IO SONO LA PREDA Anna Pia Fantoni
Ormai è prassi per me da qualche tempo alternare libri
thriller in senso stretto con altri sempre con una forte componente di suspense
ma che non hanno come tema predominante le indagini ed eventualmente la cattura
di un assassino. In più in questa prima metà anno ho previlegiato letture di
autori autopubblicati o editi da piccole case editrici sicuro che fra loro si
nascondano (loro malgrado) tanti bravissimi scrittori capaci di trasmettere grandi
emozioni. In questa logica va inquadrata anche la scelta di leggere il romanzo
di Anna Pia Fantoni, Io sono la preda, uscito pochissimi mesi fa attraverso il
self publishing. E ho di nuovo fatto centro. Protagonista della storia è
Giuditta una giovane donna con un passato terribile a causa di un rapporto malato
con Gabriele ed un presente nel quale grazie al lavoro ed agli amici sta
tentando di ritrovare un equilibrio. L’immediato futuro le riserverà sorprese
di ogni tipo ed anche un drammatico ritorno al passato. Pochissime parole che
riconosco forse non incuriosiscono più di tanto ma non amo particolarmente
svelare la trama di un libro cosa che per altro è reperibilissima on line ma
preferisco soffermarmi maggiormente su ciò che il libro mi ha trasmesso. E devo
dire che questo libro è una fucina di emozioni. Racconta una storia molto
attuale che sembra uscita dalle cronache di un tg di oggi anche se la vicenda
che ha ispirato l’autrice risale a molti anni fa cosi come la prima stesura di
questo romanzo. Nel frattempo purtroppo non è tragicamente cambiato molto.
Giuditta vive e lavora a Venezia è una ragazza con un carattere pessimo, duro e
risoluto, ma giustificabile perché formatosi cosi a causa di un passato molto
difficile. Orfana già in giovane età e poi succube di un rapporto con un uomo
manipolatore e sadico che ne ha circuito la mente e la volontà e dal quale è
riuscita a liberarsi solo fuggendo e nascondendosi. Ora sono cinque anni che
vive a Venezia ha un lavoro importante ed un equilibrio quasi ritrovato anche
se con i rapporti umani è sempre un po’ in difficolta. L’autrice tratteggia
Giuditta in modo splendido ora dura ed impenetrabile poi dolce e sognatrice o
paurosa ed in preda ad ansie. Giuditta può essere qualunque donna preda di un
uomo manipolatore e violento che ha fatto di lei un essere alla sua mercé
sottomessa e dipendente. E che dire di Gabriele? L’altra faccia della medaglia,
quella che rappresenta il male estremo, cocainomane, perverso, sadico, un uomo
scorbutico e pericoloso ma che ti manda all’inferno il cervello perché capace
di manipolarti e di renderti suo schiavo. Il libro passa con sapienza da
momenti di forte ansia a momenti sereni poi di nuovo fiato sospeso e ancora
calma apparente. Un continuo di emozioni dove ci si attende una sorpresa ad
ogni pagina. Un romanzo che non lascia sereni neppure nelle pagine finali anzi in
esse la resa dei conti che arriva è spaventosa e carica di nuovi interrogativi.
In definitiva un libro assolutamente da leggere, per la bravura dell’autrice
capace di passare con disinvoltura attraverso diversi registri narrativi e per
la sua capacità di emozionare raccontando una storia “vera”. Un plauso va fatto
anche a Diego Di Dio che ne ha curato l’edizione, impeccabile.
Consigliatissimo.
valutazione: più che buonogenere: noir
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