L'Archivio del Diavolo - Pupi Avati -
recensione a cura di Alice Bassoli
Nel fitto intreccio di mistero e oscurità che avvolge
"L'Archivio del Diavolo", Pupi Avati ci immerge in un viaggio che
attraversa le nebbie oscure del Nordest italiano degli anni Cinquanta. Questo
romanzo gotico, che fonde sapientemente thriller e horror, ci trascina in un
vortice di tensione e suspense che si snoda tra i misteri della piccola
comunità di Lio Piccolo.
🔍 La storia si apre con
don Stefano Nascetti, trasferitosi in questa tranquilla parrocchia per sfuggire
alle ombre del passato, solo per trovarsi coinvolto in un intricato intrigo di
morte e segreti sepolti. Con una prosa che cattura l'essenza della campagna
veneta e i suoi abitanti, Avati ci conduce attraverso un viaggio inquietante
alla scoperta della verità nascosta dietro gli eventi apparentemente
inspiegabili che affliggono la comunità.
💡 I personaggi sono
dipinti con una precisione spietata, mostrando il loro lato più oscuro e
vulnerabile. La giovane maestra Silvana incarna un fascino ambiguo, mentre il
funzionario scomparso Furio Momentè e il questore vendicativo Carlo Saintjust
aggiungono strati di complessità al già ricco panorama di personaggi.
🌑 Ma è l'atmosfera di
terrore e sospetto che permea ogni pagina che rende questo romanzo così
coinvolgente. Avati ci trascina in un mondo di mistero e superstizione, dove il
Male si manifesta in forme inspiegabili e ancestrali. Le atmosfere cupe e
inquietanti si fondono con un realismo crudele nel descrivere i vizi e la
corruzione umana, creando un noir che affascina e spaventa in egual misura.
🔎 "L'Archivio del Diavolo" è un libro semplicemente sublime. Pupi Avati dimostra di essere un maestro nel dipingere con parole le tenebre dell'animo umano.
genere: thriller
anno di pubblicazione: 2020
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