LA PRIMA VOLTA IN CUI SONO MORTA M. Minotti
La prima volta in cui io sono morta è il titolo del libro
d’esordio di Marta Minotti. Nata a Terni, laureata in conservazione dei beni
culturali, lavora come addetta all’accoglienza in una struttura privata. Ha
pubblicato il suo libro attraverso il self publishing accettando cosi una ambiziosa
sfida personale, forte della consapevolezza di aver scritto un buon libro
essendo stato anche tra i finalisti del concorso Io scrittore. Scelta che
condivido, il self publishing è una grande sfida, un “all-in” sul proprio
talento che se vinta, però, riuscendo a farti raggiungere buoni volumi di
vendita, grazie unicamente al passaparola e alle buone recensioni, diventa
oltremodo gratificante e dà una spinta decisiva alla propria autostima e al
proprio ego spronandoti a continuare e a migliorare (e a guadagnare…).
Terminato questo pistolotto sul self publishing, a cui io comunque credo molto,
passo volentieri a parlare del libro. La protagonista principale è certamente
Silvia che viene ritrovata dal marito appesa al lampadario della loro camera da
letto dopo aver tentato il suicidio. Viene portata d’urgenza all’ospedale dove
le salvano la vita ma a causa della prolungata mancanza di ossigeno al cervello
riporta gravi danni motori e alla memoria. Piano piano grazie alla sua tenacia
e ad estenuanti sedute di fisioterapia riuscirà a ritrovare la capacita di
muoversi ed anche a ricordare sempre più chiaramente i dettagli dell’ultimo
periodo della sua vita. Aiutata anche dal padre e dalla figlia riuscirà a
capire cosa è veramente successo il giorno del suo “suicidio”. Di più non si può dire perché il romanzo va
scoperto a poco a poco godendo della lettura di ogni pagina. Dico questo perchè
il libro a me è piaciuto moltissimo, è un esordio coi fiocchi e ritengo che le
numerose recensioni positive siano più che meritate. Scrittura fluida, diretta,
incalzante, che coinvolge sin dalle prime pagine grazie ad un ritmo narrativo vivace.
Racconto ricco di suspense che tiene col fiato sospeso e si mantiene
interessante fino all’epilogo. Finale sorprendente. Un’autrice dalla quale ora mi
aspetto molto perché l’esordio promette veramente bene. Un solo appunto, ma
questo solo per appagare il mio gusto, spero che nel prossimo romanzo sia
ancora più “spregiudicata” spingendo un po’ sull’acceleratore nelle situazioni
più efferate. Secondo me siamo al cospetto di una potenziale ottima
thrillerista. Consigliato.
genere: thriller
valutazione: più che buono
Buonasera, scusi se mi permetto, ma l'ha letto davvero, questo libro? Perché io l'ho appena terminato e devo dire che, a parte una trama che potenzialmente potrebbe essere un buon punto di partenza, qui non c'è il minimo accenno a un approfondimento dei personaggi, che risultano davvero piatti e non fanno presa su che legge. Però la parte peggiore è la valanga di strafalcioni e di errori grammaticali e sintattici, da fare accapponare la pelle. Non consiglierei mai questo libro a nessuno, invece consiglierei all'autrice, che ha una buona promessa, di farsi aiutare da un editor. Peccato, un'occasione persa.
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