giovedì 30 aprile 2020

INTERVISTA A IRIS BONETTI





INTERVISTA A IRIS BONETTI

Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitare l’autrice Iris Bonetti. Grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo.
Prima se posso ti faccio volentieri qualche domanda di carattere generale per conoscerti un po’ meglio…no, non ti preoccupare nulla di personale. Solo domande riguardanti al nostro amato mondo dei libri.  Allora Iris raccontaci un po’ di te dove nasci e vivi, la tua formazione, qual è il tuo lavoro e poi dicci come nasce l’idea di scrivere romanzi.
Sono nata a Milano ma poi mi sono trasferita in Brianza per motivi di lavoro ad Arlate, una piccola frazione di Calco in provincia di Lecco. Un minuscolo paese di poche anime lungo il fiume Adda e circondato da boschi rigogliosi. Ambiente adatto per stimolare la mia scrittura. Ho frequentato il liceo artistico e successivamente una scuola di fotografia di moda. Alla fine ho trovato il lavoro che faceva per me, occuparmi di promozioni e gadgettistica verso le grandi aziende, lavoro che faccio tuttora nonostante questa crisi ne abbia minato in parte le prospettive. La scrittura l’ho amata da sempre ma, salvo scritti personali rimasti nel famigerato cassetto, non l’ho ripresa finché non aprii dodici anni fa una piccola Casa Editrice indipendente per bambini con una socia. Per diverso tempo ho scritto quindi storie per i più giovani, ed è stato molto divertente. Fino a quando sono volutamente uscita dall’editoria per ragazzi per trovarmi a fare il “grande salto”: scrivere romanzi per i più grandi.

Oltre a scrivere sei anche una lettrice? Hai un genere preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo? Consigliaci un libro di un tuo/a “collega”.
Sì, leggo molto e di tutto. Credo sia vitale per uno scrittore che vuole crescere e diventare completo. Non ho un genere preferito anzi, in merito a questo, amo quegli autori eclettici che non si legano a un genere specifico, vedi ad esempio Ken Follett. Non rischiano di diventare ripetitivi e noiosi. Hanno sempre qualcosa da darti del proprio immaginario. Preferisco ancora i cartacei, ma non disdegno la nuova tecnologia. Sto leggendo dei libri di colleghi, ma tra quelli, uno che ho terminato e che mi è piaciuto è “La pelle del lupo”, di Fabio Girelli.

Da dove nascono le tue storie. Elabori notizie che leggi o sono esclusivamente di fantasia?
Le mie storie per adesso nascono da sogni notturni più o meno ricorrenti, che mi inducono a metterli su carta, altrimenti rischiano di ossessionarmi le notti… Scherzo! Ogni storia a cui ho pensato, essendo di base volutamente realistica, nel limite di un romanzo s’intende, mi ha portato per forza maggiore a dovermi documentare molto sulle tematiche o ambientazioni riportate. È forse il lavoro più duro, ma per certi versi anche interessante. Non si finisce mai di imparare e di esplorare.

 La tua scrittura si colloca in un genere preciso o non si possono inquadrare in una unica tipologia?
Come dicevo, non ho un genere preferito e quindi, credo, non lo sia nemmeno la mia scrittura. Lo dimostrano i primi due romanzi che ho scritto e i due prossimi che ho in cantiere: il primo è un romanzo distopico, in parte thriller ma non troppo, il secondo è di avventura e passione, il terzo sarà un thriller puro e il quarto un drammatico… esiste quest’ultimo genere letterario? No, appunto e trovo sia una mancanza gravissima, che il cinema invece ha eluso.


Sei un’autrice che auto pubblica i suoi libri. La tua è una scelta voluta oppure ambisci prima o poi a scrivere per una casa editrice ma ancora non ne hai avuto l’opportunità? Non deve essere facile dover occuparsi di tutti gli aspetti di “contorno”: copertina, editing, impaginazione, stampa…Parlaci della tua esperienza.
Sì, per ora ho auto pubblicato i miei romanzi, per poter offrire ai lettori le mie storie e farmi conoscere, e perché no, anche scoprire i loro giudizi sempre formativi! Non posso negare che l’ambizione sarebbe trovare un Editore serio, non per prestigio o altro, ma sinceramente per giocarmi l’opportunità di andare coi miei romanzi oltralpe, viste anche le ambientazioni che ho utilizzato e che credo potrebbero essere ben accolte anche da un pubblico di lettori stranieri.

