ISOLATI I. Bonetti
Isolati è il titolo del secondo romanzo, autopubblicato, scritto da Iris Bonetti. Il precedente (titolo, Empatia) mi era piaciuto molto ed ero quindi piuttosto curioso di leggere questo nuovo lavoro. Ammiro molto Iris Bonetti perché, come tutti gli autori che autopubblicano, dimostrano grande coraggio accettando una sfida improba, farsi leggere utilizzando come unico canale di vendita gli store on line. Tenendo conto che le librerie non hanno in minima considerazione questi autori e che in Italia i lettori sono pochissimi, e molti di questi prediligono gli autori più famosi (credendo di andare sul sicuro), chi si autopubblica dimostra, appunto, grande coraggio scommettendo in toto su sé stesso e su ciò che ha scritto. Non ci sono presentazioni o trasferte pagate o grosse spinte pubblicitarie come quelle che garantiscono le case editrici. Solo la propria volontà di emergere e, eventualmente, il proprio talento. Uno dei pochi (acclarati, perché per me ce ne sono tanti altri) vantaggi e che l’autore è assolutamente libero di scrivere ciò che vuole e quando vuole senza intromissioni di agenti, editori, revisori ecc. Isolati è il risultato di queste piccole, grandi libertà. L’autrice, infatti, ha voluto mettere su carta la sua personale idea di isola sperduta e dimenticata sulla quale farci approdare dei naufraghi. Non è certamente un’ambientazione originale ma lei l’ha condita con elementi assolutamente unici che la differenziano in buona parte dai consueti naufragi su isole disabitate. Il romanzo, che è molto corposo (poco più di 500 pag), inizia in modo particolare presentando, in capitoli distinti, una serie di personaggi che saranno poi i sopravvissuti che ritroveremo sull’isola. Ognuno ha la propria vita, la propria storia, abitano in stati diversi ed in diversi continenti. C’è un ghostwriter di grande talento che regala fama ad uno scrittore incapace. C’è un narcotrafficante in cerca di nuove droghe da commercializzare, una aspirante attrice, un medico con un grande dolore da metabolizzare e cosi via; ognuno ha un motivo particolare per staccarsi dalla realtà che lo circonda ed affrontare un viaggio rigenerativo. Si troveranno così tutti e sei su un volo che li porterà a Bali in Indonesia. Malauguratamente giunti quasi a destinazione l’aereo precipita inabissandosi nell’oceano indiano senza lasciare superstiti tranne ovviamente i nostri sei protagonisti che si ritrovano “spiaggiati” su una terra (che poi si scoprirà essere un’isola) apparentemente disabitata senza cibo ne acqua e coperti solo da quel che rimane dei loro vestiti. Da qui inizia un’avventura al limite del possibile dove l’autrice con grande fantasia ed originalità fa vivere ai 6 malcapitati una quantità incredibile di situazioni. E’ importante dire che i naufraghi sono 5 uomini ed una donna, che tutti quanti avranno un ruolo molto importante sull’isola e che soprattutto il ruolo di Avril susciterà nel lettore molte riflessioni. Fornire un giudizio sul romanzo per me non è facile o meglio, a parer mio oggettivamente il romanzo merita attenzione, va letto perché, al netto di alcune situazioni al limite, razionalmente poco credibili, (qua risiedono le mie perplessità) ma che comunque hanno una logica nel racconto e nel genere in cui si colloca, fornisce molti spunti di discussione sin dalla presentazione dei protagonisti. I sei sull’isola metteranno a nudo la propria anima sorprendendoci per i loro comportamenti più di una volta. Notevole la capacità dell’autrice di tenere avvinto il lettore anche grazie a situazioni sempre emozionanti. Iris Bonetti ha creato una storia coinvolgente che ti fa amare i suoi protagonisti, ti entrano nel cuore cosi come quest’isola misteriosa. Un romanzo complesso, coraggioso, non banale a cui auguro grande fortuna.
valutazione: buono
genere: narrativa
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