Un caso per maraschino - Paolo Zagari -
recensione a cura di Stefania Calà
Maraschino è un reporter romano cinico e disilluso. Elettra
è una stagista che ha molto da imparare ma che, sin da subito, si dimostra una
discente attenta e motivata. I due, insieme, si ritrovano a investigare, in
parallelo alla polizia, su una serie di omicidi avvenuti nella Capitale. Il
primo cadavere è quello di un ristoratore, il secondo di una prostituta, il
terzo quello di un giovane e aitante ragazzo ucraino. E non solo, a un certo
punto una dipendente del ristorante viene rapita e sfregiata con l'acido.
Cos'hanno in comune tutti questi delitti?
La penna di Zagari è smaliziata e veloce, proprio come il
suo protagonista. La narrazione si snoda attraverso dialoghi essenziali e
funzionali, forse troppo concisi.
Ho molto apprezzato la personalità di Maraschino,
affascinante nel suo essere politicamente scorretto, nonché la descrizione
delle vie di Roma mentre il nostro le attraversa col motorino. Sembra quasi di
essere lì con lui.
Ma imprecisioni nell'uso della punteggiatura, così come i
diversi refusi, mi hanno dato l'idea di un lavoro non attenzionato fino in
fondo.
Ho riscontrato anche alcune incoerenze nella narrazione e un
finale, secondo me, ingarbugliato e poco realistico.
Una lettura tutto sommato gradevole, spero che l'autore si
affini ancora di più e ci regali altre avventure di questo simpatico
personaggio. Siamo abituati a "eroi senza infamia", mentre Maraschino
si erge a personaggio autentico, sincero, con i suoi modi bruschi e uno sguardo
disincantato alle vicende su cui investiga. È lui il vero punto di forza di
questo romanzo. La trama, invece, non mi ha convinta.
Voto 5,5/10
CIT. "Col motorino a Roma il traffico non esiste, come le regole. (...) Col motorino tutto è possibile, anche arrivare puntuale a un appuntamento."
CIT. "Ecco uno dei pochi riti democratici di questa
città: cornetto e cappuccino. Miliardario o morto di fame avranno lo stesso
trattamento per due euro e cinquanta."
CIT. "Non c'è nessun conforto nel ricordo, solo
rabbia."
CIT. "Prima il piacere, poi il dovere, per ultima,
semmai, l'ambizione."
CIT. "Lavorare con l'immaginazione è troppo letterario
e io non faccio narrativa ma cronaca."
CIT. "È un fatto e va detto. Sai come si chiama: DOVERE
DI CRONACA."
CIT. "Era come se fosse marchiata a fuoco. Fuori sulla
carne e dentro nella memoria."
CIT. "Omicidi asimmetrici è un titolo che da solo vale
un editoriale."
CIT. "La regola base dell'ermeneutica: un testo lo si
legge per quello che dice, quello che non dice, e quello che vorrebbe
dire."
genere: giallo
anno di pubblicazione: 2024
Nessun commento:
Posta un commento