Mi limitavo ad amare te – Rosella Postorino –
recensione a cura di Lilli Luini
Nel momento in cui in Europa
tornano a soffiare venti di guerra, Rosella Postorino scrive un libro magnifico
che prende l’avvio in Bosnia nel primo anno di una guerra sanguinosa durante
dal 1992 al 1996. Uno dei momenti più
tragici fu l’assedio di Sarajevo e proprio da lì parte il romanzo,
dall’orfanatrofio di Bjelave dove non c’erano solo orfani ma anche bambini e
ragazzini che i genitori avevano lasciato lì nella speranza che fossero al
sicuro dalle granate e dai cecchini e che avessero sempre di che mangiare.
I protagonisti sono appunto
ragazzini. I primi che incontriamo sono Nada e Omar, dieci anni, e li
incontriamo per strada, quando escono dall’orfanatrofio per giocare, mettendo a
rischio le loro vite. Nada non ricorda sua madre, Omar invece la vede una volta
al mese ed è proprio durante una passeggiata con lei che una granata piomba su
di loro. La madre urla “corri” e lui riesce a riparare nell’orfanatrofio, con
l’incrollabile certezza che anche la sua mamma si sia salvata. L’intensificarsi
della guerra spinge l’ONU a cercare una soluzione per i bambini, non solo gli
orfani. Con un convoglio umanitario partono così per l’Italia 67 bambini, di
cui 46 provenienti dall’orfanatrofio di Bjelave.
Sull’autobus che li porta via,
troviamo Omar disperato, perché convinto che la madre sia viva, mentre il
fratello Sen è entusiasta. Nada lascia a Sarajevo il fratello Ivo, costretto ad
arruolarsi, ma sul bus incontra Danilo, quattordicenne, che diventerà il terzo
protagonista.
Arrivati in Italia verranno posti
in due comunità: i più piccoli a Monza, i più grandi a Rimini, dove si
reincontreranno tutti nella stagione estiva.
Da qui il romanzo prende un’altra
piega: l’adattamento e l’integrazione di questi bambini, che dovrebbero
fermarsi per poche settimane. In realtà, la guerra durerà altri quattro anni,
molti di loro saranno dati in affido e poi in adozione e in parecchi non
vedranno più i genitori.
Il quadro è rigorosamente storico
e l’autrice ha incontrato parecchi di quei bambini divenuti adulti, cogliendone
le differenze nell’affrontare la nuova realtà. Chi, come Omar, l’ha sempre
rifiutata, mentre nel fratello troviamo una forte aspirazione a diventare
italiano e lasciarsi alle spalle il passato. Chi, come Danilo, non ha perso la
propria identità ma ha abbracciato in pieno il nuovo mondo. Chi, come Nada, che
si scopre figlia di una prostituta che l’ha subito abbandonata, trova alla fine
una sua dimensione.
Tra i vari capitoli, troviamo
delle pagine in corsivo, scritte in prima persona da dentro i giorni di guerra,
che paiono avulse da tutto il resto. Non è così: a poco a poco, con lo scorrere
della trama, si comincia a capire a chi appartengano e hanno un significato
forte e profondo che si rivelerà verso la fine. Perché c’è anche chi sopravvive
alla guerra ma non alla pace.
Un libro magnifico, una scrittura
essenziale, tagliente che ci butta dentro un dramma insensato. Da leggere,
anche per conoscere un pezzo del nostro passato recente e già dimenticato.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2023
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