Prima di parlare
diffusamente del tuo libro, e di tante altre cose interessanti, ti faccio
qualche domanda di carattere generale, per conoscerti un po’ meglio. Sono le
domande che io chiamo “necessarie”, forse un po’ banali, ma alle quali non ci
si può proprio sottrarre. Tu hai fatto altre interviste, ce ne sono diverse in
giro per il web. Non sarà facile essere originale ma ho qualche curiosità da
togliermi e spero di riuscire a stupirti. Per ora però partiamo con le domande
di prassi. Pronto? Allora Antonio raccontaci un po’ di te dove nasci e vivi, la
tua formazione, qual è il tuo lavoro e poi dicci come nasce l’idea di scrivere
romanzi.
Ciao a tutti e
ringrazio per questo spazio che mi avete dedicato. Sono nato a San Giovanni
Rotondo il 2 aprile del 1980 e vivo, con mia moglie e mio figlio, a
Manfredonia. Nella vita mi occupo di edilizia, lavoro nell’impresa di famiglia,
sono laureato in Scienze Giuridiche presso l’Università degli Studi di Foggia. La
scrittura mi ha sempre affascinato, anche se devo dire, a scuola i miei temi
erano tutt’altro che dei capolavori anzi spesso non andavo oltre il 6 anche
grazie alla magnanimità della prof. Ma non mi interessava, a me piaceva
scrivere. Cominciai con un mio compagno di classe a scrivere parodie dei
Promessi Sposi e della Divina Commedia e poi piano piano è salito in me il desiderio
di scrivere qualcosa di serio e così ho cominciato a pensare a cosa potevo
“inventarmi”. In mio aiuto è arrivato un altro mio amico che però poi si è
perso nei meandri dell’”ombra” e così ho continuato da solo.
Oltre a scrivere sei anche un lettore? Hai un genere
preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo?
Sì, mi piace leggere ma non sono assiduo, purtroppo ci sono
momenti in cui riesco a ritagliarmi dei momenti per la lettura e a volte non
riesco proprio. Non ho un genere che prediligo, leggo di tutto ad eccezione dei
libri sentimentali quelli proprio non mi vanno giù. Invece ho un autore
preferito che è il compianto Zafon, di lui ho letto tutti i libri e devo dire
che è grazie a lui che ho avuto la forza di riprendere il mio romanzo e portarlo
a conclusione. Mi è stato molto di ispirazione. E di questo devo ringraziare
mia moglie che me lo ha “presentato” comprandomi “Il gioco dell’angelo”.
Ovviamente preferisco il cartaceo. Ci sono delle cose che la tecnologia non
dovrebbe toccare e una di queste cose sono i libri. Il fascino della carta ed
il suo odore non hanno eguali.
Da dove nascono le tue storie? Elabori notizie che leggi
o sono esclusivamente di fantasia? I personaggi del tuo libro sono stati
ispirati da persone reali?
Le mie storie nascono prevalentemente dall’osservazione.
Sono un grande osservatore di tutto quello che accade intorno a me e mi piace
anche andare a scovare luoghi misteriosi dove far partire la mia fantasia e
creare i personaggi. Io solitamente procedo così quando trovo o vedo o sento
qualcosa di interessante me lo segno su qualsiasi cosa trovo: cellulare, foglio
di carte, tovagliolo e conservo, poi piano piano intorno a tutti questi appunti
nasce la storia. I personaggi di questo libro sono ispirati a persone e luoghi
reali che ho incontrato durante la mia esperienza universitaria.
Hai solitamente una scaletta prefissata o ti fai condurre
dalla narrazione?
Solitamente scrivo di getto ovviamente il tutto ha un suo
senso logico, mentre scrivo so già dove voglio arrivare.
Scrivi quando riesci o preferisci un momento particolare
della giornata?
Preferisco le ore notturne, sono quelle che più conciliano
la mia ispirazione.
Ti è capitato di presentare il tuo libro in pubblico? Se
ciò avvenisse preferiresti un moderatore che ti pone le domande “giuste” o
lasceresti far fare le domande direttamente al pubblico?
Mi è capitato di presentare il libro ma era un pubblico
proprio ristretto. Mi piace sia l’idea di avere un moderatore con mi pone domande
“giuste” e sia l’idea di un pubblico che mi pone domande senza filtri.
In questo spazio ho spesso il piacere di chiacchierare
con potenziali bravissimi autori. Con scrittori affermati o, più spesso, con
esordienti. In ogni caso coloro con cui sento di più la necessità di
chiacchierare sono quelli che mi hanno veramente emozionato con le loro opere.
Tu sei uno di questi. La maggior parte di questi però sono autori self
publishing. Io credo molto a questa soluzione per pubblicare un libro. E cerco
nel mio piccolo di dargli più visibilità possibile. Ci puoi parlare della tua
esperienza? Tu hai pubblicato con la Booksprint edizioni. Come ti sei trovato?
E’ una vera e propria casa editrice o più una piattaforma per il self
publishing? La differenza è sostanziale perché nel self publishing tutte le
spese (ed i relativi guadagni) sono a carico tuo in una casa editrice no.
Prima di tutto, ti ringrazio per l’apprezzamento. Ho trovato
molta difficoltà a far pubblicare il mio libro, in quanto, purtroppo, in Italia
funziona così: se sei un autore già affermato o un personaggio conosciuto ti
pubblicano senza problemi ma se devono scommettere su di te, perfetto
sconosciuto, ti trovano mille scuse per non farlo. Booksprint è una soluzione
ibrida, mi ha dato l’opportunità di far diventare il mio sogno realtà. Punto,
per il resto è tutto sulle mie spalle.
