lunedì 30 ottobre 2023

MADAME BOVARY

 




Madame Bovary - di Gustave Flaubert -

recensione a cura di Patrizia Zara

 

"La sua vita era fredda come una soffitta che ha il finestrino volto al nord, e la noia, come ragno silenzioso, filava la sua tela nell'ombra, in ogni angolo del suo cuore"

 Il classico dei classici. Il romanzo che ha segnato per sempre un'epoca, che ha frantumato le illusioni, i sogni, che ha incenerito le fiabe.

La trama è nota, ma anche se non lo fosse non si potrebbe facilmente sintetizzare senza mortificare Emma Bovary, il personaggio chiave che ha sacrificato la sua vita per inseguire l’amore. Un sentimento estremo che pone le basi su delle nuvole evanescenti; fantasticherie dove ruotano raffinate dame e cavalieri ribelli frutto di un'immaginazione fanciullesca.

Emma, una donna che si nutre di una passione continuamente soffocata dalla quotidianità e il cui cuore sbatte ripetutamente sulla dura corazza di un'esistenza mediocre, grottesca e provinciale.

C'è tanto in Emma, c'è tanto da dire, così tanto che le parole risultano vuote, prive di pathos, inadeguate.

Eroina, vittima, regina, serva, moglie e prostituta, madre e madrigna, ingenua fanciulla e donna voluttuosa un tumulto di personaggi che si elevano di volta in volta in quel mondo immaginario dove ruotano principi distinti, cavalieri coraggiosi e passionali, dame innamorate, profumi, merletti, cristalli e oro. Una "Maria Antonietta" provinciale.

Non voglio argomentare degli uomini con cui Emma tradita il marito: questi sono soli oggetti nelle mani di una donna che vuole l'impossibile, che cerca l'antidoto per contrastare il "male di vivere".

Non ho alcuna voglia di descrivere Charles, il marito di Emma. Charles è il classico uomo ordinario, mediocre, acquiescente, già consumato dal solo respiro: è piccolo per Emma. (La passione di Charles non aveva nulla di eccezionale... egli la baciava a ore fisse"). Non può esserci fra i due alcuna conversazione, nessun punto di vista in comune se non una profonda incomunicabilità in tutti i sensi. Lui vede solo il bianco mentre lei vede tutte le sfumature che si irradiano dal quel rosso vermiglio che esplode dal cuore.

Emma lo ha sposato nell'illusione di uscire da un fosso senza sapere che sarà inghiottita dalle sabbie mobile che lei stessa attraversa incautamente.

("...si tratta di una donna che non avendo compreso il matrimonio, si sente contaminata dal contatto del marito, e, avendo cercato fuori di casa il proprio ideale, aveva trovato le disillusioni dell'adultero" tratto dall'arringa dell'avv. Sénard, difensore.)

Una celata principessa delle fiabe senza l'aiuto magico e senza il "vissero felici e contenti" ma continuamente al centro di un vorticoso mondo immaginario intravisto oltre lo specchio delle illusioni. Un Tantalo al femminile. Uno schiantarsi continuo nell'amarezza e nel disinganno. Che tristezza.

E non vi descriverò neppure dei personaggi che fanno da contorno, poiché risultano anch'essi talmente grotteschi e privi di mordente da risultare ridicoli, trincerati nel loro confine intellettuale e religioso (vedasi l'ambizioso farmacista e il piccolo prete di campagna, due personaggi costantemente in conflitto come i nostrani Don Camillo e Peppone)

Emma appartiene a chi riesce vedere oltre il colle infinito, a oltrepassare la linea di demarcazione che separa il banale dallo straordinario. Emma appartiene a chi riesce a sentire il pulsare del proprio cuore oltre la gabbia toracica, a chi da valore ai propri sogni senza lasciarsi intrappolare dalla meschinità e l'ipocrisia sociale.

Emma si è sacrificata per noi donne e il suo monito continua ancora: non vi aggrappate o schiavizzate per seguire i vostri desideri, potete morirne poiché riempireste di menzogne voi stesse. Guardare me!

Liberatevi dalle catene e vivete in prima persona la vostra esistenza senza lasciavi ammaliate dall'illusoria quiete che non è altro che un'egoistica pretesa sociale. E state attente ai falsi riflessi d'oro che vi vengono continuamente sparati in faccia (miti, tv, vip, influencer, pubblicità, galà etc.) Se volete trovare un senso in questa esistenza, che senso comunque non ne ha, dovete guardarvi allo specchio e credere soltanto nelle vostre aspirazioni, anche quelle apparentemente semplici e banali, ma vostre! Circondavi di persone con cui non avete timore di parlare delle vostre aspirazioni.

Non vi avvelenate l'anima. Non vale la pena commettere errori per non essere se stesse.

"Madame Bovary" è un romanzo scritto nel 1856. Flaubert venne citato davanti al tribunale correzionale di Parigi, con l'imputazione di oltraggio alla morale pubblica e religiosa, e offesa ai buoni costumi. Il processo venne messo a ruolo per il 24 gennaio, e la discussione si svolse dal 31 gennaio al 7 febbraio, concludendosi infine con una sentenza di assoluzione.

"Madame Bovary" ebbe, e continua ad avere, un successo enorme.

Per le descrizioni minuziose e per l'essere sempre presente alla realtà rappresentata Flaubert con tale romanzo inaugura il realismo.

Lo stile con cui Flaubert ci descrive la storia di Emma e la vita provinciale francese è estremamente elegante nella sua complessa elaborazione e signorile anche nelle sue forme più allusive: il sesso fra gli amanti non è mai esplicito o lascivo ma, appunto perché è velato, risulta, nell'immaginario del lettore/delle lettrici di un impatto realistico (di classe) travolgente; la scrittura è fortemente descrittiva ma mai ampollosa. Il linguaggio ha il pregio di risultare musicale quasi quanto una suadente sinfonia.

Sebbene nella prima parte lo stile descrittivo dell'ambiente, dei vestiti, dei personaggi risulti alleggerito da una scrittura lievemente civettuola, è in dubbio che dalla seconda parte in poi lo stesso stile si pregia di una certa profondità interiore poiché il mondo viene filtrato attraverso gli occhi dell’inquieta protagonista avvolta sempre più nella nube angosciosa dell'esistenza.

E concludo con una frase emblematica "Madame Bovary c’est moi"

 "Seguendo le teorie alle quali credeva, essa cercò d'inventare l'amore. Al chiaro di luna, nel giardino, recitava quanti versi appassionati sapeva a memoria, e, sospirando, cantava al marito lente arie malinconiche; ma dopo, si ritrovava altrettanto calma quanto prima, e Carlo non appariva né più innamorato né più scosso"

genere: narrativa

anno pubblicazione: 2014


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