domenica 27 aprile 2025

MI LIMITAVO AD AMARE TE

 




Mi limitavo ad amare te – Rosella Postorino – 

recensione a cura di Lilli Luini

 

Nel momento in cui in Europa tornano a soffiare venti di guerra, Rosella Postorino scrive un libro magnifico che prende l’avvio in Bosnia nel primo anno di una guerra sanguinosa durante dal 1992 al 1996.  Uno dei momenti più tragici fu l’assedio di Sarajevo e proprio da lì parte il romanzo, dall’orfanatrofio di Bjelave dove non c’erano solo orfani ma anche bambini e ragazzini che i genitori avevano lasciato lì nella speranza che fossero al sicuro dalle granate e dai cecchini e che avessero sempre di che mangiare.

I protagonisti sono appunto ragazzini. I primi che incontriamo sono Nada e Omar, dieci anni, e li incontriamo per strada, quando escono dall’orfanatrofio per giocare, mettendo a rischio le loro vite. Nada non ricorda sua madre, Omar invece la vede una volta al mese ed è proprio durante una passeggiata con lei che una granata piomba su di loro. La madre urla “corri” e lui riesce a riparare nell’orfanatrofio, con l’incrollabile certezza che anche la sua mamma si sia salvata. L’intensificarsi della guerra spinge l’ONU a cercare una soluzione per i bambini, non solo gli orfani. Con un convoglio umanitario partono così per l’Italia 67 bambini, di cui 46 provenienti dall’orfanatrofio di Bjelave.  

Sull’autobus che li porta via, troviamo Omar disperato, perché convinto che la madre sia viva, mentre il fratello Sen è entusiasta. Nada lascia a Sarajevo il fratello Ivo, costretto ad arruolarsi, ma sul bus incontra Danilo, quattordicenne, che diventerà il terzo protagonista.

Arrivati in Italia verranno posti in due comunità: i più piccoli a Monza, i più grandi a Rimini, dove si reincontreranno tutti nella stagione estiva.

Da qui il romanzo prende un’altra piega: l’adattamento e l’integrazione di questi bambini, che dovrebbero fermarsi per poche settimane. In realtà, la guerra durerà altri quattro anni, molti di loro saranno dati in affido e poi in adozione e in parecchi non vedranno più i genitori.

Il quadro è rigorosamente storico e l’autrice ha incontrato parecchi di quei bambini divenuti adulti, cogliendone le differenze nell’affrontare la nuova realtà. Chi, come Omar, l’ha sempre rifiutata, mentre nel fratello troviamo una forte aspirazione a diventare italiano e lasciarsi alle spalle il passato. Chi, come Danilo, non ha perso la propria identità ma ha abbracciato in pieno il nuovo mondo. Chi, come Nada, che si scopre figlia di una prostituta che l’ha subito abbandonata, trova alla fine una sua dimensione.

Tra i vari capitoli, troviamo delle pagine in corsivo, scritte in prima persona da dentro i giorni di guerra, che paiono avulse da tutto il resto. Non è così: a poco a poco, con lo scorrere della trama, si comincia a capire a chi appartengano e hanno un significato forte e profondo che si rivelerà verso la fine. Perché c’è anche chi sopravvive alla guerra ma non alla pace.

Un libro magnifico, una scrittura essenziale, tagliente che ci butta dentro un dramma insensato. Da leggere, anche per conoscere un pezzo del nostro passato recente e già dimenticato.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2023

 


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