domenica 8 giugno 2025

IL MANTELLO DI RUT

 




Il mantello di Rut - Paolo Rodari -

recensione a cura di Rossella Lombardi


“ Ci sono ferite  che lacerano l’anima e non guariscono. Si possono lenire solo con il perdono  e con le parole “

Ero preparata ad affrontare ,con questa lettura, una storia dolorosa , legata alla Shoah. Infatti i personaggi descritti affrontano scelte difficili : abbandoni, paure, sensi di colpa …ma tutto viene raccontato con grande delicatezza,  profondità  e partecipazione. La storia mi ha molto coinvolta  e commossa. Mi ha permesso anche di riflettere su temi molto intimi  quali per esempio il significato della fede e il  cercare qual è la propria missione nella vita, per darle   un senso.

 Questo è un romanzo con  una struttura semplice e lineare ma che affronta temi profondi con un’accurata ed efficace  scelta delle parole. La lettura risulta scorrevole ed avvincente. Il ritmo è piacevole  ed adeguato ai contenuti  : la narrazione dei fatti  si alterna  misuratamente  a pagine di riflessioni  ed approfondimenti, senza appesantire lo sviluppo della storia.

Nel 1926, a dodici anni, Remo  viene accompagnato dalla madre ,rimasta vedova con quattro figli maschi, al Seminario Pontificio ; lo costringe a questa scelta per i gravi problemi economici della famiglia ma forse anche per  garantirgli un’istruzione , avendo intravisto  in lui grandi potenzialità .  Il protagonista ci descrive,  con molta delicatezza, il suo difficile rapporto con la madre, anaffettiva  e troppo spesso dura.  “In casa, a differenza dei miei fratelli, non avanzavo pretese , era il mio modo di amarla. Solo così, pensavo, sarei riuscito a conquistare il suo amore . Il nostro era un rapporto fatto di silenzi”. 

 In Seminario Remo è vittima di un’educazione  repressiva, svilente e sessuofobica che lo porta  a chiedersi  costantemente il senso della sua vita.  Fortunatamente , dopo qualche anno, incontra un prete ,Sean,  che diventerà il suo riferimento  educativo: gli insegnerà a praticare il dubbio  e a porsi sempre domande, invece di dare ordini.  Remo poi diventa  parroco , nel quartiere Monti, accanto al Collegio dei Catecumeni che ospitava anche bambini orfani.  Nel 1943 incontra un’altra donna che cambierà la sua vita, la vedova  Rachele, ebrea e giovane madre di Aida.   Remo e Rachele si innamorano  ma  coltivano  un amore casto e pieno di sensi di colpa. Il giovane prete vivrà giorni di  confusione  e dubbi sulla sua fede e sulla sua missione. Rodari qui ci regala profonde ed interessanti riflessioni  sulla fede, sulla libertà e sull’amore. Ci descrive anche il contesto sociale  di quegli anni: le crudeltà dei nazisti, il comportamento  di  molti cristiani che per 5000 lire tradivano i vicini di casa ebrei. Ci presenta anche il personaggio di Celeste , una giovane donna ebrea che, convinta di salvarsi così la vita, denunciava i suoi amici ebrei. Rachele decide allora  di scappare, per salvarsi, dopo aver  dolorosamente affidato Aida a Remo . Gli chiede di stendere simbolicamente” il mantello” su di loro ( nella Bibbia il personaggio di Rut stende il mantello  sui suoi cari , gesto che rappresentava   fedeltà e protezione ). Remo accetta di occuparsi  della piccola Aida e  con lei salverà altri venti piccoli ebrei, durante i rastrellamenti, nascondendoli ai nazisti , con l’aiuto di alcune suore.

Remo, ormai molto anziano, attraverso una lunga lettera  racconta ad Aida, diventata una donna, la loro storia  comune.  Le allega anche un messaggio che Rachele avevo scritto , destinato alla figlia , contenente  parole che forse tutti noi vorremmo  rivolgere ai nostri figli: “ Ti prego, se cadi rialzati e ritorna sempre a ciò che i tuo cuore desidera. Fai attenzione: ci sarà sempre qualcuno che pretenderà di sapere  ciò che è giusto per te , ma quella è la sua strada, non la tua. Nessuno può decidere al posto tuo quale percorso  devi intraprendere , chi e cosa devi essere…..”

Remo è un personaggio forte che, prima di  essere un rappresentante della Chiesa, è un uomo , un uomo giusto capace di mettere in pericolo la propria vita per salvare  delle persone ingiustamente  colpevoli solo perché appartengono  a una fede diversa dal Cristianesimo.  Rodari non dimentica  le responsabilità della Chiesa e del Papa di quel tempo  verso l’antisemitismo  ma ricorda anche che  centinaia di preti e suore hanno salvato dalla follia nazista  4300  persone.

Mi sembra molto evocativa la scelta da parte dell’editore  di questa copertina . Sfumate si intravedono tra le nuvole  le figure di Rachele ed Aida che, incamminandosi verso un orizzonte  azzurro , vengono quasi ricoperte, avvolte dal mantello della  Chiesa che, secondo me, ha  rappresentato certamente la concreta salvezza per molte persone , ma che può simboleggiare  anche la  Fede ( qualunque Fede) che  offre  a tutti  coraggio, accoglienza, protezione e speranza .

Voto = 8/10


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2025


Nessun commento:

Posta un commento