leggero e divertente. La scelta di creare un personaggio così estremo nei suoi comportamenti, tanto da rischiare di essere additato come ossessivo, e di buttarlo in un’avventura che per sua natura è soggetta ai più vari imprevisti, è stata secondo me una scelta perfetta. Un dualismo affascinante, catalizzatore dell'attenzione che, senza dubbio, spinge a proseguire la lettura.
Trucchi, escamotage e fortuna per portare a termine un compito al prezzo di 20.000 sterline, permettendo al lettore di passare dall'Inghilterra all'India, dall'India alla Cina, dalla Cina all'America senza staccare mai il "sedere" dalla sedia di casa, perdendosi nella descrizioni dei luoghi come in un cartolina inviata da amici in vacanza in paesi esotici.
Linguaggio semplice, essenziale che non trascura un po' di puntualizzazioni scientifiche e qualche termine marinaresco per accompagnare un tragitto per lo più fatto in acqua
Sempre piacevole e, per l'epoca di pubblicazione, innovativo è un classico da non sottovalutare!
"Il temperamento silenzioso di Fogg in sostanza così generoso, l'attraeva più di quanto non si rendesse conto ed era quasi a sua insaputa che si lasciava andare a impulsi interiori di cui l'enigmatico Fogg non sembrava minimamente subire l'influenza "
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 1872
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