La casa stregata – Howard P. Lovercraft
recensione a cura di Francesca Tornabene
Lovecraft definito fabbro di sogni, visioni e incubi, di
luoghi mitologici intrisi di magia e immagini evocative.
Fonte di ispirazione degli scrittori del genere.
"L'orrore, visto nella più profonda essenza, non poteva
essere il fondamento di una storia, in quanto, come dice l'autore tedesco
citato da Poe, es lasst sich nicht lesen: non si lascia leggere".
La scelta narrativa in prima persona rende i suoi racconti
intimi e compenetranti.
Ho viaggiato nell'eco di antichi miti e leggende che hanno
origini lontane e attraverso un orrore cosmico che sprofonda negli abissi della
mente umana mettendone a dura prova la sua sanità.
Così che, dapprima sono stata trascinata a Providence per
risolvere il mistero di una leggendaria e maledetta casa, infestata da oscure e
terrificanti presenze assetate di sangue.
E poi mi sono ritrovata a Red hook, insieme ad un poliziotto
per indagare su sette occulte e orrori metropolitani e a tradurre antiche
trascrizioni ed evocazioni.
In comune i due racconti hanno il fremito che l'uomo averte
nel percepire il male che circonda il mondo.
Terribili segreti atavici e tenebrosi che devono restare
tali per non turbare il perno stesso dell'universo.
Ho avuto un assaggio della vertigine, provocata dalla
potenza di sogni raccapriccianti, che precipitano in una solitudine cosmica e
in una escalation di terrore senza fine.
Alla fine del viaggio ho chiuso il libro e sono tornata alla
vita di sempre con l'eredità di un messaggio quasi onirico.
Si sopravvive al dolore!
Ma pur avendo la meglio sui terrori più orripilanti della
faccia della terra, il ricordo dell'orrore provato resta e mai abbandona la
memoria dell'uomo.
genere: horror
anno prima pubblicazione: 1937
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