"Non dire notte" - Amos Oz
recensione a cura di Patrizia Zara
"Su tutto è steso un sorriso fiacco sbiadito
dolente"
Ci sono libri che raccontano l'amore e l'amicizia, i
sentimenti in generale, con la stessa rilevanza dei messaggi dei baci Perugina
o il sapore della marmellata di prugna che oltre il primo cucchiaio risulta
alquanto vomitevole; e poi ci sono le storie come "Non dire notte" di
Amos Oz. Poesia tra i cocci di vetro della quotidianità. Prosa che ammalia e
rapisce come musica dell'anima. Stile, lieve ed elevato, che solleva la mente
trascinandola altrove.
Quindi se decidete di leggere ”Non dire notte" di Amos
Oz non vi aspettare che l'amore, l'amicizia, la tolleranza, l'attrazione vi
siano esplicitamente raccontate. Le infinite risorse dell'amore, dell'amicizia,
della tolleranza e dell'attrazione sono nelle parole, nei dialoghi e nei flussi
di coscienza dei due protagonisti, Theo e Noa, la coppia di Tel Kedar che
convive da sette anni.
Theo, urbanista sessantenne di successo che sembra aver
perso energia e voglia di vivere.
Noa, frenetica professoressa di lettere di quindici anni più
giovane, è sempre alla ricerca di nuove traguardi e sfide.
E intorno ai due l'immensa distesa di sabbia desertica su
cui il sole brucia e la polvere, sollevata dal vento caldo, acceca gli occhi e
ferisce il cuore.
Dopo sette anni di felice convivenza un evento improvviso
mette in dubbio ogni cosa. Tuttavia non vi aspettare colpi di scena eclatanti,
rumorosi, volgari. Tutto è immerso negli sguardi, nel contemplare l'infinita
distesa di sabbia che con i suoi vorticosi, minuscoli e taglienti granelli di
polvere rimanda alle contemplazioni dell’anima e agli occhi del cuore.
Romanzo a due voci che si interpongono e si confondono nel
raccontare il loro presente, il proprio passato descrivendo tra ricordi le loro
vite e le vite tragiche, buffe di speranza e di rassegnazione dei vari
personaggi che hanno animato e animano la sonnacchiosa Tel Kadir, piccola
cittadina arida di rinnovamenti e di cambiamenti che giace in un letargo
ininterrotto. Due voci che non fanno mai accenno a un futuro prossimo o remoto
perché Theo e Noa, le due voci, si amano in un continuo avvicinarsi e respingersi
in nome di Eros, Philia e Agape: amore che va oltre l'amore stesso.
Riflessioni di intelligenza dubbiosa nell'evoluzione di
esseri destinati a vivere come inesausti Sisifo, descrizioni intimistiche,
paesaggi aridi piegati dal caldo e dal vento raccontati con una incredibile
delicatezza.
Una lettura ricca di straordinarie e suggestive invenzioni
lessicali. Un autore che è una chicca per l'anima.
"Non dire notte" è un inno all'amore quello puro,
quotidiano senza fronzoli e merletti -
questi a volte danno vita a storie deboli ed esangui - che si innalza
silenzioso nelle superbe immagini di un giorno che muore nell'ultima luce,
bagliori fra le nuvole che promettono un nuovo giorno "e il sole continua
a splendere".
Non è mai notte quando si ama per davvero anche se si
respira polvere e si cammina tra pezzi di vetro acuminati.
Quando si ama davvero si ama di un amore emancipato, dove
passione e dolore si esibiscono come se fossero artisti di strada, mai stanchi
di ripetere un copione che sembra lo stesso, ma non lo è giacché un vero
artista sa improvvisare rinnovandosi senza farsene accorgere.
Un amore delicatamente sofferto ma libero in un'eccitante e
continua evoluzione di sottili sorprese nascoste dietro gesti abitudinari
"uno può stare con un altro cent’anni giorno e notte senza interruzione,
dormirci insieme, e non serve a niente, alla fine non sai niente di quello
lì".
Un amore discreto ma fortemente presente: “l'unico modo per
aiutarla è non tentare di aiutarla", in una compensazione tacita di anime
e di corpi. Che eleganza, che rispetto, che sensibilità, che discrezione, che
garbo, in una società che tenta in tutti i modi di soffocare l'unicità
soprattutto delle donne.
Un Kiss.
" Era un’esperienza strana perché sino ad allora non
avevo creduto nelle potenzialità dell’amicizia, men che meno tra uomo e una
donna. Intimità, certo, e desiderio, e fair play, e affetto passeggero, e
piacere in cambio di piacere, prendere e dare, tutto ciò l’avevo conosciuto nel
corso degli anni, sempre all'ombra dell'inevitabile combinazione di passione e
imbarazzo. Il tutto entro confini delimitati a priori. Ma l'amicizia,
l'apertura, un legame alieno d'imbarazzo, confini aperti, non avevo mai
immaginato che tutto questo fosse possibile fra me e una donna. Ed ecco invece
che arriva Noa...)
(La più bella dichiarazione d'amore che un uomo possa fare a
una donna...per me!)
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 1994
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