Fantastichiamo per un attimo, anche se in realtà è
proprio quello che io spero avvenga presto perche il tuo romanzo è cosi bello
che meriterebbe questa opportunità, ma dicevo se il tuo romanzo andasse talmente
bene da finire sotto la lente di qualche editore “importante”, ti sentiresti
più felice se ha contattarti fosse una casa editrice medio/piccola o la tua
ambizione è quella di poter un giorno essere “ingaggiato” da una casa editrice
main stream?
Il mio sogno sarebbe quello di essere ingaggiato da una
importante casa editrice, però una medio/piccola non sarebbe male perché forse
verresti seguito meglio. Però quello che voglio per il mio libro è farlo uscire
dall’anonimato.
Passiamo ad analizzare il tuo romanzo. Innanzitutto
possiamo dire che è una riedizione. Il romanzo venne pubblicato per la prima
volta nel 2019, giusto? Hai cambiato qualcosa in questa nuova versione? Come
mai questa scelta?
E’ vero questa è la seconda edizione. Come mai ho fatto una
riedizione? Il tutto è nato da una recensione negativa, la quale mi ha portato
a pormi delle domande e alla fine mi sono reso conto che qualcosa andava
cambiato. Il finale è stato ampliato di una trentina di pagine e adesso sono
davvero soddisfatto del risultato.
Il titolo è L’uomo nell’ombra. Per scriverlo sei stato
ispirato da qualche evento in particolare? Il protagonista si chiama
Alessandro, uno studente universitario. E’ un romanzo sorprendente ed
originale. E’ avvincente fin dall’inizio ma le 50 pagine finali sono un fuoco
di fila di sorprese. Dicci qualcosa tu raccontaci la trama, dove è ambientato,
i suoi personaggi principali. Facci venir voglia di leggerlo….
Alessandro, un giovane studente dell’Università degli Studi
di Foggia amante della letteratura esoterica si trova di fronte ad una piccola
porta all’interno dell’ateneo. Spinto da una forza misteriosa, decide di
varcarla. All’interno, dopo aver percorso la stanza buia e stretta, vede
provenire da una camera attigua una luce fioca di candele. Entrato, nota, in un
angolo, un leggio, finemente intarsiato, sul quale era appoggiato un
manoscritto che riportava una frase tratta dalle lettere di Giuda. Mentre il
ragazzo cerca di capire cosa voglia nascondere quella enigmatica frase, un
cigolio di cardini richiama la sua attenzione: qualcuno stava chiudendo la
piccola porta da dove era entrato. Corre disperatamente verso l’uscita ma la
porta si richiude bloccandolo lì, subito dopo sente un suono forte ed acuto…era
il trillo della sua sveglia e si ritrova in pigiama nel suo caldo letto…
Cosa era? Un sogno, tutto qui?
Toccherà ad Alessandro, ragazzo schivo e riservato scoprire
la realtà che lo condurrà ad una verità al di là della sua immaginazione.
Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti
trattati o lo hai ambientato in luoghi e descritto situazioni che conosci bene?
Ho fatto tante ricerche su cosa non posso dirlo perché
svelerei troppo. Diciamo che nulla è stato lasciato al caso, mi sono
documentato su tutto quello che è presente all’interno del libro.
Secondo te c’è un pubblico specifico per questo libro?
Sicuramente gli amanti del genere thriller psicologico ma
andrebbe bene per tutti anche per la semplice curiosità.
Preferisci di più i finali accomodanti (col lieto fine),
o preferisci lasciare qualcosa di non concluso o poco definito? Ti piacciono i
finali spiazzanti ed un po’ cinici o preferisci il vissero tutti felici e
contenti?
Non mi piacciono i finali accomodanti, io voglio i finali
spiazzanti quelli a cui non avresti mai pensato.
Prima dei saluti finali mi piacerebbe avere da te
un’opinione del mondo nel quale ti muovi. Secondo me molti scrittori non hanno
la considerazione che meriterebbero. Che il loro talento pretenderebbe. Io nel
mio piccolo ne ho conosciuti (letti) tanti, che meriterebbero molto più
successo di quello che hanno. Tu cosa ci puoi dire in proposito?
Effettivamente il mondo dello scrivere è molto complicato,
il problema non è scrivere, il problema è far conoscere agli altri che quello
che hai fatto è degno della loro attenzione. Ed è qui che molto spesso, mi
viene lo sconforto perché purtroppo, ripeto, per chi gravita attorno al mondo
dei libri, siano essi lettori o editori, non sono nessuno e quindi non sono degno
di attenzione.
Sei ospite del blog Giallo e cucina e qui le interviste
terminano sempre con due domande obbligatorie: la prima non è proprio una
domanda ma un pensiero gentile. Consiglia, oltre al tuo libro, altri due
romanzi che ti hanno colpito, o a cui sei particolarmente legato, e che
vorresti che tutti leggessero.
Il nome della Rosa e il gioco dell’Angelo.
La seconda è: qual è il piatto che preferisci e perché
(se c’è)?
Ci sono tanti piatti che preferisco, però se ne devo
scegliere uno, quello è riso patate e cozze. E’ una prelibatezza per il palato.
Ho la fortuna di avere dei genitori che lo sanno fare in modo magistrale.
Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta
fortuna. Se vuoi puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni importante far
sapere ai lettori….
Viva L’Uomo nell’Ombra.
Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.
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Nota bene: Rispondendo alle domande di questa intervista
viene dato il consenso alla sua pubblicazione sul blog Giallo e cucina e sui
social ad esso legati.
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