L’ultimo respiro di Mara – Marika Campeti
Recensione di Dario Brunetti
L’ultimo respiro di Mara è il nuovo romanzo di
Marika Campeti uscito per la casa editrice Bertoni.
L’autrice accantona la narrativa, genere per la quale si è contraddistinta
attraverso le sue opere precedenti (Il segreto di Vico delle belle, Lo
scorpione dorato e Nero avorio) e fa il suo esordio nel thriller
psicologico.
Ambientato in Umbria, racconta la storia di Mara e Veronica,
due inseparabili cugine che vivono in un piccolo borgo circondato tra i boschi
che costeggiano il fiume Faena, sulla collina tra Fratta Todina e Montecastello
di Vibio.
Un microcosmo che le vede protagoniste immerso tra i boschi
e la campagna in compagnia del loro amico Giacomo, un ragazzo che si occupa
costantemente di badare alla sua scuderia e al maneggio di cavalli.
Quel che sembra una realtà serena e alquanto pacifica, viene
sconvolta dall’arrivo di un uomo misterioso che tormenta i sogni di Veronica,
facendole rivivere i giorni che le hanno per sempre sconvolto l’esistenza.
Una cascina che nasconde un oscuro segreto di oltre sedici
anni prima, un passato che torna con prepotenza a farsi sentire togliendo il
fiato a una delle due protagoniste, i silenzi inconfessabili di una famiglia e
infine il delitto di un bellissimo fiore reciso per sempre.
Sono gli ingredienti de L’ultimo respiro di
Mara, un thriller psicologico e claustrofobico che si avvale di
sfumature di erotismo e che si si sviluppa su due piani temporali: il passato e
il presente.
Prendono forma e consistenza vecchi ricordi e paure che
tornano incessanti e che hanno sconvolto la vita di due ragazze che volevano
vivere nella spensieratezza la loro adolescenza.
La Campeti caratterizza al meglio tutti i protagonisti della
storia, mettendone in evidenza la loro personalità.
La trama strutturalmente articolata favorisce il buon
intreccio narrativo di una storia scritta con precisione chirurgica, così
l’autrice tende delle vere e proprie trappole al lettore a colpi di incastri
per una verità in apparenza sfuggente che si consumerà nelle ultime pagine
attraverso uno spiazzante colpo di scena.
Un registro narrativo che funziona alla perfezione e che
risulta efficace, mette in risalto le qualità dell’autrice, che fornirà ai
lettori una storia intensa piena di intrighi e di misteri che si susseguono.
Nonostante i due piani temporali del romanzo, le lancette
dell’orologio si sono fermate al fatidico giorno di quel tragico evento, le
vicende relegano i protagonisti di questa storia a una dimensione ancora più
piccola di quella in cui vivono, con lo scorrere delle pagine ne rimarranno
sopraffatti.
I destini avversi dei personaggi finiscono col dare
all’indagine un ruolo secondario, ecco perché il lettore si dovrà improvvisare
detective per unire i tasselli di un mosaico che trovi il suo giusto incastro.
Nei boschi ci sono esistenze forse perdute per sempre!
Buon viaggio letterario all’insegna del brivido!
Genere: thriller
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