Giallo Hotel Firenze - Simone Togneri -
recensione a cura di Ornella Donna
Torna Simone Togneri, con la sua creatura di carta, il commissario Franco Mezzanotte, in un libro intitolato Giallo Hotel Firenze, pubblicato dalla casa editrice Fratelli Frilli. Un giallo molto intrigante, e di grande attualità.
Il
commissario Franco Mezzanotte è alle prese nientemeno che con tre casi, che lo
angustiano moltissimo. Il primo lo vede coinvolto direttamente: un uomo portato
in caserma in stato di fermo per aver dato in escandescenza per le vie
cittadine, ha dato di matto e gli ha letteralmente distrutto il suo ufficio.
L’uomo, un immigrato enorme, dotato di grandi braccia e alto, ha addirittura
spaccato in due le manette che gli avevano messo. Una furia, difficile da
trattenere e da calmare. Inoltre ha gravemente ferito anche due poliziotti
intervenuti per sedarlo. Dopo cotanta esplosione di violenza, ad un tratto, è
caduto, preda di un sonno da cui non si ritorna più. Il commissario va al suo
cospetto e cerca in tutti i modi di svegliarlo, anche prendendolo a calci.
Nulla, l’omone dorme e nulla lo sveglia. Che è accaduto? Perché tanta furia?
Chi è questo uomo così enorme, dotato di una forza che non ha precedenti?
Non
c’è limite alla pazienza del commissario, perché il suo amico Simon Renoir, ex
braccio destro, con cui non si parlano più da un anno, dopo la tragica
risoluzione del caso di cui si stavano occupando, narrato nel libro precedente
a questo intitolato Dio del Saggitario, è caduto dal ponteggio su cui stava
lavorando come imbianchino e versa in gravi condizioni. Franco Mezzanotte in
questo è direttamente coinvolto, perché si sente in colpa e nutre un affetto
particolare nei confronti di quest’uomo intelligente e perspicace, costretto
dalle avversità della vita a svolgere un lavoro che non è il suo, che manda
avanti con tenacia e grande forza umana. E’ stato veramente solo un incidente,
pur grave, o c’è dell’altro? A Mezzanotte il compito di sciogliere ogni dubbio.
L’ultimo
caso è quello del ritrovamento in una villetta dei corpi di una coppia
gravemente trucidati, con una rabbia senza fine. I due coniugi:
“erano due: un uomo e una donna. L’uomo
stava disteso a faccia in giù sul pavimento a cavallo della porta di legno, con
il torace e la testa dentro e le gambe nel corridoio. (…) Avevano sparato anche
a lei. Un solo colpo, che aveva aperto un foro proprio sotto lo zigomo
sinistro. Era bello, quel viso. Raccontavano la storia di una donna i cui sogni
erano in attesa di un treno che non era mai passato.”
Chi
ha voluto la morte di due persone, all’apparenza insospettabili? Riuscirà il
commissario a risolvere questi casi e raggiungere una verità, che all’inizio
appare assurda quanto lontana?
Giallo
Hotel Firenze è un giallo classico, ambientato a Firenze, città descritta
minuziosamente, che l’autore dimostra conoscere molto bene. Una città devastata
da un dualismo interno, per cui:
“la città dei monumenti, di Dante e
Michelangelo, della luce eterna della bellezza, ma anche la città del Mostro,
luce e tenebre, arte e morte.”
Su
tutta la narrazione grava un’ombra buia e scura, che corrisponde al nome “hotel
Firenze”, una inesistente realtà, eppur gravemente presente. E’ la realtà degli
immigrati, di quei signor nessuno, che esistono e al contempo sono inesistenti,
quei:
“meschini che svolgono i lavori più
pericolosi per dieci o dodici ore al giorno in barba a qualsiasi norma di
sicurezza, con il terrore di essere rispediti al loro paese di origine, che
vivono senza esistere. Come fantasmi.”
Quei
fantasmi così eterei da non essere nulla, ma frutto di una realtà spesso
insopportabili da vivere e da sentire. Un giallo di grande impatto emotivo, e
di triste realtà attuale. Molto consigliato.
genere: giallo
anno di pubblicazione: 2024
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