Ma eventualmente ti contattasse una piccola casa editrice la prenderesti in considerazione o miri proprio al grande salto?
Miro nel caso a un Editore medio/grande per il motivo detto sopra, ovvero godere di una rappresentanza e promozione dei diritti esteri con una presenza di un certo tipo presso le fiere straniere, oltre che a una distribuzione nazionale. Un Editore che abbia quindi le giuste spalle. In caso contrario, non vedo alcuna differenza con l’auto pubblicarsi.

Quando scrivi deve esserci assoluto silenzio o ti concentri meglio con una buona base musicale? Scrivi quando riesci o preferisci un momento particolare della giornata?
Quando scrivo necessito di silenzio, in effetti, ma per scrivere alcune scene dinamiche di lotte o scontri decisamente maschili, poco consoni al mio essere donna, ascolto delle canzoni vivaci che mi diano il ritmo giusto.

Ti è capitato di presentare un tuo libro in pubblico? Preferisci un moderatore che ti pone le domande “giuste” o preferisci lasciare far fare le domande direttamente al pubblico?
Auto pubblicandomi non ho ancora avuto modo di presentare uno dei miei libri in pubblico, ma ricordandomi delle varie occasioni avute in pubblico coi libri per ragazzi che scrivevo, posso dire di preferire un moderatore, sebbene non sia tassativamente necessario.

Di norma preferisci scrivere libri autoconclusivi che non danno origine a serie o il personaggio principale da te creato in una storia lo ritroviamo in tanti tuoi romanzi?
Essendo la scrittura frutto di storie che mi vengono in sogno e non ponderate a tavolino, per ora mi sono “arrivate” auto conclusive, ma non è stata appunto una scelta. Sono state loro a scegliersi. Una serie futura? Non la escludo, ma amo dare libertà assoluta alla mente onirica e quindi dipendo da lei in toto.





Passiamo ad analizzare il tuo ultimo libro. Quando lo hai scritto e cosa ti ha ispirato?
Parliamo dell’ultimo: ISOLATI. L’ho iniziato a scrivere a metà settembre 2019 e l’ho finito dopo due mesi e mezzo a fine novembre 2019. L’ho poi dato in lettura a svariati beta reader contemporaneamente e alla fine, a seguito dei loro riscontri, ho deciso di pubblicarlo a gennaio 2020. L’ispirazione mi è arrivata ancora da un sogno che rincorreva le mie nottate: continuavo a vedere un’isola tropicale, stupenda ma tenebrosa allo stesso tempo, nella quale una donna preda di cinque uomini avvenenti, fuggiva di continuo al terribile destino di essere l’unica femmina, mira dei loro impulsi. Da lì sono partita, e la scelta si biforcava: un erotico o un’avvincente avventura. Ho scelto la seconda e poi il resto della trama è venuta da sé.

Dicci il titolo e raccontaci un po’ la trama, dove è ambientato, i suoi personaggi principali. Facci venir voglia di leggerlo….incuriosiscici.
Il titolo è ISOLATI. È nato per due ragioni: la prima perché, ambientandosi per la maggior parte del romanzo su un’isola remota, viene da sé, la seconda perché il romanzo inizia e si conclude con le vite di isolamento differente che i protagonisti vivono, fisico o psicologico. Mi piaceva l’idea di gettarli quindi su un’isola e vedere come si sarebbero comportati, ciascuno col proprio bagaglio di esperienze. I personaggi sono sei, come dicevo: un ghost-writer frustrato che non trova modo di firmare finalmente una storia a suo nome per via di un contratto che lo vincola, un’aspirante attrice alle prime armi, vittima psicologica di una madre castrante, un cardiochirurgo che non ha superato la morte del figlio tredicenne, un hikikomori che da tre anni non esce dalla sua camera “bunker”, un narco boss della droga tradito e infine un poliziotto che lotta proprio contro i signori della droga. Come misceleranno le proprie azioni sull’isola? E soprattutto saranno soli? No, una minaccia oscura calerà su di loro, e non tutti faranno ritorno a casa.

Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti trattati o lo hai ambientato in luoghi e descritto pratiche che conosci bene?
Ambientando entrambi i primi due romanzi all’estero e trattando tutti e due argomenti specifici, America e scienza nel primo e tribù indigene, natura e parte di storia il secondo, sì ho dovuto documentarmi parecchio e questo credo si percepisca nel leggerli. Non sarebbero verosimili altrimenti e diverrebbero puro fantasy.

Secondo te c’è un pubblico specifico per questo libro o anche chi non è appassionato al genere a cui appartiene può trovarlo interessante?
ISOLATI appartiene al genere avventura, un genere che ritengo includa tutti gli altri generi. L’avventura è in realtà in ogni romanzo, che non sia un mero saggio. Quale storia non ha un’avventura dietro? Cosa racconterebbe? Quindi sì, credo possa piacere a un vasto pubblico: c’è passione, amore, violenza, mistero, paura e speranza… oltre a molti spunti a mio avviso di riflessione sui sentimenti e le potenzialità umane.

Preferisci i finali accomodanti dove tutti i cerchi vengono chiusi con somma gioia o spesso lasci qualcosa di non concluso o poco definito?
Anche per questo non ho una preferenza. Ci sono storie che per loro natura debbono concludersi bene, lo suggerisce la trama stessa e lo stile, altre lasciano interrogativi o buchi vuoti, che ti lasciano mille domande. I finali per me sono come dei vestiti e le trame sono come delle donne: c’è un vestito degno per ogni donna.

Facci un piccolo excursus nella tua bibliografia. Hai pubblicato altri romanzi precedentemente a questo. A quale genere appartengono? Stai scrivendo qualcosa in questo periodo? Oppure sei già hai dettagli?
Prima di Isolati, sempre per adulti, ho scritto Empatia, un romanzo distopico che vede la possibilità di una rivoluzionaria scoperta mondiale, volta all’empatia. Sto cercando l’Editore giusto a cui proporlo. In cantiere ho il terzo libro del quale sto costruendo bene la trama per poi scriverlo fluidamente e sarà un thriller nel quale opererà un serial killer… ma non rivelo altro. Il quarto sarà un romanzo drammatico che vedrà una donna vivere contemporaneamente due vite. Altro lo scoprirete.

Prima dei saluti finali mi piacerebbe avere da te un’opinione del mondo nel quale ti muovi. Come ritieni che le istituzioni si comportino riguardo l’editoria? Secondo te coloro che propongono cultura in Italia sono sufficientemente tutelati dalle leggi vigenti? Dovrebbero avere maggiore visibilità? Penso alla pittura, al teatro, ai musei ed anche ai libri…
Sinceramente non sono così approfonditamente informata per dare una risposta che abbia un fondamento deciso. Ciò che posso esprimere, da autrice e lettrice, è semplicemente che vorrei che gli Editori, dispensatori di cultura, orientassero le loro scelte verso una minore quantità e una maggiore qualità. Qualità intesa non per testi meramente scritti in un italiano corretto o abilmente editati, ma di contenuti più vari, originali e che diano spunti differenti, difficilmente proponibili pescando troppo spesso solo dalle stesse “voci”.

Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta fortuna e spero che non si affievolisca mai la tua voglia di scrivere perché sei veramente bravo/a. Se ritieni puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni importante far sapere ai lettori….
Ringrazio di avere avuto l’occasione di questa intervista e ai lettori voglio dire: cercate storie che vi facciano davvero sognare, perché dentro ad esse troverete anche un po’ di voi.

Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.

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Nota bene: Rispondendo alle domande di questa intervista viene dato il consenso alla sua pubblicazione sul blog Un libro di emozioni e sui social ad esso legati.

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